lunedì 8 febbraio 2010

VITTORIO CLEMENTE

Vittorio Clemente nacque a Bugnara il 12 aprile 1895 e morì a Roma nel 1975E’ considerato dalla critica uno dei pochi poeti dialettali d’Abruzzo e, al contempo, uno dei più originali ed interessanti autori del panorama letterario italiano dell’ultimo secolo. Nato a Bugnara da Pasquale e Francesca Di Bacco, dopo aver frequentato la Scuola Normale di Tivoli, all’età di venti anni partecipò alla prima guerra mondiale combattendo sul fronte corsico quale Sottotenente di Fanteria. In questo periodo conobbe Ardengo Soffici che lo chiamò a collaborare nell’Ufficio Stampa e Propaganda dell’Armata, affidandogli la redazione del giornale “Il Gazzettino del Soldato”. Tra gli anni ’20 e ’30 svolse la professione di insegnante elementare in alcuni paesi d’Abruzzo; in seguito si trasferì a Roma per proseguire la carriera scolastica con incarico direttivo e, successivamente, ispettivo nel Circolo di Santa Maria Maggiore. Uomo di cultura, animo sensibile ed equilibrato, dotato di naturale modestia e riservatezza, nel corso della sua vita coltivò vari interessi: scrisse di pedagogia e di saggistica, si occupò di letteratura giovanile e popolare, collaborando con i più importanti giornali del tempo.

Il suo interesse più grande, però, fu rivolto verso la poesia dialettale e, ad essa, dedicò la sua passione. Anche se iniziò a poetare in giovane età, è dal secondo dopoguerra che il poeta si accinse a pubblicare le sue più significative composizioni poetiche ispirate dall’amore per la terra d’Abruzzo e, in particolare, per il suo amato paese a cui era avvinto da un amore profondo e perenne. Clemente ha cantato, quindi, Bugnara con la sua antica storia, le sue bellezze naturali, le sue antiche tradizioni, Bugnara dei ricordi di fanciullezza, legati agli affetti più cari. Numerose le raccolte di poesie dialettali, tra le quali ricordiamo “Sclucchitte” (1949) e “Acque de Magge” (1952) considerate dal Pasolini “la migliore poesia della letteratura abruzzese, dove l’Abruzzo diviene l’assolata echeggiante terra della personale infanzia”. Da citare, inoltre, “Tiempe de sole e fiure” (1955), “Canzone ad allegrie” (1960), “Serenatelle abruzzesi” (1956). Tutte le sue poesie, edite ed inedite, sono state raccolte nel volume “Canzone de tutte tiempe” e stampate dalla Editrice Itinerari di Lanciano. Clemente si dedicò, inoltre anche a composizioni in lingua, quali “Adoriamo”, “Il Santo della Patria”, “Fuochi di Bengala”. Molti i riconoscimenti ricevuti dal poeta, tra i quali ricordiamo il “Premio Sanremo di poesie dialettali” (1947), il “Premio Castaldi” (1948) e la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica per i Benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte, nel 1956. Unanime l’apprezzamento dei più autorevoli critici che sottolineano la validità delle sue opere, varie le serate organizzate in suo onore alla presenza di tante personalità del mondo della cultura, numerosi gli omaggi riservati dall’Amministrazione Comunale e dal paese di Bugnara
E a Bugnara ha dedicato alcune sue poesie


LU PAISITTE MI’
Ammonte pe la coste sta agguattate
lu paesitte mì tra gli vignete;
n’atre chiù bielle i’ne nn’hai truvate
girènne pe stu munne annanze e arrete.



Tra lu verde de vigne e d’ulivete
s’affacce a guardà abballe alla vallate
ddò lu fiume se fa tante cantate
tra dù file de pioppe e de cannete.

Cante lu Saggettarie frische e chiare
e le uagliune càntene d’amore
mmiezze alla ierve ’n fiore de lu prate.

Lu paesitte mì è bielle e care:
ce sta mamma, la casa, lu mio core;
lu chiù bielle è de tutta la vallata

BUGNARA ME’
Sotte lu sole de l’estata granne
d’ammonte abballe è tutte avvambiate
lu paèse; e alla luce che se spanne
te pare nu paese abbandunate.

