mercoledì 30 marzo 2011

CANZONIERE : I mille di Garbaldi , i mass media e la colonna sonora del risorgimento

CANZONIERE : I mille di Garbaldi , i mass media e la colonna sonora del risorgimento


I manuali di storia raccontano che partirono in mille dallo scoglio di Quarto presso Genova su due navi messe a disposizione da privati , destinazione Marsala in Sicilia.

Probabilmente due carrette del mare, due barconi affollati di camice rosse con qualche fucile e sciabola al comando di Giuseppe Garibaldi. Che poi andava in giro, nelle regioni del mezzogiorno di quella che sarebbe stata l’Italia ma che a quel tempo era il Regno delle Due Sicilie , appunto da Palermo a Teano su una cavalla bianca . Chissà se si era imbarcata anche lei sulle navi di Rubattino o l’aveva cercata e trovata in terra di Sicilia. Una cavalla siciliana. Sta di fatto partirono in mille ed era il mese di maggio dei quel milleottocentosessanta. A dicembre , dopo sette mesi, erano diventati milioni.

Raggiunsero l’armata di Garibaldi anche volontari anche dal Gana. A lui dunque si unirono giovani e meno giovani, ricchi e poveri, nobili e plebei. .Lo raggiunsero materialmente partecipando alle scaramucce e alle battaglie ingaggiate contro l’esercito borbonico ma lo acclamarono e lo considerarono loro capo rivoluzionari dei popoli di tutto il mondo che aspiravano a giustizia e libertà. Questi rivoluzionari in ogni paese del mondo fecero parte di un risorgimento ideale questo movimento non solo di idee usando, per esempio i mass media del tempo in modo lotte e di aspettative.


Garibaldi aveva lasciato fare , aveva considerato la crescita di quell’entusiasmo come un fatto positivo per la causa dell’unità d’Italia e anzi aveva incoraggiato i cronisti dell’epoca addirittura a seguirlo sui campi di battaglia.

In quegli anni le tecniche di riproduzione a stampa si erano affinate tanto che si potevano stampare con la litografia disegni, immagini e foto . Fu uno strumento formidabile per informare il mondo intero di quella guerra garibaldina al sud d’Italia per la cacciata dei Borboni e l’annessione al Piemonte del loro regno.

Garibaldi dunque era incline ad invitare intellettuali e giornalisti sui campi di battaglia tanto che la spedizione può essere ritenuta il primo esperimento sul campo degli inviati e reporter di guerra tra i quali il secolo successivo si affermeranno nomi illustri.

Quando Garibaldi entrò a Palermo e poi a Napoli i quotidiani da New York a Londra salutarono con una ovazione le sue vittorie.

Milioni di persone in tutto il mondo furono messe al corrente sull’esito delle sue battaglie e quindi delle sue gesta .

Come migliaia di persone lo acclamarono sul terreno di guerra dove non avevano di fronte un uomo in palandrana e coperto di oro ma in maniche di camicia: la sua camicia rossa,milioni lo sentirono come uno di loro pronto all’estremo sacrificio per il trionfo di una causa giusta.


Insieme con l’aspetto mediatico della spedizione dei mille la storia del risorgimento è stata fatta anche da canzoni , dalla musica popolare che ha poi accompagnato un secolo e mezzo di vita del nostro paese.

La colonna sonora della nostra storia si compone dunque delle canzoni patriottiche sabaude,delle canzoni, salvo eccezioni, dialettali,delle canzoni militari.Delle canzoni cattoliche del '48: «Dell'orda pagana / che ardita ci assale / la plebe cristiana / non teme lo strale». Delle canzoni fasciste, alcune delle quali, piaccia o non piaccia, erano deliziose (come quella contro le sanzioni volute dall'Inghilterra: «Sanzionarni questo / arnica tenace / lo so che ti piace / ma non te ne do»!) o musicalmente bellissime. Come Caro papà: «Anche io combatto, / anche io con la mia guerra / con fede, con onore e disciplina / desidero che frutti la mia terra / e curo l'orticello ogni mattina ... ».

Dunque un crescendo dagli inni garibaldini a “fratelli d’Italia “ alle canzoni delle risaie, dell’Ottocento per arrivare alle canzoni di protesta sessantottine come Contessa di Paolo Pietrangeli: «Sapesse, mia cara che cosa mi ha detto ! un caro parente, dell'occupazione! che quella gentaglia rinchiusa lì dentro! di libero amore facea professione ... » .

E poi anche la canzone «contro». Scritta da mano anonima o da cantastorie, da autori perduti nel tempo o grandi cantautori come Ivan Della Mea, Fausto Amodei, Gualtiero Bertelli, Giovanna Ma¬rini. Cantata da questi o magari da un coro di contadine di Medicina, Bologna. Ma sempre «contro».

Contro gli odiati occupanti austroungarici: «Sia maledetta l'Austria! da un fulmine di guerra ! da un fulmine di guerra! dal cielo e dalla terra». Contro il generale Fiorenzo Bava Beccaris che nel maggio 1898 fece sparare con i cannoni contro la folla in piazza per la «rivolta dello stomaco» ammazzando un'ottantina di milanesi: «Deh, non rider, sabauda marmaglia: ! Se il fucile ha domato i ribelli, ! Se i fratelli hanno ucciso i fratelli, / Sul tuo capo quel sangue cadrà".


E poi contro gli ufficiali col cuore di pietra che nella Prima guerra mondiale. mandavano i soldatini a morire all'assalto dei colli di Gorizia: «O vigliacchi che voi ve ne state ! con le mogli sui letti di lana,! schernitori di noi carne umana, ! questa guerra ci insegna a punir». Contro Mussolini: «Col manganello e con! l'olio di rìcìno ! Conquistò il potere! il boia Mussolin ( ... ). Quando Mussolino! all'inferno andò ! Appena che lo vide! il diavolo scappò». E contro Pietro Badoglio, prima lacchè del Duce «

Canzoni di violenza ottocentesca: «Prima in San Pietro ! e poi in San Paolo! le lor teste! vogliamo far saltar ! e in piazza d'armi! la ghigliottina! le lor teste! vogliamo far saltar». Canzoni guascone: «l tede¬schi par Ravenna ! chi s'met a fer i bul ! con i baffi di Radeschi ! ci vogliam stroppare il cui». Canzoni durissime, come alcune di quelle sessantottine. Canzoni irridenti, come la rassegna dei ministri di un governo degasperìano: «Ministro dei trasporti! è Guido Corbellini: ! se ma¬gna li binari! co tutti i traversini ( ... ). TI feudatario Segni ! Resta all'agricoltura ! nelle nostre saccocce ! vuoi far la trebbiatura ( ... ). Guida la processione, ! con il messale in mano, ! Alcide von De Gasperi, ! cancelliere americano».


Eremo Via vado di sole , L'Aquila,
mercoledì 30 marzo 2011

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