domenica 19 dicembre 2010

I HAVE A DREAM : Una introduzione

I HAVE A DREAM: Una introduzione


“I have a dream” ( Io ho un sogno )è una frase famosa e di “bell’aspetto” .Non solo come premessa ad un discorso ma anche per quello che molti uomini e donne comuni e meno comuni hanno fatto seguire a questa premessa.

“I have a dream” è un titolo contratto di un discorso in cui si parla di affetti,passioni,ragioni, società ,potere, conflitto ,credenze. E di molto altro ancora.

Multiformi aspetti dell’esperienza e quindi della vita si intrecciano con i valori etici nei quali etica è intesa (éthos) di poco differente all’abitudine (èthos) nel vocabolario aristotelico.

“I have a dream” è un modo di stare al mondo e di non perdere l’abitudine ad un’etica piena forse di vizi e di virtù ma etica. E in tal senso,etica , prima di avere a che fare con il dovere, con quello che si deve fare o non si deve fare, identifica “forme del vivere” che sono visioni del mondo . E quindi regole generate da convinzioni e prescrizioni associate ad idee che portano ad una sola certezza: non vi è morale senza assunzione di responsabilità.

“I have a dream" è costituirsi in soggetto morale come dice appunto Focault: “ Se è vero che ogni azione morale implica un rapporto con il reale in cui si compie e un rapporto con il codice a cui si riferisce , è vero altresì che essa implica un rapporto con se stessi , e questo rapporto non è semplicemente ‘coscienza di sé’, bensì costituzione di sé come soggetto morale .”

Cosa che è più che mai urgente nel mondo attuale, in questo nostro paese, in questa nostra società per trovare stabilità alla deriva che molti fattori (politici, economici, relazionali ecc.) contribuiscono ad alimentare.

Ma l’idea di morale e di virtù ( e perché anche di vizio ) non è esercizio solitario ma è legato al rapporto con gli altri.

“I have a dream” è l’esternazione di sogni che vogliono dire ciò che l’uomo deve fare e ciò che deve evitare ma è anche il luogo in cui c’è posto per gli altri siano essi poveri, malati, immigrati ,anziani ,disabili .

“I have a dream” con questa introduzione avvia il suo cammino in questi post e per ben dargli il benvenuto non posso far altro che accoglierlo con una poesia :

Avevamo fame e freddo

la legna per scaldarsi non bastava mai

e portavamo le pezze sui fondelli

dei pantaloni .

Lavavamo il sudore delle ascelle

nelle catinelle

di acqua fredda anche in inverno

e dormivamo appena faceva buio.

Per il corso passavano asini dalle some

cariche di ceppe

e carretti di frutta e verdura tirati da cavalli .

Figli di padri marxisti immaginari

e cattolici un poco praticanti

dormimmo nelle scuole

per gridare uguaglianza e libertà

e gli anni sessanta erano allora

quasi finiti.

Avevamo nel cuore un sogno

che le P38 non riuscirono ad impallinare

ed è lo stesso che dorme nel cuore

dei nostri nipoti : un mondo migliore

di quello di allora che non riusciamo

a rimpiangere

e che ci accompagna ancora

chiuso nel cuore di chi ha conservato un cuore

per i sogni,la fantasia e la libertà.

[I dipinti sono di Pieter Aertsen]


Eremo Via vado di sole ,L’Aquila , domenica 19 dicembre 2010



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