giovedì 9 settembre 2010

SILLABARI : Carcere

SILLABARI : Carcere


I duecento istituti di pena del nostro paese possono ospitare 44 mila detenuti. Alla fine del mese di agosto il numero dei detenuti è di circa 69 mila unità con un esubero di 25 mila unità in più. Il Sappe , sindacato della polizia penitenziaria, denuncia un organico che manca di 6 mila agenti.

Non a caso l’on. Bernardini ha promosso nei giorni 13-14 e 15 agosto da parte di tutti gli schieramenti politici, delle visite negli istituti di pena compreso quelli minorili.

Al 31 agosto erano presenti nei 207 istituti di pena 68.345 detenuti . Il superamento della soglia di tolleranza per quanto riguarda la capienza è motivo di allarme in quanto in siffatte condizioni gli istituti non riescono a funzionare secondo i dettami della Costituzione.

Un allarme che parte dal problema della fatiscenza a volte delle strutture , dallo spazio ristretto a disposizione di ogni detenuto se si considera che in una cella di nove metri quadri spesso soggiornano quattro detenuti. A questo motivo il Consiglio d’E uropa ha già espresso un richiamo ma la situazione non è migliorata. Nel mese di gennaio 2010 il Ministero della Giustizia annunciò un piano edilizio per la costruzione di nuovi carceri con la previsione di un investimento di 1,4 miliardi per 24 nuovi istituti da realizzare con procedure di emergenza, come quelle piuttosto discusse del G8. Si è partiti con il solo impegno di settecento milioni per espandere le strutture già esistenti e poi tutto è fermo. La previsione è quella di realizzare 21 mila posti in sei anni.

Ma il problema non sono solo le strutture . E’ l’intero sistema che non regge gli ingressi , considerato che metà dei detenuti è in attesa di giudizio, e manca di personale ad ogni livello. Senza contare che una delle strade maestre da battere per restituire alla pena la sua funzione non solo di deterrenza ma anche di recupero del detenuto, di soddisfazione delle vittime del reato, di prevenzione è quella delle pene alternative e sostitutive della carcerazione.

“Alfano e i parlamentari che hanno visitato le celle a Ferragosto – scrive il Sappe in una nota – hanno l’iobbligo politico e morale di trovare al più presto una soluzione, magari ascoltando anche le proposte di chi , come la polizia penitenziaria, in carcere ci lavora, 24 ore al giorno tutto l’anno”.

A conferma della criticità della situazione nelle carceri italiane le stime dell’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria, Osapp, secondo cui in Italia sono ormai 68.435 le persone detenute nelle carceri. Di fatto quasi 24mila in più dei posti disponibili ossia siamo al + 53,55 per cento. Tra le regioni che hanno superato persino la capienza tollerabile spiccano la Puglia con 651 detenuti in più , la Lombardia, 505, l'Emilia Romagna, 400, il Veneto, 358 e la Sicilia, 255. Questa sovrappopolazione crea forti tensione nelle carceri facendo aumentare, con le criticità connesse al grave sovraffollamento, il rischio di eventi critici sempre più gravi come aggressioni ad agenti o risse tra detenuti. “Dopo la pausa estiva, il trend di crescita delle popolazione detenuta è ripreso inarrestabile e visto che dal Governo e dal Ministro Alfano sono mancati del tutto correttivi ed interventi, entro la fine dell'anno saranno assolutamente ingestibili gli attuali istituti penitenziari”, denuncia l’Osapp. Per il segretario del sindacato, Leo Beneduci: “Un disastro inevitabile dimostrato anche da quanto sta accadendo nei nuovi istituti di Rieti e Trento: a Rieti delle previste 270 unità di polizia penitenziaria ce ne sono solo 108; e nel nuovo carcere di Trento, non si raggiungeranno più di 130 poliziotti, mentre ne erano previsti 350”. Una dichiarazione che dimostra che alla fine a subire gli effetti di questa situazione sono soprattutto gli uomini e le donne della polizia penitenziaria. Secondo l’Osapp: “si corre il rischio che tutto questo diventi normalità. Una normalità di un sistema fallace che bolla come ordinari fatti del genere davanti i quali ci sono un'amministrazione e un ministro della Giustizia che non sanno più che emergenze affrontare. A questo s'aggiungono i congegni di allarme malfunzionanti in gran parte degli istituti penitenziari, i turni di servizio che non hanno termine e che i colleghi oramai soffrono da tempo, gli straordinari non pagati, i continui ricoveri da stress che gli agenti richiedono per una situazione che non può andare ancora oltre”.

Eremo Via vado di sole , L'Aquila, giovedì 9 settembre 2010

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