martedì 27 marzo 2012

GRAFFITI : Buchi neri

GRAFFITI  : Buchi neri

Otto aree di spreco. Otto buchi neri da cui è afffitta l'Azienda Italia. Emergono dal voluminoso documento della Commissione guidata da Piero Giarda, che è stato consegnato al ministro dell'Economia Tremonti, le indicazioni per la manovra da 40 miliardi che sarà varata a fine mese. Sanità, scuola, università, investimenti pubblici, i settori radiografati: la spesa cresce e i denari potrebbero essere utilizzati in modo più efficiente. Solo la dinamica delle pensioni sembra tenere nel decennio 2000-2009 dopo il boom del passato.
«Una tassonomìa per gli interventi di governo della spesa pubblica», si intitola l'introduzione che dietro un linguaggio elegante, corroborato da una mole di dati e , tabelle, mette nel mirino le aree di inefficienza e le falle della finanza pubblica italiana.
Gli sprechi del primo tipo riguardano le «applicazioni di un fattore produttivo in misura eccedente la quantità necessaria . Caso citato: due impiegati fanno un lavoro per cui uno solo sarebbe sufficiente. La seconda categoria di sprechi, individuata dalla Commissione,è il caso in cui lo Stato paga più del valore di mercato. Un esempio frequente? Lo stesso medicinale ha spesso un prezzo differente da Asl aAsl.

La terza area di spreco è senza appello: «Adozione di tecniche di produzione sbagliate e dunque produzione a costi superiori al costo necessario». La sentenza della Commissione non va per il sottile: lo Stato italiano ha la tendenza «inarrestabile» a utilizzare tecniche di produzione con molta manodopera e pochi macchinari. La quarta reprimenda, si collega alla terza: i servizi pubblici in Italia impiegano modi di produzione «antichi e chiaramente più inefficienti e costosi di quelli che avrebbero utilizzando tecnologie più avanzate e innovative». Un paese che procede come un dinosauro in JurassicPark.
Ma anche un paese dove la pubblica amministrazione non si parla - questa è la quinta area di spreco. L'esempio viene da sanità, istruzione e università. «L'esperienza mostra – sentenzia il rapporto - che le decisioni di spesa su questi tre grandi e importanti comparti non prevedono il criterio di valutazione comparata dei benefici associati all' aumento o alla contrazione della spesa in un settore rispetto all'altro». Segnalano poca lungimiranza gli sprechi del «tipo 6» e del «tipo 7»: i benefici futuri non vengono  rapportati ai costi come è avvenuto negli Anni Novanta con l'Alta velocità ferroviaria e non si conosce la dinamica della spesa in termini reali in rapporto ai servizi prodotti.
Infine lo spreco dell' ottavo tipo che va a colpire al cuore il  nostro sistema di Welfare: «Le politiche di sostegno dei redditi degli individui o delle famiglie bisognose possono generare disincentivi che riducono la crescita dell' economia e trasformano le condizioni temporanee di bisogno in condizioni permanenti di dipendenza». Un j'accuse all' assistenzialismo.
Se queste sono le linee guida di intervento, tre séttori - sanità, scuola e università  vengono scandagliati a fondo. In primo piano la spesa sanitaria: tra il2006 e il 2009 la spesa è cresciuta del 12,9%.contro  un incremento del Pil dello 0,8.
Spicca la crescita del 4,1% della spesa per prodotti farmaceutici, e quella  del 17,6%per1'acquisto di beni e servizi.
L'assegno che lo Stato ogni anno paga per l'istruzione scolastica è pari a 42 miliardi, in termini assoluti non è tra le  più alte dell'area Ocse, ma se si guarda la spesa per il personale ci si accorge che assorbe 1'81,5% del totale contro il 79,2 dei paesi maggiormente industrializzati. E in Italia gli studenti per classe sono meno che altrove: 21 nel nostro paese per la scuola secondaria, 23 in Inghilterra, 24,7 in Germania, 23,2 nella media Ocse.

Fonte Roberto Petrini  Opere supercostose ,farmaci fuori mercato , ecco gli otto grandi sprechi della spesa pubblica. La Repubblica 20 giugno 2011

Eremo Via vado di sole, L'Aquila, martedì 28 marzo 2012

Nessun commento:

Posta un commento