venerdì 19 febbraio 2010

DIARIO DI UN TERREMOTo

DIARIO DI UN TERREMOTO. Diario per certi versi in prosa e per certi versi in poesia

L’Aquila. Questa è la poesia per una data imprecisata. Non l’ho scritta io e non ho fatto apposta a cercarla.Leggo spesso Pedro Pietri e questa sua poesia mi è comparsa avanti; in corsivo ho solo aggiunto qualche parola come accade quando leggi e pensando su quello che hai letto ci aggiungi spontaneamente e all’impronta una parola. E’ stupefacente, almeno per me, come la poesia di Pietri valga per gli inquilini dei caseggiati di “1422 amsterdam avenue” di New York degli anni novanta del Novecento e per il popolo delle tendopoli di L’Aquila del duemilanove.

Nelle tende
tutti conoscevano
tutti
tutti rispettavano
e amavano tutti
l’unione aveva luogo
ogni volta che qualcuno
cuoceva patate o comprava
pop corn
tutti nelle tende
erano invitati a favorire
ecco quant’erano tutti uniti
in quei giorni il comune
vide quest’armonia
e prese paura
perché non c’è nulla
che impaurise
questo governo di più
di veder gente
che vive e ama
e respira insieme
e allora decise di
svuotare le tendopoli di
demolire i caseggiati
che si potevano salvare
ristrutturandoli
e di cancellare così l’unione
di L’Aquila tre e trentadue.
Tutti vennero allontanati
gli uni dagli altri
spostati in edifici detti migliori
in cui non conosci nessuno
quando ci entri
e non conosci nessuno
quando ne esci
vivo o morto o
in camicia di forza
fatta su misura dal sistema
per te e per tutti
i parenti stretti
che qui son giunti
in cerca di giorni migliori e
han trovato le notti peggiori
della loro vita
mentre correvano da un’agenzia
all’altra
di vendita e d’affitto
di case dal costo non troppo care.


Dalla tenda n.2 del complesso "L. Ferrari" Via Acquasanta L'Aquila 3 giugno 2009

Nessun commento:

Posta un commento