sabato 31 marzo 2012

SILLABARI : Spreco

SILLABARI  : Spreco

Scrive Dario De Vico su Il Corriere della sera del 30 marzo  in   “Il precipizio è ancora lì”:
“Ci consideravamo in salvo e invece non lo siamo affatto. In estrema sintesi è quanto sta avvenendo in queste ore sui mercati finanziari. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi in poco tempo è risalito di 50 punti tornando a quota 340 e quel che è peggio il pendolo si è mosso con la rapidità dei giorni dell'incubo. Il vantaggio, seppur relativo, che avevamo conquistato sulla Spagna si è ridotto a 23 punti. La Borsa di Milano ieri ha lasciato sul terreno il 3,3% ed è stato il maggior ribasso europeo della giornata. Eravamo convalescenti, ci siamo descritti come guariti anzitempo e invece siamo costretti ad arrenderci alla cruda verità: siamo ancora malati. E quel che è più grave siamo ricaduti nei vecchi errori, appena il burrone ci è sembrato più lontano tutto è tornato come prima.
Abbiamo rimontato il vecchio teatrino e ognuno ha ripreso in mano quasi in automatico lo stanco copione di sempre. Il giudizio delle forze politiche si è fatto irridente nei confronti dei mercati dimenticando che abbiamo metà del nostro debito collocato all'estero e dobbiamo comunque nei prossimi mesi rinnovarlo. Il dibattito sulla riforma del lavoro è diventato rissoso e la scelta di usare lo strumento del disegno di legge è stata letta come un segno di debolezza del governo e la soluzione più favorevole alle imboscate e alle lungaggini parlamentari. Si è ricreata nei partiti e nelle forze sociali una sindrome del «liberi tutti», l'interesse generale è sparito dai monitor e si è tornati a sostenere le posizioni più intransigenti o comunque inconciliabili tra loro. La responsabilità è stata messa da parte e la rimozione è stata giustificata con l'imminenza delle Amministrative in una manciata di città! Ma attenzione, il nostro tasso di affidabilità internazionale non è ancora tanto diverso da quello di Atene, Lisbona e Madrid. E se solo il vento dell'inflazione dovesse tornare a spirare, anche solo debolmente, la Bce si vedrebbe costretta a restringere la liquidità piuttosto che allargarla come ha fatto nelle settimane scorse.”
Il teatrino  delle tre Italie . Quella legale che paga le tasse. Quella illegale  che non le paga. Quella criminale. In queste tre Italie  il lupo  perde il pelo ma non il vizio  e chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Si tratta del comportamento della politica e del governo tecnico.  La prima. Anzi i primi, intesi come i politici,una volta allontanatisi dal ciglio del precipizio  si comportano come se nulla fosse accaduto o stesse per accadere ( perché può accadere ancora di tutto ). Diciassette anni di questo comportamento e nemmeno la mala parata riesce a  far voltare pagina a questo paese.
Stiamo scherzando con il fuoco . “Stiamo “ perché sembra che una parte di questo paese non ha capito o fa finta di non capire  deliberatamente .  E’ ora di voltare pagina  veramente perché non ci si può permettere collusioni  affari collusi con la politica ,malagente ,corruzione,  tutto intrecciato in un unico inestricabile groviglio.  Non possono più andare a braccetto politici, escort, faccendieri  ,bustarelle, finanzieri poco accorti . Non appena  si allenta la guardia ne accadono di peggio. E dunque anche lo stesso governo tecnico  fino ad ora parco e morigerato ha allentato   la guardia. E il Presidente è stato costretto a tornare sui suoi passi  con una lettera  al Corriere della sera in cui spiegava che  il suo riferimento a politici impopolari e a una politica  disastrata  in fondo non era proprio quello che pensava del tutto .All’interno di uno spreco dal quale anche lo stesso governo tecnico non è esente come non lo è assolutamente la politica  che ha retto le sorti di questo paese.
Lo spreco è lo spreco  della persona in quanto  bene in se stessa , lo spreco della vite in quanto  uniche e irripetibili , lo spreco di una cultura mortificata  e distrutta. Ecco dunque  i suicidi degli  imprenditori ,il precariato, la sofferenza  di chi vede  nel proprio orizzonte disinteresse  da parte dello stato  e della stessa comunità a cui appartiene.

E continua De Vico : “ Come non bastasse, nella stessa giornata di ieri ( 29 marzo )  il ministro Corrado Passera, prima in mattinata ha parlato di una recessione che ci avrebbe accompagnato per tutto il 2012 e poi in serata si è corretto. Lo stesso responsabile dello Sviluppo economico ha spiegato, nel corso dell'audizione parlamentare della mattina, che «si è creato un vero e proprio credit crunch». Peccato che lo stesso Passera, non troppi mesi fa (il 22 agosto 2011) al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, quando indossava la grisaglia da banchiere avesse dal palco scandito l'esatto contrario: «Non vedo attitudine o rischio di credit crunch ». A quale dei due Passera dobbiamo credere, al ministro o al banchiere?
Nell'attesa di sciogliere il rebus le rappresentanze degli imprenditori e degli artigiani continuano a denunciare come le iniezioni di liquidità a basso costo decise da Francoforte non siano arrivate alle aziende. Segnalano che nei giorni scorsi presentando i loro bilanci gli istituti di credito sono stati quantomeno evasivi sul tema. Secondo i dati elaborati dalla Cna, il 24% delle imprese che ha ricevuto cartelle esattoriali da Equitalia vanta crediti nei confronti della pubblica amministrazione ma non ha la possibilità di compensarli e quanto ai pagamenti in ritardo cronico non c'è ancora sul tavolo del governo uno straccio di soluzione. Sommando tutto viene da fare una considerazione amarissima: se esistesse lo spread della serietà correrebbe, purtroppo, più veloce di quello dei Btp.”

Eremo Via  vado di sole  , L’Aquila, sabato  31 marzo 2012

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