Nze sente niente. Suole a quanne a quanne
na galline che fete, na chiamate.
Sbatte na porte, passe na vuccanne
de pane calle de mo mo sfurnate.
Lùcceche nterre na pagliuca d’ore
tra le prete. Vè na bafagne a stonne
e l’arlogge nze fide a batte l’ore.

Ma la Madonne sone a feste, ntunne...
Cuscì, Bugnara me’, dentre allu core
me ride e me te porte pe lu munne.









Clemente rilegge i momenti più importanti della poesia dialettale abruzzese del Novecento, tracciando una linea interpretativa che si confronta con quella a suo tempo espressa da P. P. Pasolini ed entro cui si sottolineano i contributi più rilevanti delle poetiche simboliste e postsimboliste.
Tra le problematiche trattate quella del rapporto tra vecchio localismo e nuove esigenze di recupero antropologico-culturale.
Nell’antologia figurano testi dei poeti:
Alfredo Luciani, Cesare De Titta, Modesto Della Porta, Vittorio Clemente, Guido Giuliante, Giulio Sigismondi, Marco Notarmuzi, Cosimo Savastano, Giuseppe Rosato, Alessandro Dommarco, Ottaviano Giannangeli, Giovanni Spitilli, Evandro Ricci, Vittorio Monaco, Pietro Civitareale, Luigi Susi, Camillo Coccione, Marcello Marciani, Vito Moretti, Mario D’Arcangelo.
Il volume contiene pure una Bibliografia degli autori e della critica



Questa la sua bibliografia
1/13 Clemente, Vittorio. Acqua de magge / Vittorio Clemente ; prefazione di P. P. Pasolini. - Mazara : Societa editrice siciliana, 1952. - 47 p. ; 20 cm. - (L'usignolo ; 4) Classificazione: 851.914 [DDC] Biblioteca "G. D'Annunzio" - Pescara: ABRUZZO Misc.Ab. I-306
2/13 Clemente, Vittorio. Canzune ad allegrie... / Vittorio Clemente. - Lanciano : Quadrivio, 1960. - 68 p. : ill. ; 21 cm Classificazione: 851.914 [DDC] Biblioteca M. Dèlfico - Teramo: ABRUZZO BA-L-VII-41/8 Biblioteca "G. 'Annunzio" - Pescara: ABRUZZO Misc.Ab. I-227
3/13 Clemente, Vittorio. Canzune de tutte tiempe / Vittorio Clemente; introduzione e versioni metriche di Ottaviano Giannangeli. - Lanciano : Itinerari, 1970. - 305 p. ; 22 cm. - (I dialettali ; 2)
Classificazione: 851.91 [DDC] Biblioteca "G. D'Annunzio" - Pescara: ABRUZZO Ab. 21-140
4/13 Clemente, Vittorio. Le chiú fine parole / Vittorio Clemente ; antologia dell'opera dialettale con appendice di scritti di Fortini,Giannangeli e Bonchino ; a cura e con versioni metriche di Ottaviano Giannangeli. - Pescara : Ediars-Oggi e domani, 1995. - 197 p. ; 21 cm Classificazione: 851.912 [DDC] Biblioteca M. Dèlfico - Teramo: ABRUZZO BA-v-IX-368 Biblioteca "G. D'Annunzio" - Pescara: ABRUZZO S.A.-21-432
5/13 Clemente, Vittorio. Forma, contenuto e stile nella poesia belliana / Vittorio Clemente. - Roma : Colombo, 1965. - P. 204-224 ; 23 cm Classificazione: 851.7 [DDC] Biblioteca "G. D'Annunzio" - Pescara: ABRUZZO Misc.SA-II-582
6/13 Clemente, Vittorio. Garibaldini abruzzesi a Mentana. - Roma : Staderini, 1967. - 14 p. ; 24 cm Classificazione: 945.08 [DDC] Biblioteca M. Dèlfico - Teramo: ABRUZZO BA-L-III-74/2 Biblioteca "G. D'Annunzio" - Pescara: ABRUZZO Misc.Ab. I-337
7/13 Clemente, Vittorio. Originalita del sonetto belliano / Vittorio Clemente. - Roma : Colombo, 1965. - P. 256-268 ; 23 cm
Classificazione: 851.7 [DDC] Biblioteca "G. D'Annunzio" - Pescara: ABRUZZO Misc.SA-II-583
8/13 Clemente, Vittorio. Scene romane ne 'L'improvvisatore' di Andersen / Vittorio Clemente. - Roma : Staderini, [1964]. - 11 p. ; 21 cm
Classificazione: 839.816 [DDC] Biblioteca "G. D'Annunzio" - Pescara: ABRUZZO Misc.SA-II-5819/13 Clemente, Vittorio. Sclocchitte : Sonetti abruzzesi. - Milano-Roma : M. Gastaldi, 1949(Tip. Aurora). - 16. p. 72. - (Poeti d'oggi ; 83)
Classificazione: 851.9 [DDC] Biblioteca "G. D'Annunzio" - Pescara: ABRUZZO Misc.Ab. I-232
10/13 Clemente, Vittorio. Serenatelle abruzzesi / Vittorio Clemente. - Roma : La Carovana, s.d.!. - 1 p. ripieg. ; 27 cm Biblioteca M. Dèlfico - Teramo: ABRUZZO BA-F-V-10/23


