domenica 12 dicembre 2010

SILLABARI : Tradimento

SILLABARI : Tradimento


Nelle ultime settimane il vocabolario dei politici si è arricchito di una parola importante e interessante : tradimento. A proposito e a sproposito, si va dai toni di Antonio Di Pietro a quelli di Silvio Berlusconi per indicare un’azione politica che richiama comportamenti che in altre stagioni si sarebbero chiamati :voltagabbana, cambio casacca, cambiamento di idee, trasmigrazione, trasformismo e via dicendo .Tutti dunque parlano di tradimento ma in realtà, che cos’è il tradimento ?Scrive Wilma Torselli in www.antithesi.info/testi /testo 2:"[…] Tradimento e tradizione hanno la stessa origine etimologica, vengono dallo stesso ceppo, esprimono varianti di uno stesso segno. Tradere, verbo latino che sta per "consegnare". Gesù fu tradito da Giuda, che lo consegnò ai suoi giudici. Ma l'intera verità del nostro mondo giudaico-cristiano ci è stata consegnata fra mille tradimenti, e riposa (si fa per dire) nel corpo della tradizione. La morale della fedeltà, quella che prescrive non già di cercare e capire ma di vivere in obbedienza e amore a quanto è stato rivelato, a quanto si crede da generazioni, ha un senso nell'ortodossia religiosa e si innalza su un fondamento biblico. Trasportata nella storia è puro nonsense, rassegnazione intellettuale, animalità meno che canina, diabolica perseveranza. Se scavate dentro la parola, se non vi accontentate della morale della fedeltà, vi accorgerete che il peggiore tradimento, e forse l'unico, è quello che si commette contro la propria libertà."(Giuliano Ferrara, "Ai comunisti. Lettere da un traditore", Laterza, 1991). Il verbo tradire (il latino tradere), porta con sé il significato di "consegnare" un ordine precostituito, un sistema preesistente, "in nome di una nuova "consegna", di un nuovo ordine, di un nuovo sistema. Esso sancisce dunque il dramma del passaggio dal vecchio al nuovo e quindi in sostanza l'eterno dramma del processo evolutivo. Il tradimento ha dunque sempre a che fare con l'abbandono da parte di un sistema di precedenti regole o configurazioni a favore della novità". (Ada Cortese) La parola tradizione, anche in architettura, ha quindi il significato di trasportare, di consegnare ai posteri un sistema, un ordine, un insieme di regole, di norme consolidate, senza perdere di vista che è termine avente in sé il senso di passaggio, di conversionedal vecchio al nuovo, di abbandono, di tradimento di ciò che è stato a favore di ciò che sarà. Come scrive ancora Ada Cortese, psicoanalista e sociologa, "quando la nuova regola o configurazione si afferma, il tradimento si trasforma in tradizione [……] Proprio questo è il significato etimologico della tradizione: essa è la storia dei tradimenti passati". Il processo evolutivo, necessario ed ineluttabile, si compie quindi all'interno della dinamica tradizione-tradimento, attraverso l'abbandono dell'ultima "consegna" ereditata dalla storia, che verrà tradita in nome della prossima, senza tradizione non c'è cambiamento, senza tradimento non c'è modernità. Queste mie considerazioni prendono spunto anche dall'incipit del programma del prossimo Convegno di Parma," LE FORME DELLA TRADIZIONE": [...] Tradizione è sinonimo di continuità: la parola si usa quando si vuole porre l'attenzione su una cosa od un concetto, che richiamano un valore ancorato al passato, o al patrimonio di conoscenza collettiva, o semplicemente alla prassi costruttiva consolidata. Tradizione, dal latino "tradere", significa propriamente trasmettere: è il peso delle cose del passato tradotte nel presente. La definizione è riduttiva, superficiale, incompleta, equivoca e fuorviante, prende vita da quel concetto deteriore di tradizione che Walter Benjamin definisce conformista ("in ogni epoca bisogna combattere per impedire che la tradizione venga sopraffatta dal conformismo che cerca di soffocarla"), non esiste, come recita più avanti lo stesso documento, "una logica tradizionale di continuità e di cauta perturbazione", se non nell'ambito non già della "tradizione", ma della "traduzione" (il latino "trans-ducere", trasportare, "trans loca et tempora ducere"), che in campo culturale rischia sempre di essere un'operazione di inutile dietrologia e di sterile "rassegnazione intellettuale". Il '900 è stato un secolo di cultura "contro", ma la sua forza produttiva di nuovi linguaggi e di straordinarie innovazioni risiede, per quanto contradditorio possa sembrare, nella tradizione, negata, vilipesa, rifiutata, tradita e proprio per questo sempre presente, seppure in dialettica marcatamente oppositiva: questa è l'importante funzione della "tradizione" e di tutto il tesoro di conoscenza che vi sta nascosto, non già la sua possibilità di "essere espressione di opposizione" a più o meno temibili trasformazioni della modernità e consolatorio paravento alla mancanza di creatività e al timore del nuovo.”

