sabato 9 aprile 2011

SETTIMO GIORNO : Il sabato di Lazzaro , vigilia della quinta domenica di quaresima

SETTIMO GIORNO : Il sabato di Lazzaro , vigilia della quinta domenica di quaresima


Così dice il Signore Dio : “Ecco, io apro i vostri sepolcri ,vi faccio uscire dalle vostre tombe , o popolo mio , e vi riconduco nella terra d’ Israele . Riconoscerete che io sono il Signore , quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri , o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore . L’ho detto e lo farò. ( Ezechiele 37,12-14)

La risurrezione di cui parla il profeta ha un senso terreno e politico: si tratta infatti del ritorno dall'esilio, di una nuova esistenza del popolo nella terra di Israele. Sotto questo profilo, l'annuncio del profeta si realizzò solo in parte: il popolo venne di nuovo ad abitare nella Terra Promessa, ma senza mai riacquistare una vera indipendenza e una vera unità, tra discordie, divisioni interne, feroci lotte di potere. La profezia dunque resta viva, in attesa di un compimento definitivo, che non riguarda solo il suo significato collettivo. Il fascino delle parole di Ezechiele risiede nella potente immagine poetica dei sepolcri che si aprono e dei morti che riacquistano spirito di vita; forse al di là delle intenzioni stesse del profeta, il brano pone una domanda cruciale: fino a che punto Dio è più forte della morte? C'è speranza solo perché la vita del popolo, come collettività, continua, o ci si può aspettare qualcosa di più? A questa domanda, solo il Vangelo può rispondere.

Questa quinta domenica di Quaresima è come un annuncio e un anticipo della Pasqua. Il tema fondamentale della liturgia odierna si riassume, infatti, in una sola parola: risurrezione. - Nella prima lettura "risurrezione" è un'immagine potente a cui fa ricorso il profeta Ezechiele per ridare speranza ai suoi compatrioti sfiduciati: l'esilio è come una "morte", ma lo spirito di Dio può fare l'impossibile: "Aprirò le vostre tombe e vi risusciterò...". - Nel Vangelo la "risurrezione" diventa un fatto reale e un segno: Gesù richiama alla vita Lazzaro, morto da quattro giorni, e proclama: "Io sono la risurrezione e la vita...". - La seconda lettura richiama l'evento della risurrezione di Gesù, operato da Dio Padre mediante il suo Spirito: quello stesso Spirito di Dio che "ci fa passare dalla morte alla vita" nei sacramenti e che costituisce anche per noi principio e garanzia di risurrezione al di là della morte.


Ci ricorda S. Ireneo. "la gloria di Dio è l'uomo vivente"! È l'annuncio di una vittoria totale ed insperata, una vera e propria rigenerazione dell'uomo, una vita nuova; è il superamento della paura della morte e del chiuso di una tomba e l'apertura piena del cielo e l'indicazione chiara della nostra meta finale. In una preghiera liturgica noi ringraziamo Dio perché ci dona molto di più di quanto osiamo sperare: come è vero ciò quanto riflettiamo sul dono dalla risurrezione e della vita! Il Signore pone una condizione indispensabile perché ognuno possa godere di questi suoi doni: dobbiamo vivere e credere in Lui. Ci vengono richieste le virtù della fede e dell'amore. È l'impegno a vivere in intimità di comunione con Cristo per passare dalla vita alla Vita. Il miracolo della risurrezione di Lazzaro nel contesto, lo leggiamo come un segno ed un aiuto per trovare ulteriore conferma nella fede. Sappiamo già ormai che Cristo è padrone e signore della vita, sappiamo che egli ha in se la forza di far tornare a vivere il suo amico, nel sepolcro da tre giorni e gia preda di una incipiente corruzione del suo corpo. Non ci sorprende più che la sua voce, le sue parole abbiano il potere di far tornare in vita: già pregustiamo la gioia ben più profonda di una risurrezione universale e finale che risuonerà il mattino di Pasqua. Questa è la nostra fede, questo è il dono immenso che Dio ci ha fatto, questa è la sorte che ci attende, la vita eterna. Questo vangelo ci offre i motivi fondamentali come anticipazione della gioia pasquale.


Eremo Via vado di sole, L’Aquila,
sabato 9 aprile 2011

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