DA CANZUNE DE TUTTE TIEMPE
LA PRIME LUNE
Ecche la prima lune de l'Estate,
Amore amore mie,sòremenute
e te manne lu fiore de lu vote.
Ecche la prima lune de l'Estate!


Sperdute pena via scampagnate
dienghe na voce,se ci sta chiascote:
l'Amore miee nen m'ha recunusciute.

da Canzune de tutte tiempe, 1970

Ecco la prima luna dell'Estate,
Amore, amore mio, son rivenuto
ed il fiore ti mando di quel voto.
Ecco la prima luna dell'Estate!

Sperduto in una strada desolata
do una voce, se c'è chi m'ha ascoltato:
l'Amore mio non m'ha riconosciuto.

(Traduzione di Ottaviano Giannangeli)

CHELA NOTTE D’ESTATE
Chela notte d' estate, tutta stelle...
E nu quatrale spierse
appriesse appriesse a na luciacappelle
che nen s'ô fà acchiappà.
E chela voce:
Vittò! Revì alla casa!

da Canzune de tutte tiempe, 1970
Quella notte d'estate, tutta stelle...
E un ragazzo sperduto
dietro dietro a una lucciola
che ti fugge di mano.
E quella voce:
Vittorio! Torna a casa!

(Traduzione di Ottaviano Giannangeli)

AUTUNNE
A calate de sera
nu fuoche a arde a na campagna stese
fine alla finitore de lu munne.
E quille grille, mpunte d'angunie,
a chiamà da nu funne
de liette pe sta vìe.
Nu file, appene, de fiate: cri, cri:
a quanne a quanne.
Ma chi l'ô sentì?
S'ha finate lu munne, a luna scite.

da Canzune de tutte tiempe, 1970

Al calar della sera
un fuoco ad ardere in una campagna distesa fino alla fine del mondo.
E quei grilli là, in punto di agonia,
a chiamare da un fondo
di lelto a questa via.
Un filo, appena, di fiato: cri, cri;
a quando a quando.
Ma chi vuole udirlo?
II mondo s'è finito, a luna uscita.

(Traduzione di Ottaviano Giannangeli)

A TIEMPE DE SORVE
Nu gricele alla vite...Me retrove
ancora na cullane
de sorve mmane; e quile piuoppe ancore
remire abballe l'acque chela fronna
gialle che treme e lùcceche, ammussite
mpizze a nu rame nire; e revà ammonte
la voce, pe lu colle: "Quande è tiempe
de sorve, amore amore, già l'estate
ha pigliate la vìe d'attraviezze..."
E pure mandemane, chela fronne
se raggruglie a nu fiate
de la muntagne. E dellà da nu vele
de nebbie, nfunne funne alla campagne,
chi ancora chiame? Chi redà na voce?

Un brivido per la vita...Mi ritrovo
ancora una collana
di sorbe in mano; e quel pioppo ancora
rimira giù nel fiume quella foglia
gialla che trema e luccica, immalinconita
in pizzo a un ramo nero; e ritorna su
la voce per il colle: "Quando è tempo
delle sorbe, amore amore, già l'estate
ha imboccato la via per di là..."
E pure questa mattina quella foglia
si riaccartoccia a un soffio
della montagna. E al di là di un velo
di nebbia, in fondo in fondo ai campi,
chi ancora chiama? Chi ridà una voce?

