mercoledì 16 marzo 2011

PORTFOLIO : Nino Carloni

PORTFOLIO : Nino Carloni


Scrive il 22 settembre 2010 lo storico Alessandro Clementi. “ 1910-2010. Nino Carloni avrebbe compiuto 100 anni. La sua acme si ebbe dopo il secondo conflitto mondiale e coincise con l'affacciarsi della mia generazione e paraggi alla - come si dice retoricamente - terrazza della vita. E la sinfonia del mondo attaccò per noi un tempo nuovo anche e soprattutto per merito di Nino Carloni. Egli aprì per tutti noi le finestre della cultura musicale di altissimo livello. Fondò infatti in Aquila la Società dei Concerti. L'inaugurazione fu celebrata nel 1945 con un concerto dell'orchestra nazionale di Santa Cecilia, diretta da Goffredo Petrassi. La sua replica si tenne nell'orto della Casa del Popolo, ora scomparso, di fronte alla mole possente del trecentesco Palazzo Gaglioffi. Per capire la situazione di frontiera, basterà ricordare che per trasferire gli strumenti e i professori d'orchestra (L'Aquila era difatti pressoché isolata), furono noleggiate camionette attrezzate con delle sedie. Ricordiamo questo episodio come emblematico di cosa significò dar vita ad una istituzione del rilievo della Società dei Concerti. Come reagì la città? Capì che si assisteva ad una seconda fondazione: aedificavit urbem, tutta incentrata sulla cultura. Nasceranno i Solisti aquilani, l'Officina musicale, il Conservatorio, l'Orchestra sinfonica abruzzese e poi la rassegna delle avanguardie, che dal primo novecento avevano caratterizzato la vita culturale europea e internazionale con quella iniziativa intelligente e sapiente che fu Scelte e Proposte, che vide convergere in Aquila da John Cage a Edoardo Sanguineti. Ma poi, come non ricordare i concerti, tutti di altissimo livello, che raggiunsero la cifra del migliaio e che non ebbero la finalità dell'intrattenimento, ma che furono rassegne ragionate della cultura musicale dal medioevo ai nostri giorni (ovvero fino alla musica concreta, a quella elettronica ecc.), formando un pubblico di raffinati ascoltatori. Rubinstein, nei suoi concerti per il mondo, usava dire che l'uditorio più colto e sensibile che aveva incontrato era quello aquilano, e la città gli conferì la cittadinanza onoraria. Ho citato Rubinstein, ma tutto il gotha musicale passò per L'Aquila, incidendo nella formazione di una cultura tout court di tutto rilievo. Un invito: esiste un archivio ricchissimo della Società dei concerti non ordinatoe che spero si sia salvato dal terremoto.
Dovrà essere oggetto di un riordino perché si possa valutare fino in fondo l'esperienza prodigiosa della Società dei Concerti, che ebbe ricadute in tutti i settori delle arti. Basterà ricordare Alternative attuali, ovvero quella mostra di pittura che nel recupero del figurativo voleva essere alternativa alla mostra di Venezia. Ma tutta la vita culturale della città fu tonificata da questa presenza, in quanto, in sinergia con essa potette verificarsi quell'altro miracolo che fu la nascita dell'Università, fortemente voluta da Vincenzo Rivera. Insomma, una vita culturale intensissima che, come si diceva, edificò la città. Ora guardando le macerie, ci domandiamo cosa rimane di essa. Dalla risposta, dipende una nuova edificazione.


Eremo Via vado di sole L’Aquila, mercoledì 16 marzo 2011

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