domenica 19 settembre 2010

HISTORICA : Corsa degli zingari

HISTORICA : Corsa degli zingari


Domenica 5 settembre si è tenuta a Pacentro (L’Aquila) la tradizionale manifestazione della “ corsa degli zingari” un’antica manifestazione che come scrive Giovanni Lattanzi in Abruzzo cultura non ha niente a che ci fare con gli zingari “ nome ereditato dalla tradizione, perche’ con questa emozionante manifestazione i nomadi non c’entrano affatto. Zingaro, nel dialetto locale, e’ chi cammina scalzo. A correre sui pendii della montagna, scalzi i piedi, sono infatti dai giovani del paese.

Nessuno scritto, nessun racconto possono rendere appieno la terribile emozione di questa corsa. La incredibile professione di fede compiuta da questi giovani che, in onore della Madonna di Loreto, per ricordare il volo della sua casa, si lanciano in una folle corsa a piedi nudi. Dalla Pietra Spaccata, gli zingari si lanciano giu’ lungo il ripido crinale di Colle Ardinghi, tra alberi ed arbusti, poi il sentiero attraverso la valle del torrente Vella, la lunga risalita del pietroso percorso che si arrampica verso il paese ed infine gli ultimi metri di sofferenza, calpestando le lucide pietre della strada che porta alla chiesa. “


Tanto che Barbara Massini afferma “La fatica, il dolore, la sofferenza che questi ragazzi offrono alla tradizione sono davvero terribili; muto ma efficace testimone ne è il marmo che pavimenta la chiesa di Santa Maria di Loreto, divenuto ormai rosso di sangue quando tutti gli zingari sono entrati e le porte sono state chiuse alle loro spalle, come vuole l’usanza. È ora il momento dei medici, che cercano di alleviare le sofferenze dei giovani corridori. Dopo pochi minuti le porte si spalancano ed essi vengono portati in trionfo, il vincitore in testa al corteo, stretto in mano il drappo di stoffa premio delle sue fatiche; un pezzo di stoffa (lu"bbalie", il palio) utilizzato per un vestito nuovo.dietro di lui tutti gli altri, nessuno escluso. La banda musicale apre il corteo con una marcia e gli spettatori riempiono le vie del paese seguendo il vincitore fino alla sua casa. Qui c’è l’incontro coi familiari e l’offerta a tutti i presenti di buon vino che viene attinto da conche di rame. Si tratta di un augurio di prosperità per la vendemmia ormai imminente.”

Non tutti pero’ a Pacentro sono devoti alla Madonna; vi potra’ anche apparire strano, ma in una comunita’ pur cosi’ piccola le anime sono fortemente divise in fatto di culto. Non esistendo infatti un santo protettore per cosi’ dire ufficiale, una meta’ degli abitanti si sente vicina alla Madonna del Rosario, mentre l’ altra e’ devota a San Carlo Borromeo. Due quindi le feste, una per i carlisti l’ altra per rosaristi; gli uni ovviamente ignorano, pur senza astio, le cerimonie degli altri. “

La corsa, secondo alcune testimonianze, venne istituita nel XVIII secolo come forma di voto in sostituzione del pellegrinaggio al santuario di Loreto, meta tradizionale della religiosità pastorale e contadina. Secondo la tradizione invece la sua nascita è attribuita ai Caldora che, con l'attrazione del premio, costringevano i sudditi più poveri ad una prova faticosa e difficile. Molto interessanti è una corsa degli "zingari" fatta dai bambini che apprendono sin da piccoli le tradizioni e la cultura della comunità a cui appartengono. Ma chi sono gli zingari? Il termine "zingaro" indica, in dialetto locale, colui che cammina scalzo e in passato erano chiamati "zingari" i contadini che, sprovvisti di terra propria andavano a giornata nei campi.

Pacentro , situato a 700 metri di altitudine, nel Parco Nazionale della Majella, è considerato uno dei paesi più belli conservati d’Abruzzo. Scriveva uno scrittore del XIX secolo “ collocato in un’amena collina a piè del Monte Morrone, da qualunque parte lo si guardi, mostransi quant’è grande abbastanza e di piacevole aspetto”.

Il paese sorge sul posto di Pacino che fu un antico centro dei Peligni. Da numerosi ritrovamenti archeologici è possibile documentare la presenza dell' uomo primitivo nel territorio, mentre non si conosce con precisione l'origine e l'epoca delle prime abitazioni del pago, comunque si potrebbe collocare tra l' VIII e il IX secolo dopo Cristo. Il primo ricordo scritto di Pacentro risale al 1170, anno in cui Mallerio, "dominator Pacentri", donò la Chiesa di S. Angelo in Vetuli al Vescovato di San Panfilo di Sulmona. Pacentro segui le vicende storiche del Regno di Napoli e fu molte volte feudo conteso dai feudatari. Rimangono le rovine del Castello che sorse ad opera dei Conti di Valva che vi rafforzarono

L'evento, che richiama ogni anno oltre 15 mila visitatori, si ripete dal 1800 e nasce dalla devozione del popolo pacentrano alla Madonna di Loreto, culto che trova conferme del suo avvio fin dalla metà del 1500, come riportato in alcuni documenti del catasto che registrano i beni donati alla Madonna. Le ipotesi più accreditate, vedono i riti pagani propiziatori per i raccolti agricoli, qual è la “Corsa degli Zingari”, miscelati al culto della Vergine nera, così come avviene in altri eventi simili in Italia ed Europa legati alla tradizione Templare. In altre deduzioni etnografiche si afferma che il premio in denaro doveva servire a pagare i debiti da parte degli “zinghareun”, contadini che rimanevano spogli di ogni proprietà ed erano costretti a lavorare nei campi altrui, in una sorta di endo nomadismo interrotto solo dalriscatto sociale.

Il sindaco di Pacentro, Fernando Caparso, nei due mandati ricoperti, ha dato nuovo impulso a questa tradizione. "Sono riuscito - dice il sindaco - a far riconoscere la “Corsa degli Zingari” quale evento di rilevanza regionale, accedendo al cofinanziamento previsto in ambito della legge 56 del 1993. Adesso si tratta di continuare su questa strada affinchè la tradizione possa valicare i confini italiani e suscitare l'interesse degli stranieri, fungendo da attrattore - conclude Caparso - per i nuovi flussi legati al turismo religioso".

Su Facebook si possono leggere ulteriori informazioni su La corsa degli zingari nei profili di Pacentro e della Corsa degli zingari .Ho tratto alcune foto e informazioni anche da www,naturagrezza.it

Eremo Via vado di sole, L’Aquila, domenica 19 settembre 2010


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