martedì 12 aprile 2011

GRAMSCIANA : I risultati che attendiamo

GRAMSCIANA : I risultati che attendiamo

Nei mesi scorsi ho riletto alcune pagine di Antonio Gramsci condividendole in queste note con chi ha la voglia e la pazienza di leggerle.

Mi sembra importante e interessante guardare a quest’uomo e al suo pensiero in un momento in cui molte sono le incertezze e poca la voglia di ripensare questo paese e la sua storia. Sono molte volte partito , per apprezzare le analisi di Gramsci sia nel campo della politica che della cultura da quella sua formidabile affermazione “ Sono pessimista con intelligenza, ma ottimista per volontà “ ( 19.12.1929) che tradotto in altre parole si richiama al pessimismo dell’intelligenza e all’ottimismo della volontà. Nella mia formazione di adolescente la lettura di Gramsci ha avuto un suo posto non dico privilegiato ma importante alla pari con altri autori . A differenza di molti altri però molti scritti di Gramsci conservano una formidabile attualità.


Ecco perché Davide Bidussa e l’editore Chiarelettere si sono inventati una edizione di alcuni scritti di Gramsci dal titolo Odio gli indifferenti collana Instant Book

Non è un riassunto dell’immensa mole di scritti dello studioso e politico sardo e neppure un’antologia banale. Odio gli indifferenti è piuttosto un oggetto che a prenderlo in mano e sfogliarlo, attrae (dovrebbe attrarre) l’attenzione di un lettore odierno che va un poco in fretta , giovane , curioso attento. Intanto perché i titoli dei capitoli sono “ripensati” riflettendo sul contemporaneo pur conservando la dicitura originale (una verità che sembra un paradosso diventa Politici inietti . Elogio di Ponzio Pilato è ora I doveri di un giudice. Il canto delle sirene si trasforma in I professionisti della guerra. Al di là della constatazione di quanti malesseri della società del 2011 siano uguali a quella della stagione 1917-18, lo sforzo di queste pagine, per altro semplice ,è quello di trasmettere ,l’entusiasmo di fare qualcosa in questo paese . Proprio in linea con quella riflessione iniziale che facevo aprendo questa nota.

La politica dunque non è mai solo forza ma autorevolezza e l’autorevolezza dei senza potere è intelligenza che si accompagna a volte alla passione.


E proprio per tener fede a quanto dicevo all’inizio di questa riflessione in queste note continuo a riportare brani di Antonio Gramsci.

Ecco uno scritto apparso su Avanti, edizione piemontese non firmato ma attribuibile a Gramsci il 17 novembre 1919 con il titolo che ho dato a questa nota :” I risultati che attendiamo”

Pur essendo stato scritto quasi un secolo fa mi è sembrato di forte attualità rispetto alle vicende della guerra in Libia e alle attese della sinistra per le prossime elezioni politiche nel nostro paese.


“L'Italia è entrata in guerra per la volontà pervicace di un pugno di facinorosi e di avventurieri. Ma costoro non sono stati che l'espressione vivente di una situazione storica generale. L'Italia era attanagliata dalla: necessità capitalistica europea: la sua vita era una vita di riflesso, in economia e in politica. I partiti politici non nascevano da condizioni inerenti alla struttura dell'apparato di produzione industriale e agricola della nazione. I partiti politici nascevano piuttosto dalla necessità di sistemare la posizione dell'Italia nell'internazionale capitalista, e la loro azione era rivolta a costringere l'apparato nazionale di produzione nella forma imposta dagli imperialismi economici stranieri. Da queste condizioni morbose di vita economico-politica è stata determinata la fortuna del pugno di facinorosi e di avventurieri che precipitò l'Italia in guerra.

Durante la guerra si è verificata, nel corpo sociale della popolazione italiana, una serie di fenomeni di una gravità e una portata storica eccezionali. Le forze politiche organizzate, che dominavano e imprimevano una forma alla società italiana, hanno subito un processo di disintegrazione totale, hanno' perduto ogni contatto gerarchico con le masse.E le masse sono entrate in movimento. Premute, tiranneggiate, sfruttate, affamate dalla implacabile macchina dello Stato borghese, le masse hanno acquistato un senso .e una direzione. L'individualismo .animalesco, proprio delle popolazioni arretrate e senza cultura, è morto, Gli uomini .si sono aggruppati, l'umanità italiana è diventata società, finalmente, Ma qual è il senso e la direzione delle masse?


È, un solo senso e una 'sola direzione, cosciente in tutto il corpo sociale, o è' solo ancora una 'molteplicità di movimenti incomposti di chi cerca se stesso, di chi sente la propria inorganìcità' e cerca diventare un organismo unitario, una compattezza, una disciplina?

Ecco uno dei risultati che i socia1ìsti attendono, dall'.elezioni.e non dei meno importanti. Ed .ecco' perché i. socialisti consapevoli del processo di sviluppo della rivoluzione hanno voluto che il partito partecipasse attivamente alle elezioni. Uuna delle condizioni di trionfo della rivoluzione è l'organicità unitaria e accentrata della psicologia popolare, è quindi l'esistenza della società umana con una sua configurazione reale e precisa. Era necessario'. un avvenimento pre rivoluzionario che facesse convergere simultaneamente l'attenzione delle folle sugli stessi problemi e sulle soluzioni che di questi problemi propongono le varie correnti politiche. Era necessario che la classe dirigente da una parte e le moltitudini dall'altra fossero costrette ad assumere una fisonomia, a uscire. dall'indistinto generico e tumultuoso prodotto della guerra, a distinguersi, a differenziarsi in tendenze e, in, correnti unitarie.

Le elezioni daranno una prima risposta a queste attese. Da questo punto di vista esse hanno una importanza storica di, prim'ordine, esse segnano una svolta decisiva nella' vita del popolo italiano, perché riveleranno all'uomo politico il senso" e la direzione delle.masse e perché reagiranno sulle masse stesse, dando loro consapevolezza unitaria del loro essere e del movimento d'insieme.”


Eremo Via vado di sole, L'Aquila,
martedì 12 aprile 2011

Nessun commento:

Posta un commento