giovedì 30 settembre 2010

ET TERRA MOTA EST : Le parole del terremoto

ET TERRA MOTA EST :LE PAROLE DEL TERREMOTO


Ernesto Cassirer considera il simbolo come il fondamento e la condizione del conoscere umano , al punto di voler sostituire la nota e accreditata definizione dell’uomo come “animal rationale “ con quella di “animal symbolicum”.

Al linguaggio Cassirer ha dedicato molta attenzione perché rappresenta la più importante attività di conoscenza che si attua attraverso simboli . La parola , il vocabolo e un vero e proprio simbolo, perché il complesso fonico è portatore di un significato che non vi inerisce naturalmente, ma vi è assunto insieme ( è questo il valore etimologico di “ simbolo”),per l’esigenza funzionale dell’esprimere : tale esigenza viene consacrata come necessità nel sistema , cioè nella lingua ,la quale rappresenta obiettivamente la continuità e, al tempo stesso, l’alterità del singolo parlante. Ma anche al di fuori del linguaggio ,il simbolo si manifesta condizione del comunicare. Basti pensare al linguaggio matematico . in cui una lettera , un semplice grafico semplicissimo può essere assunto a significare nozioni estremamente complesse. Oppure ricordare Dante che , volendo rappresentare fantasticamente un suo itinerario spirituale , non aveva altra possibilità ( a meno di fare un trattato filosofico ), se non procedere sulla via del linguaggio simbolico.

Platone nel tener conto del carattere operativo del segno, aveva già posto però la questione relativa al dubbio circa il valore di verità da attribuire alla parola , al segno linguistico in rapporto alla cosa che designa . Nel Cratilo conclude che la verità è nelle cose e non nelle parole. Anche se è ammissibile che il nome ha una verità, non naturale ma di ordine storico , in quanto serva a distinguere, per intesa , quel certo oggetto, quella nozione, quel momento attivo del reale.

Nel dialogo platonico la dialettica del discorso si impernia sul nome di uno dei presenti,Ermogene : da una parte si dice che quel nome è falso perché Ermogene non è affatto il figlio del dio Hermes, come il nome in effetti significa (“stirpe, prole di Hermes”), e non si giustifica nemmeno in senso traslato , poiché Ermogene non possiede nessuno di quegli attributi particolari, l’eloquenza o l’abilità nel commercio o nelle frodi , che sono le caratteristiche del dio. Ma, dall’altra parte se ne afferma la verità , poiché Ermogene , quando è chiamato con tale nome risponde , e tutti lo indicano con esso. Ciò attesta che il nome è verace, nonostante sia imposto per un atto arbitrario senza riferimento alcuno alle qualità naturali della persona . Poiché la società dunque accetta il nome , quasi come una legittima convenzione, ,il nome con di per sé non ha alcun legame con il reale assume pieno valore di designazione.

Platone prende così una posizione. Successivamente Aristotele dopo aver affermato la convenzionalità del nome indaga il problema del rapporto tra il segno linguistico e le cose dette, e pone i fondamenti della logica classica. La discussione sulla veridicità del nome non finisce con loro tanto che si è protratta a lungo nei secoli.

Abbiamo scomodato Cassirer, Platone, Aristotele e tra poco anche Franco La Cecla per domandarci , alla luce delle loro affermazione e dei loro studi : che cosa fa che un oggetto designato con un nome diventi un simbolo? Perché alcuni oggetti ce la fanno ed altri no ? Sono le domande che si pone appunto Franco La Cecla che scrive :” Perché il fiocchetto rosso che simboleggia la lotta all’Aids è diventato universalmente un segno di speranza.! Perché la kefia palestinese è diventato un segno di resistenza e lotta che ha scavalcato i confini della questione palestinese? … Perché le camicie rosse di Garibaldi sono diventato un simbolo del Risorgimento ?” Risponde La Cecla “è proprio l’accessibilità, la semplicità e soprattutto l’anonimità dell’oggetto scelto a farlo diventare di uso comune. Ma è anche il messaggio forte che ci sta dietro . Le maschere di Neda indossate dai resistenti a Teheran sono un simbolo forte perché ricordano il sacrificio di una ragazza di fronte ad un regime spietato…”

E dunque tutto questo discorso per arrivare a porci ancora una domanda che ci interessa più da vicino: che significa la parola terremoto per i terremotati e quali sono le parole appunto del terremoto.

 Anche per il terremoto dunque simboli e parole assumono un grande significato . Pensiamo per esempio a quello che ha significato e significa la “carriola” assurta a simbolo della protesta della città per la mancata rimozione delle macerie dal centro storico ad un anno e passa dalla scossa del 6 aprile 2009.

Quando dunque parliamo di terremoto usiamo dire “ sisma”, nome snob e fuori da ogni comprensione immediata seppure pieno di riferimenti scientifici che però non tutti hanno , poi “terremoto “ che è più vicino ad un certo linguaggio giornalistico che usa però anche incondizionatamente il termine “sisma.” E poi allocuzioni come “porca miseria che schicchera “ fino a “’nculo a zieta” oppure “ha rifatto” o l’affermazione “l’hai sentito” o alcuni appellativi che ognuno si sceglie dal proprio lessico familiare , personale, degli amici e del mondo del lavoro .