Ma il tradimento è un costume italiano ? A sentire Luca Telese che scrive quello che segue sembra proprio di si :

“Fatevi caso. Sembra che il tradimento sia qualcosa di più di un incidente o di un’ingiuria, nella storia italiana, quasi un passaggio inevitabile. La storia dell’Impero romano e la stessa epica riposavano sul fondamento mitologico del tradimento fraticida tra Romolo e Remo (non “Remolo”, quello è un mito ad personam del Cavaliere). L’Italia risorgimentale nasce sul tradimento della Francia, visto che i garibaldini approfittavano della sconfitta di Sedan per conquistare Roma. La prima guerra mondiale ha fatto l’Italia nelle trincee del Carso, dopo aver tradito l’alleanza con gli imperi centrali. La seconda guerra mondiale l’abbiamo cominciata con l’Asse e finita con i partigiani, grazie al doppio tradimento, quello del 25 luglio e quello di Badoglio. E andando a stagioni più recenti: Martelli tradisce Craxi, D’Alema tradisce Occhetto, Bossi tradisce Berlusconi inventando il ribaltone, Veltroni e D’Alema tradiscono ( due volte!) Prodi.

Forse dobbiamo mettere da parte la retorica e provare a immaginare che il tradimento in Italia sia qualcosa di diverso da una ingiuria o una carognata, ma l’unico modo che il nostro paese si é dato per sfuggire alle gabbie dell’ideologia e alla prigione dei fanatismi. Forse il tradimento da noi é qualcosa di più complesso, l’unico sistema di autocorrezione che il Paese dei Borgia ha trovato per emanciparsi dai suoi errori.”.

Non a caso ci sembra utile richiamare citazioni sul tradimento.

  • C'è più onore in tradire che in esser fedeli a metà. (Giovanni Giudici)
  • Chi non ha mai provato l'estasi del tradimento non sa nulla dell'estasi. (Jean Genet)
  • Il tradimento è simile ai diamanti: non ci guadagna chi commercia al dettaglio. (Douglas Jerrold)
  • Il tradimento non trionfa mai: qual è il motivo? | Perché se trionfa, nessuno osa chiamarlo tradimento. (John Harington)
  • L'amore è tutto ciò che si può ancora tradire. (Andrea Pazienza)
  • L'ultima tentazione è il tradimento più grande: fare la cosa giusta per la ragione sbagliata. (Thomas Stearns Eliot)
  • La Timidezza genera l'Indecisione, l'Indecisione genera il Tradimento. (Warhammer 40.000)
  • Le donne tradiscono quando stanno male, gli uomini quando stanno bene. (Filippo Facci)
  • Non tradire chi ti sorride: potrebbe avere la morte nel cuore e regalarti ugualmente un po' di vita. (Jim Morrison)
  • Quando la fortuna lusinga, lo fa per tradire. (Publilio Siro)
E qualche proverbio
  • Chi ad altri ordisce tradimenti, a sé prepara pentimenti.
  • Chi ama donna maritata, la sua vita tien prestata.
  • Chi guarda la moglie del compagno, cozza con le corna degli altri.
  • Chi le porta [le corna] è l'ultimo a saperlo.
  • Coi traditori né pace né tregua.
  • Dio mi guardi da furia di popolo, da cattiva giustizia e da mano di traditore.
  • È meglio aver che fare coi matti che con i traditori. Da due cose guardi Iddio ogni paese: da mano di traditore e da ribellione di popolo.
  • I traditori pigliano l'uomo alle spalle.
  • Il consiglio del traditore è come la semplicità della volpe.
  • Il mal del traditore va col pelo.
  • Il tradimento e l'inganno non arricchiscono.
  • Il tradimento sta sempre in agguato.
  • La pena del tradimento cade sempre sopra il traditore.
  • Le corna sono come i denti: fanno male quando spuntano, ma poi servono per mangiare.
  • Nessun cane tradisce il suo padrone.
  • Nessun tradimento restò mai nascosto.
  • Non c'è traditore senza sospetto.
  • Tradimento piace assai, traditor non piace mai.
  • Un traditore ha molte armi per ferire.
  • Uomo nasuto, di rado cornuto.
  • Chi ha tradito, tradirà!

E ci aiuta infine e per il momento anche Alberto Volpi nel suo libro : “ L'ordine violato. Il tradimento nell'opera di Alessandro Manzoni” a capire forse di più sul tradimento perché “ il l tradimento” attraversa la cultura occidentale con profonde ramificazioni e antichissime radici. Adamo, rompendo i patti con Dio, precipita l'umanità nel peccato a cui Cristo rimedia attraverso l'infedeltà di Giuda, antonomasia del traditore. Accusa infamante come nessun'altra e crimine meritevole di morte, il tradimento prolifera nella vita politica e allunga la sua ombra inquietante sulla vita quotidiana, non risparmiando la sfera dei sentimenti tra familiari, amanti e amici. Il traditore, figura esecrata, si ammanta tuttavia di un fascino ambiguo per la potenza del segreto che custodisce, il gioco coperto e pericoloso che conduce con astuzia e abilità teatrali fin quasi sulla soglia della follia. Il cattolico Manzoni coglie con drammaticità la diffusione generalizzata del tradimento nella storia, lo sviamento che crea nei disegni stabiliti dall'alto, l'inutile retorica che si accompagna alla ridda dei punti di vista. Pronto a usarlo quale strumento estetico di svolta nelle narrazioni, si confronta soprattutto con la sua portata morale. Ci offre così, sempre affondando il bisturi dell'analisi, figure complesse di traditori in trame aggrovigliate, cercandovi con fatica una via d'uscita che ristabilisca, infine, l'ordine violato.


Eremo Via vado di sole, L’Aquila, domenica 12 dicembre 2010



Nessun commento:

Posta un commento