venerdì 23 marzo 2012

BIBLIOFOLLIA : Best.seller rinascimentali

BIBLIOFOLLIA : Best.seller  rinascimentali

La storia universale pubblicata da Hartmann Schedel a Norimberga nel 1493 un poderoso volume  in-folio, dopo aver raccontato la storia dell'umanità da Adamo fino all'umanista Konrad Celtes, si conclude con una meditazione sulla brevità della vita umana accompagnata da un'illustrazione che rappresenta la danza della morte. La scena finale mostra il giorno del giudizio universale. Una silografia a piena pagina dipinge il Cristo giudice assiso sull'arcobaleno: un giglio spunta dal suo orecchio destro e rappresenta i redenti che si vedono più in basso, mentre gli angeli li conducono in paradiso. Dall'orecchio sinistro esce fuori una spada, che simboleggia la condanna dei dannati che i demoni strappano pei capelli dalle tombe gettandoli nelle fiamme dell'inferno. È strano - scrive un editore moderno - che una cronaca pubblicata nel 1493 finisca col Giudizio universale anziché con la scoperta dell'America! Il dottor Schedel fini il suo manoscritto in giugno e Cristoforo Colombo era tornato nel marzo precedente. Le informazioni  probabilmente non erano ancora giunte a Norimberga e per un cosi piccolo margine di tempo al dottor Schedel sfuggi la straordinaria notizia. « Che valore eccezionale avrebbero oggi le superstiti copie della Cronaca se avessero registrato il grande evento! »
Così scrive l'editore moderno; ma il vecchio dottor Schedel, anche se l'avesse conosciuta, avrebbe probabilmente pensato che la notizia della scoperta di un nuovo mondo non era abbastanza importante per essere segnalata. È difficile che non conoscesse la scoperta del Capo di Buona Speranza, avvenuta nel I488, eppure non ne dice una parola. E la ragione sta nel suo modo di considerare la storia: non come il resoconto dell'espansione sulla terra di una umanità che brama come sommo bene ancor più terra su cui espandersi, ma come la somma di innumerevoli pellegrinaggi che attraversano questa valle di lacrime diretti verso la Gerusalemme celeste. Ognuno di coloro che ora son morti sarebbe risuscitato un giorno presentandosi, assieme all'infinita schiera dei trapassati, davanti al seggio del Giudice per udire le parole: « Sta bene», ovvero: « Allontanati da me nel fuoco eterno» '. Il Cristo sull'arcobaleno col giglio e la spada era una figura assai comune nei libri illustrati del tempo.

Un tempo in cui  La scuola non emancipava da certe  idee, ma rafforzava piuttosto l'educazione ricevuta in casa. Nelle elementari si insegnava ai fanciulli il canto sacro; studiavano a memoria il Sanaus, il Benedictus, l'Agnus Dei ed il Confiteor, e si esercitavano nel canto di salmi ed inni. at!) Assistevano a messe e vespri e partecipa'vano alle pittoresche processioni delle feste. .Le città dappertutto presentavano  lo stesso scenario: campanili, guglie, conventi, preti, monaci di diversi ordini, collezioni di reliquie, suono di campane, proclamazioni di indulgenze, guarigioni nei santuari.

La spiegazione si trova piuttosto nella tensione che la religiosità medievale creava deliberatamente, facendo vibrare di volta in volta le corde della paura e della speranza. Si attizzava l'inferno non già perché gli uomini ne avevano un continuo terrore, ma appunto perché non l'avevano, e per ispirar loro una paura sufficiente a condurli ai sacramenti della Chiesa. Se erano impietriti dal terrore, si introduceva, per mitigarlo, il purgatorio: un luogo intermedio nel quale chi non era abbastanza malvagio per l'inferno né abbastanza buono per il cielo potesse continuare ad espiare. Se questo minor rigore ispirava troppa tranquillità si elevava la temperatura del purgatorio; quindi, si abbassava nuovamente la pressione per mezzo delle indulgenze.

I membri della gerarchia divina, poi, oscillavano tra l'ira e la grazia in un modo che risultava ancora piu sconcertante di quanto non lo fossero le variazioni di temperatura dell'aldilà. Dio veniva raffigurato ora come Padre, ora come Signore del tuono; lo si poteva rabbonire mediante l'intercessione del Figlio, che era più mite di lui, ma che a sua volta veniva raffigurato come un giudice implacabile, salvo che non venisse addolcito da sua Madre, che, come donna, non si asteneva dal raggirare sia Dio sia il diavolo a favore dei suoi devoti; se poi essa era troppo distante si poteva cercare l'appoggio di sant'Anna, sua madre.
Il  modo con cui questi argomenti erano presentati e illustrato graficamente da manuali che erano popolarissimi proprio nel secolo del Rinascimento. L'argomento era la morte, e i « best sellers » del tempo trattavano non del come regolarsi nel pagare l'imposta sull'entrata, ma di come suggire all’inferno. Manuali .intitolati De arte moriendi rappresentavano con orride silografie l'anima del moribondo circondata da spiriti maligni che lo tentavano per fargli commettere il peccato irrevocabile di abbandonare la speranza nella grazia di Dio; e, per convincerlo che non poteva più essere perdonato, gli conducevano dinanzi la donna con cui aveva commesso adulterio o il mendicante che aveva rimandato a mani vuote. Una silografia della stessa serie incoraggiava alla fede presentando esempi di peccatori perdonati: san Pietro col gallo, Maria Maddalena con l'anfora, il ladrone pentito e Saulo il persecutore, concludendo con la breve esortazione: « Non disperare».
Se questa conclusione suscitava soddisfazione di sé, altre rappresentazioni ispiravano timore, La mentalità corrente del tempo è illustrata con chiarezza sorprendente  appunto dalla storia universale dalla quale abbiamo iniziato

Cfr. Roland H. Baiton  Lutero e la riforma protestante   pagg..6-11

Eremo Via vado di sole , L’Aquila, venerdì 23 marzo 2012

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