Dal giorno del terremoto sono entrati nell’uso comune parole come “dicomac” che in realtà è un sigla che sta ad indicare una struttura o più strutture tra loro coordinate della Protezione civile e poi “map” che sta per moduli abitativi provvisori e “musp” che sta per moduli uso scolastico provvisorio e “mep” che sta per moduli ecclesiastici provvisori.

La città poi è diventata mobile e provvisoria così diciamo “abito alla piastra numero cinque , secondo piano “ che è poi un primo modo di indicare un luogo di residenza, indicazione che si completa con Bazzano , Coppito uno, due, o tre di quelle che sono le “new town” del così detto progetto C.A.S.E. che sta per una filastrocca ahimè dai misteri dolorosi per alcuni , gaudiosi per altri ma sempre via crucis è.



Il terremoto ha poi portato ad una scrupolosa conoscenza delle lettere dell’alfabeto , le prime lettere A.B.C. Le prime lettere dell’alfabeto che indicano la gravità deldanno di un edificio. C’è poi un salto e si arriva a F che è la designazione di abitazioni con gravi danni strutturali o insiriti in un comparto edilizio che ha avuto gravi strutturali.

Ci sono poi le parole della protesta e degli slogan per le manifestazioni svoltesi durante questi mesi a sostegno di una ricostruzione che tarda a decollare. E ancora le parole della politica dietro alle quali ci perderemmo in queste brevi considerazioni ma che fa conto di riferire : ricostruzione, inchieste penali e giornalistiche , riprendiamoci la città, s.o.s.. E le parole della gente comune : quando tornerò ad abitare nella mia casa, quanto tempo sono stato nella tendopoli ,protezione civile , G otto e via dicendo.


Intanto al 28 settembre la situazione della popolazione è la seguente :

Report su popolazione assistita al 28 Settembre 2010

Tipo di assistenza Area Totale persone

Contributo di autonoma sistemazione beneficiari residenti nel Comune

dell'Aquila al 06/04/09 25.687

Progetto C.A.S.E. 1 19 aree nel territorio aquilano 14.288

MAP (moduli abitativi provvisori) 21 frazioni del Comune dell'Aquila 2.704

Affitti fondo immobiliare2 Comune di L'Aquila 798

Affitti concordati con DPC3 Comune di L'Aquila 916

Totale persone in case antisismiche e affitto 18.706

Strutture ricettive

Provincia di L'Aquila 1.880

Provincia di Teramo 611

Provincia di Chieti 56

Provincia di Pescara 223

Fuori regione 12


Totale persone in strutture ricettive 2.782

Strutture di permanenza temporanea

L'Aquila - Caserma Guardia Finanza 381

L'Aquila - Caserma Campomizzi 85

Totale persone in strutture di permanenza temporanea 466

Totale persone assistite e alloggiate 47.641

In totale, sono rilevate 25.687 persone beneficiarie del contributo di autonoma sistemazione,

18.706 persone alloggiate tra Progetto C.A.S.E., MAP e affitto, 2.782 persone in strutture ricettive

e 466 nelle caserme a L’Aquila.

COMUNI DEL CRATERE*

Contributo di autonoma sistemazione 3.533

Affitti concordati con DPC3 434

MAP (moduli abitativi provvisori) 4.044

Altre strutture comunali 65

TOTALE PERSONE 8.076

* I dati, ad oggi, sono relativi ai 55 Comuni del cratere che li hanno forniti.

Questo l’elenco dei Comuni: Acciano, Arsita, Barete, Barisciano, Bugnara, Bussi sul Tirino, Cagnano

Amiterno, Campotosto, Capestrano, Capitignano, Caporciano, Carapelle Calvisio, Castelli, Castel

del Monte, Castel di Ieri, Castel Vecchio Calvisio, Castel Vecchio Subequo, Civitella Casanova,

Cocullo, Collarmele, Colledara, Cugnoli, Fagnano Alto, Fano Adriano, Fontecchio, Fossa, Gagliano

Aterno, Goriano Sicoli, Lucoli, Montereale, Montorio al Vomano, Montello di Bertona, Navelli,

Ocre, Ofena, Ovindoli, Penna Sant’Andrea, Pietracamela, Pizzoli, Poggio Picenze, Popoli, Prata

d’Ansidonia, Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, San Pio delle Camere, San Demetrio ne’ Vestini,

Santo Stefano di Sessanio, Sant’Eusanio Forconese, Scoppito, Tione degli Abruzzi, Tornimparte,

Torre de’ Passeri, Tossicia, Villa Santa Lucia degli Abruzzi, Villa Sant’Angelo.

(Si ricorda che in totale i Comuni del cratere sono 57, incluso il Comune dell’Aquila)

1Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili: 185 edifici (4.449 alloggi) realizzati su 19 aree del Comune dell’Aquila.

2Abitazioni acquistate dal Fondo immobiliare AQ e concesse in affitto (oneri a carico dello Stato, con fondi trasferiti al Commissario

e poi al Comune di L’Aquila).

3Abitazioni in affitto con contratto concordato con Protezione Civile (oneri a carico dello Stato, con fondi trasferiti al Commissario e

poi al Comune).

Totale persone assistite nel Comune di L’Aquila e nei Comuni del cratere 55.717

Le foto sono di Laura Tarantino

Eremo Via vado di sole , L’Aquila,giovedì 30 settembre 2010



Nessun commento:

Posta un commento