venerdì 11 maggio 2012

I tuoi capelli raccolgono foglie - poesie -

I tuoi capelli raccolgono foglie   - poesie  -

1.
I tuoi capelli raccolgono
foglie e terra bagnata
e ora dal giorno alla notte
passa un soffio
solo un soffio come un batter
di ciglia, come un respiro.
Ed è tutto mutato.
Io non so raccontare bene
come questi giorni
ora passano velocemente
lasciando vuoto il cervello.
Il vuoto della tua assenza.
Ho lasciato che il cuore
immaginasse il tuo volto
ancora una volta, una volta
sola cercando  poi
nelle strade i tuoi passi dispersi
l’ombra, gli sguardi caduti
dalle tue ciglia.
Non ritrovo però le tue carezze
e il vento  risfiorando le porte
i davanzali e i tetti
sembra nato  proprio per portare
lontano quelle carezze.
Il tuo  silenzio  ora chiuso
e raffigurato nella morte ,
il tuo silenzio  pencolante
appunto tra giorno e notte
che passano veloci
è il mio respiro trattenuto
dalle lacrime
nella terra concreta dell’attesa.

2.
Silenzio nella notte
tra le case  le strade  le alte mura
e più che l’illusione
di un altro mondo  non dà.
Senti nascoste tra le ombre
e dentro  l’eco dei silenzi
assommati ai silenzi
quello che fu  un mondo
che fa appello al desiderio
di un’altra età  di un’altra
storia, d’un altro amore.
Mentre lontano  la valle
s’infittisce tra le piante
dalla finestra guardo il buio
e ascolto il silenzio.
Così cerco d’indovinare  il resto
della città e non so  cavarci
un senso di rimorso
io che non ho voglia di essere consolato
ma non ho neanche voglia
di mentire.
Perché io sono troppo tuo
compagno o mia città
e quindi non posso consolarti o mentirti.
Tu mi offri in cambio
la pace di questa notte
di buio e silenzio
e io non so dire
se è il caso di versare
o reprimere una lacrima .
Quello che è certo
e penso come in un brivido
quello che brucia questo desiderio
 è il desiderio  senza fine
di risposte negate.

3.

 Il sole basso ordito
dalle piante  nel giardino murato
della casa ai piedi del colle
segna l’estate
come l’insonnia dei faggi
al culmine del cielo nell’orizzonte
segnano la notte .
Sul crinale frastagliato  dal vento
della stagione
rosa dal silenzio del  tempo
questa stagione   appare
 e scompare  giorno dopo giorno .
Sull’orlo delle strade deluse
le automobili colorate
disegnano l’arcobaleno  dei desideri
ed è come  tra sorrisi inabitati
vedersi piovere addosso  , con i loro colori
il tempo che passa.
Questa è la stagione abitata
da improvvise malinconie
e da insonnie stravaganti
luce e febbre di riflessi
sul cuore in sussulto
quando lo sguardo si fa deserto
e senza riva.
Ora gonfio e assordito  passa
l’assillo ,tra gli ostacoli della vita ,
d’un dolore irrevocato
che tutto prende per sé
nel silenzio gotico
d’ogni cosa attorno
e sembra che non mi riguardi.
Invece sta tutto qui
dentro  come un opaco grumo
in grado di appannare il cuore
e gli occhi.
Poi , piano piano
sussurra  : mi sono fatto tuo compagno
per renderti libero .

4.
Non ancora, non ancora
è tempo di scacciare
il buio  e l’inconsolabile
che dorme dentro.
Lascia che riposi e continui
per conto suo  quel discorso
che mi piange dentro
e che a lungo ho trattenuto
prima di scegliere
tra desiderio e ricordo.
E’ solo una stazione  questa
di un lungo viaggio su questa terra
dove forse sono nato di nascosto.
Io ci vivo ora e mi sono affezionato
a questo paese  d’ombre
e di crete  e di  valli dagli alberi
fluttuanti
e il rammarico , a cui pensare veramente
oltre al cruccio
del mio cuore ,
è la velocità che ora ha preso il treno
per non fermare più
in nessun altra stazione
che non sia il capolinea.

Le foto sono di Romeo Fraioli
Eremo Via vado di sole, L'Aquila, venerdì 11 maggio 2012

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