mercoledì 8 dicembre 2010

ANIMALI VERI ANIMALI IMMAGINARI : Gatti e ...gatti

ANIMALI VERI ANIMALI IMMAGINARI : Gatti e …gatti

micia


“Ho amato i gatti per tutta la vita e non sono mai riuscito a capirli “ lo diceva Raymond Chandler deluso dalla pigrizia del suo vecchio persiano nero che aveva smesso di portargli dei serpenti. Gli amati felini si conoscono poco perché sono gelosi della propria autonomia..Addirittura così autonomi da rivelarsi femmina partorendo due gattini al padrone che

lillo
pensava fosse maschio . Accadeva a Charles Chaplin che come raccontava Katherine Mansfield a Virginia Wolf “ Se ne stava sdraiato lì senza reagire mentre gli accarezzavo la pancia dicendogli: Non c’è niente di male vecchio mio ; prima o poi doveva capitare anche a un maschio “. I padrini dunque amandoli non ne sanno molto dei loro gatti. Anche se a volte si esercitano a farne lodi sperticate . Diceva Patricia Highsmith . Un gatto trasforma una casa in un focolare . Uno scrittore non è mai solo con lui, pur essendo abbastanza solo da lavorare”. Sarà pure ma
giorgio
forse contribuisce a creare un focolare e a rafforzarlo se c’è già. Non per questo sicuramente Gabriele D’Annunzio diceva : “Non ricordo di essere mai stato senza almeno un gatto “ Non li considerava animali sacri come facevano Baudelaire o Gautier ma godeva delle qualità che a suo giudizio avevano in comune con le donne : “ Le movenze, la loro facilità al tradimento , la loro elasticità morale e materiale , le loro moine. “ Colette invece non era convinto della dolciastra bontà di un gatto e riconosceva nel gatto la maestà di una tigre in miniatura.. Una tigre in casa dunque che non ti fa rimpiangere il tempo passato con lei e che può insegnare qualche cosa se si ha voglia di osservare e di apprendere. Infatti continua Colette : “Devo ai gatti una specie di onorevole dissimulazione , un grande autocontrollo, un’avversione per i suoni brutali e il bisogno di tacere a lungo.” E infine si può aggiungere un altro pregio: fronteggiare il nemico e il pericolo ma quando si capisce che l’ostacolo è più forte di noi , cambiare strada per non soccombere inutilmente.
giorgio
Certo il massimo di espressione affettiva del gatto è mettersi in piedi di fronte alla vostra mano e strusciarvi contro il naso. Oppure farvi una breve carezza sulla guancia con una zampa. Il problema è che a volte l’espressione di affetto è così profonda, da lasciare qualche segno. Come quelle che mi ritrovo quasi normalmente sui polpacci delle gambe per le effusioni di micia mia .

A proposito di nomi con i quali chiamiamo i nostri gatti si dovrebbe scegliere dei nomi dotati di un fruscio che piacciono tanto ai gatti. Jan Cocteau teneva nel suo appartamentoi tre gatti : Nana, Tirebouchon e Chifounette.

micia mia
Perfetto per esempio Mouche che Victor Hugo aveva dato al suo gatto. Tomas Heliot invece, a questo proposito teorizzava che per mettere nome ad un gatto ce ne volevano almeno tre . Uno da usare tutti i giorni , uno dignitoso “ altrimenti come potrebbe tenere la coda perpendicolare ,mostrare i baffi e sentirsi orgoglioso?” . Il terzo nome segreto che solo la bestia conosce e che non confesserà mai ad alcuno.

Un gatto può passeggiare con il suo padrone alla stregua di un cane e può durante un viaggio , anche se disagiato, mantenere un comportamento dignitosissimo. Ferdinand Celine in fuga dalla Francia ospitava un gatto nel suo zaino.

ciccio
E rifiutava anche il cibo comune che il padrone gli offriva. “ Si lascerebbe crepare piuttosto che toccare questa porcheria. Probabilmente è più delicato, più aristocratico di noi che ci rimpinziamo di questa porcheria di cibo”.

Un gatto può essere affidabile e amico per la vita. Guarda la micia mia che mi segue da anni come un’ombra ( è pure di colore nero ) e mi aspetta anche fuori la porta del bagno così che tutti sanno dove sto. Una gatta andava a visitare quotidianamente Sigmund Freud , entrava dalla finestra della stanza, si tratteneva sul suo famoso divano, beveva fino all’ultimo una tazza di latte che l’aspettava sempre e poi andava via per tornare puntualmente il giorno successivo.

puzzola
E a proposito di gusti alimentari James Joyce offriva al suo gatto color biscotto pane e burro che l’animale gradiva oltremodo.

Fusa, graffi e libertà , dunque la caratteristiche di quest’animale . Proprio la libertà dei gatti affascinava Guy De Maupassant :” Va in giro come gli piace, può dormire in qualsiasi letto , vedere tutto, sentire tutto , conosce tutti i segreti, tutte le abitudini e le vergogne della casa . . E’ a suo agio ovunque “. Hippolyte Taine in “ Vita e opinioni filosofiche di un gatto , Nottetempo, pp.48 dichiarava “ Ho incontrato molti gatti e molti filosofi ,ma la saggezza dei gatti è infinitamente superiore”

[ Fonte : Carl Van Vechten : Una tigre in casa Traduzione di Marco Simonelli ,Elliot, Roma pp.380 ,euro 17,50)

Eremo Via vado di sole, L’Aquila, mercoledì 8 dicembre 2010



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