(Traduzione di Ottaviano Giannangeli)

VIATEZZE
Giorne d'estate d'ore, mbacce a sole,
mbacce allu mare, a gòdere cuntiente.
E addusulà e sta attente alle parole
che vè nzecrete a referì lu viente.



E spiccecarle; e ndènne a suole a suole
la voce de lu munne, e necchiù niente;
e a ìrsene lu core, liegghie, 'n vole,
chi lu sa dove, a quale appuntamiente.

Forse luntane, all'ùteme cunfine
dò laMadonne de gli marenare
sfronze le rose bianche, a matutine.

E sempre qua retruvarse, uocchie vive
e chiare de quatrale, e su na trine
de spume, vedè rose venì a rive.

BEATITUDINI
Giorni d'estate e d'oro, in faccia al sole,
in faccia al mare, a godere contento.
Ed origliare e coglier le parole
che vien segreto a riferire il vento.

E spiegarsele; e udir da solo a solo
questa voce del mondo, e poi più niente;
ed andarsene il cuor, leggero, in volo,
chi lo sa dove, a quali appuntamenti.

Forse lontano, all'ultimo confine,
dove sfoglia le rose la Madonna
dei marinari, bianche, a mattutino.

E sempre qui ritrovarsi, occhi vivi
e chiari di fanciullo, e su una trina
di spume, veder rose a riva giungere.


L’OVALO
Resentì na matine, tra lu suonne,
sunà l'albe, elle abballe alla Madonne
e la voce: "Vittò, iesce lu sole".
E resagliere ammonte alla muntagne
e stà alle poste, all'"Acque de gli Cielle"
de l'ovalò, che ce revienghe a beve
dope cient'anne, come chela vote.


L’UCCELLO FANTASTICO
D'arie le piume e d'ore, l'ovalò
che nse trove, e che cante chi sa ddó.
Risentire, tra il sonno, una mattina
suonare l'alba, laggiù alla Madonna
e la voce: "Vittorio, spunta il sole".
E risalire in cima alla montagna
e appostare, alla "Fonte degli uccelli",
l'ovalò, che ci torni ancora a bere
dopo cent'anni, come quella volta.

D'aria le piume e d'oro, l'ovalò
che non si trova, e canta chi sa dove.

Riassunto :Abbiamo raccontato la vita del poeta bugnarese Vittorio Clemente e abbiamo offerto alla lettura alcune sue poesie. Vittorio Clemente nacque a Bugnara (AQ), il 12 aprile 1895 Dopo aver studiato alla Scuola Normale di Tivoli, si dedicò all’insegnamento nelle scuole rurali abruzzesi. Divenne poi direttore didattico e, infine, ispettore scolastico, operando a Roma e nel Lazio. Cominciò a scrivere versi in italiano e in dialetto nella prima adolescenza. La sua prima raccolta, “Malengunie” (andata smarrita), risale alla prima guerra mondiale, quando, sul fronte carsico, fu chiamato da A. Soffici alla redazione del “Gazzettino del Soldato”Seguirono: “Prime canzone” (Roma, 1924), “La Madonna Addulerata” (Sulmona ,1925), “Lu piante de la Madonne” (Sulmona, 1926), “Sia benedetta Roma” (Roma, 1945), “Sclucchitte” (Milano, 1949), “Acqua de magge” (Roma, 1952), “Tiempe de sole e fiure” (Caltanissetta, 1955), “La passione di N. S. Gesù Cristo” (Roma, 1958), “Canzone ad allegrie” (Lanciano, 1960), “Serenatelle abruzzesi” (Roma, 1965). Il volume “Canzone de tutte tiempe”, edito a Lanciano nel 1970, contiene tutte le sue poesie. Vittorio Clemente si occupò anche di folklore, critica letteraria, narrativa, letteratura per l’infanzia e teatro dialettale. Ebbe riconoscimenti in campo nazionale, come il “Premio San Remo”, e fu incluso, insieme a De Titta e Luciani, nell’antologia curata da Pasolini e Dell’Arco.Morì a Roma nel 1975.

Le foto di Bugnara sono di Ida Rossi

Eremo di Via Vado di Sole L'Aquila sabato 6 febbraio 2010

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