martedì 19 aprile 2011

FOGLI DI SERA : “Non io ti manco, tu mi manchi “

FOGLI DI SERA : “Non io ti manco, tu mi manchi “

Questi sono i pomeriggi delle more. Poi verranno i giorni dell’autunno con i boschi pieni di castagne. Ora la sera fa un po’ caldo. La mite temperatura invita a restare fuori casa. Nel pomeriggio assolato cerchiamo le more tra le siepi della strada. Ora non sono più impolverate. Non ci passa più nessuno per questa strada. Sono i giorni che si raccolgono, si lavano e si cuociono per le composte, le marmellate da magiare durante l’inverno. I giorni dell’inverno con la legna accatastata fuori l’uscio per il camino. E dell’autunno sono i giorni della raccolta della legna da ardere in inverno. In questi giorni ora in cui si pensa all’immediato futuro la sera non guardo la tivvù ma rileggo i racconti ,quelli scritti dagli uomini e dalle donne che preferisco, che fanno ridere , che fanno piangere. Alcuni di quegli uomini e di quelle donne li posso vedere e ascoltare appunto in tivvù, attraverso i loro blog e qualche volta da vicino quando vengono in questa città . Altri li guardo in foto. Foto piccole e grandi che conservo sparse qua e là nella stanza. Qualcuna attaccata con il nastro agli sportelli dei mobili. Qualcun’altra incorniciata. Qualcun’altra come segnalibro.

E li saluto ogni giorno . Riparto ogni tanto dai primi racconti .Quelli che ho letto da adolescente. Quelli che loro hanno scritto proprio in alcuni momenti .Sono storie di delitti d’amore, di principesse, di serve ma anche di uomini che si trasformano in grandi insetti. E poi ci sono frasi, espressioni, ed emozioni.

Quelle emozioni che mi tornano nel cuore e nella mente quando penso a te. Sono due anni che le tue ossa si asciugano nel nostro cimitero, dove dormono i nostri genitori e i nostri amici. Sta lì appena fuori della città e da casa possiamo raggiungerlo a piedi. In un metro di terra di fronte a te ho piantato una rosa. Una rosa che mi hanno regalato per te. Non riesco a potarla perchè essa pure è fragile, come te. Che ora dormi e che alla finestra di casa asciugavi i capelli al sole di maggio quando ti svegliavi . Lavavi il sonno e il mio odore .

Quest’anno l’inverno si è spinto fino a metà primavera e all’improvviso, vedrai , verrà l’estate . Quella che stiamo mettendo assieme un giorno alla volta. E ho continuato a piangere durante l’inverno che non finiva mai nel cavo delle mani perché non cadesse goccia a terra.

Ho staccato dalla stanza le tue cose e le ho portate qua . E dicevo neanch’io resto , se vai. Poi mi sono confuso e ho aspettato. Aspetto .

L’ultimo capoverso d’un libro che sto leggendo mi introduce nella mente come il chiasso di un quartiere in festa . L’ho letto come una lettera e stasera è come un salvacondotto per il sonno di questa sera. Questa sera non io ti manco , tu mi manchi .

[ Le foto sono di Ida Rossi ]

Eremo Via vado di sole, L’Aquila, martedì 19 aprile 2011

Nessun commento:

Posta un commento