giovedì 21 aprile 2011

ET TERRA MOTA EST : La voce degli urbanisti

ET TERRA MOTA EST : La voce degli urbanisti

Vezio De Lucia “Recuperare il centro : è questa la vera sfida”

La ricostruzione del centro storico è ancora il problema fondamentale dell'Aquila. E si può affrontare solo immaginando il suo recupero integrale. Com'era e dov'era.

Vezio De Lucia è stato fra i primi urbanisti a impegnarsi attivamente dopo il sisma (ìnsìeme ad altri ha - scritto Non si uccide così anche una città?).

Perché è il problema fondamentale?

«L'Aquila è disseminata in più di cinquanta frazioni e il centro era il luogo ordinatore, dove c'era tutto, le istituzioni, l'università, il commercio. Racchiudeva le identità cittadine. Questa funzione la svolgeva prima del terremoto e dovrebbe svolgerla tanto più ora che la dispersione abitativa è appesantita dalle 19 cosiddette new toums».

E invece?

«Senza centro non c'è una città, ma un agglomerato edilizio. Il centro è abbandonato. Eppure è danneggiato, in molti casi gravemente, ma non distrutto. I crolli sono relativamente pochi. È possibile intervenire con un restauro per il quale abbiamo eccellenti competenze».

Ma non si interviene. Di che cosa c'è bisogno?

«Occorre tornare ad una gestione ordinaria, bandendo ì commìssarìamentì, Tutto deve passare nelle mani dell'amministrazione comunale. Ora iniziano ad arrivare i fìnanzìamenti. Ma fin da subito si poteva usare la disciplina prevista dal vecchio piano regolatore, mentre ci si è baloccati inventando complicazioni burocratiche che hanno sfinito la popolazione. Finalmente si è capito che non si potevano indennizzare integralmente solo le prime case, perché cosl non si sarebbe ricostruita neanche la metà degli edìfìcì, Ma ci sono voluti due anni “.

Federico Oliva : “Quelle 19 town un errore definitivo”

L'Aquila si è sbagliato tantissimo», secondo Federico Oliva, professore a Milano e presidente dell'Inu, Istituto nazionale di urbanistica. «Se si ha in mente di ricostruire una città, bisogna partire dal centro storico. Se invece si hanno altri obiettivi, si possono anche immaginare strade diverse: ma così non si rimette in piedi il tessuto complesso di un organismo urbano».

Ricostruire il centro com'era e dov'era?

«Dov' era, senz' altro. il com' era è una questione che mi appassiona meno. Ogni epoca ha il suo linguaggio».

Lei è favorevole a introdurre edifici moderni in un contesto antico ?

«Sì. Mettendo mano alla ricostruzione di un' area così vasta come il centro dell'Aquila è indispensabile. Anche se devo ammettere che non abbiamo dato buone prove in passato. Ma a L'Aquila certi condizionamenti di tipo speculativo non dovrebbero esserci, trattandosi comunque di una ricostruzione tutta affidata al pubblico . Rispettando una serie di vincoli e muovendosi delicatamente in un contesto pregiato, il moderno può convivere con l'antico».

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Che errori si sono commessi a L'Aquila?

«Si è deciso per motivi politici di ricostruire subito una parte definitiva della città: i 19 nuovi insediamenti. Che sono stati localizzati senza tenere in nessun conto questioni urbanistiche, ma solo la disponibilità delle aree».

Con quali conseguenze per la città?

«È stata irreparabilmente compromessa la sua forma futura. E inoltre sono state sottratte risorse e attenzioni alla ricostruzione del centro 'storico. Che invece era il punto da quale partire».


Eremo Via vado di sole, L'Aquila,
giovedì 21 aprile 2011

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