mercoledì 22 dicembre 2010

GRAFFITI : Famiglie in salita . Povertà ed esclusione

GRAFFITI :Famiglie in salita .Povertà ed esclusione

Rapporto 2009 su povertà ed esclusione sociale in Italia a cura della Caritas e della Fondazione E.Zancan

Con il nono rapporto su povertà ed esclusione,Caritas Italiana e Fondazione Cancan interrogano ancora una volta il mondo politico italiano rispetto a fenomeni che, lasciati a se stessi, stanno dilagando nella nostra società. Come è risaputo, le cifre italiane sui minori in situazioni di povertà, sono tra le peggiori a livello europeo . Il rapporto pone quindi l’accento sull’impoverimento che nel corso del 2009 , a seguito della crisi economica internazionale, ha colpito le famiglie, soprattutto quelle che presentavano già fattori di rischio , tra i quali la numerosità e la presenza di minori.

La tesi, o la speranza , che fa da fil rouge al rapporto , è che gli effetti della crisi contribuiscano a porre all’attenzione della classe politica il problema dei poveri. Questi ultimi appartengono infatti,anche al ceto sociale medio ,e in parte sono la massa di lavoratori precari generata dalle ultime politiche pro-occupazione. Altra speranza espressa nel rapporto è che la questione dell’inclusione sociale e della lotta alla povertà venga finalmente affrontata partendo da una critica più generale all’attuale sistema economico liberista ,critica di cui il messaggio teologico e pastorale cristiano di cui vuole farsi portatore il rapporto.

Vari sono i livelli in cui il fenomeno viene presentato dagli estensori del rapporto. Viene innanzitutto richiamata la proposta per un piano nazionale di lotta alla povertà che dovrebbe avere come territori operativi di riferimento le Regioni e i Comuni. Viene perciò descritta la situazione attuale degli interventi locali , mentre per quanto riguarda le responsabilità dell’amministrazione centrale , si tenta di verificare come il dettato costituzionale sullo “ sviluppo economico ,la coesione e la solidarietà sociale , per rimuovere gli squilibri economici e sociali (art.119,c 5 della Costituzione)insieme alle disposizioni sul federalismo, i livelli essenziali e la perequazione quale criterio di distribuzione delle risorse , trovino applicazione nel Rapporto nazionale sulle strategie per la protezione e l’inclusione sociale (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, novembre 2008)

Nodo centrale delle strategie governative, secondo gli studiosi, è che esse prevedono trasferimenti monetari ma non servizi.

Il problema della povertà si manifesta in modo variegato ed ha diverse cause, esso richiede perciò risposte multiple e complesse, non contemplate purtroppo dal sistema sanitario e sociale italiano definito sistema 2 del pronto soccorso”, dove le azioni si fermano all’emergenza.

Queste criticità emergono in tutta la loro drammaticità nelle politiche familiari , dove le misure di sostegno economico risultano irrisorie per il singolo e non toccano il centro della questione.

Come già nel rapporto dell’anno precedente si sottolinea l’importanza fondamentale dell’erogazione di servizi quale passo per sostenere veramente le famiglie a basso reddito in difficoltà nella gestione dei loro impegni familiari.

Vengono passati dunque in rassegna alcuni modelli preso in prestito dagli Stati Uniti e dal regno Unito , per arrivare poi ad esempi di casa nostra , che hanno trovato sviluppo in Toscana e in Veneto.

Guardare in faccia la povertà e comprenderla vuol dire investire sulle persone , sugli strumenti che si utilizzano , sulle loro interazioni. E’ quanto affermano in un loro studio Francesco Marsico e Antonello Sciaddone dal titolo “ Comprendere la povertà. Modelli di analisi e schemi di intervento nelle esperienze di Caritas e Isfol. . Queste due associazioni hanno scambiato e quindi messo in comune le loro banche dati così che il loro patrimonio informativo ha permesso, anche in questo caso di riflettere sul problema della povertà.

Nell’ultimo decennio gli indicatori di povertà si sono resi più numerosi e complessi per cui molte sono le rilevazioni in questo settore a cominciare dalla Banca d’Italia passando per l’Istat .

Aver introdotto il concetto di esclusione sociale ha permesso di affrontare ( cosa che con il solo reddito non era possibile) la questione della povertà mostrandone la sua multidimensionalità e multifattorialità.

Tutto questo perché la pesatura quantitativa dei fenomeni sociali rende possibili la comprensione degli universi dei bisogni e la conseguente riflessione sulle politiche.

Narrare la povertà in questo modo è rendere anche possibile un discorso pubblico su di essa ,per interrogarci collettivamente sui processi che la generano sulle cause che dovrebbero essere rimosse. Le povertà rese osservabili dovrebbero essere assunte come un test impegnativo a cui sottoporre ogni comunità ,per verificarne la capacità non solo di riconoscere i diritti individuali , ma di garantirli ponendo in essere politiche di inclusione.

[ Le foto sono di Romeo Fraioli ]


Eremo Via Vado di sole, L’Aquila,mercoledì 22 dicembre 2010



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