giovedì 17 giugno 2010

AD HOC : AD UNA CITTA' ANEMIZZATA SI CHIEDE IL SANGUE

AD HOC : AD UNA CITTA’ ANEMIZZATA SI CHIEDE IL SANGUE


Bandiere nero azzurro, fischietti, colori del popolo aquilano hanno rivestito pr qualche ora le macerie e gli edifici puntellati del centro storico di L’Aquila sulla direttrice Villa Comunale Fontana luminosa. Uno spettacolo stridente di vitalità all’interno di un contenitore spento di tutte le azioni quotidiane che lo rendevano polmone vitale e centro nevralgico dell’intera città. Stamani, il giorno successivo alla manifestazioni fonti della questura parlano di diecimila persone che hanno aderito all’appello alla mobilitazione cittadina per chiedere la sospensione dei contributi per tutti senza limiti e lo sblocco dei fondi per la ricostruzione e per denunciare che decine di migliaia di persone - oltre 32 mila - sono ancora assistite. In testa al corteo uno striscione con scritto ‘SOS’, poi tutti gli stendardi dei Comuni che hanno aderito alla maniefestazione e quelli della Provincia dell’Aquila e della Regione Abruzzo. Secondo gli organizzatori invece il numero dei partecipanti sarebbe ancora più alto, parlano in particolare di circa 20.000 persone. Il corteo di oltre 3 chilometri ha attraversato le vie per dirigersi prima verso piazza d'Armi, che, ha ospitato una grandissima tendopoli, ed è diventata il simbolo dell'immediato post-sisma e poi verso la zona ovest della città: il piazzale dell’Itatel altro simbolo del lavoro negato e quindi delle difficoltà di vita già prima del terremoto e delle difficoltà di ripresa dopo il terremoto..
Compostissimo il popolo aquilano, da quello delle carriole a quello di “ridateci la città”, in uno sforzo ragionato di comunicare le ragioni non solo di un disagio reale , non tanto di apprensioni pure esse reali ,quanto la certezza che a distanza ormai di molti mesi poco è stato fatto, al di là delle passerelle mediatiche o degli annunci a sorpresa e che tutto rimane ancora da fare. I problemi sono sul tavolo di un sindaco che manifesta senza indossare la fascia ,la porta in mano, in segno di solidarietà alle ferite della sua città e in segno di protesta nei confronti di quanti vorrebbero trasferire le esigenze della ricostruzione all’ultimo nell’agenda degli impegni da quelli della politica a quelli dell’economia e della finanza.. Il Governo, i politici, gli imprenditori, il mondo della cultura sono chiamati ad uno sforzo di attenzione per una città che da sola non ce la farà mai a tornare ad un sufficiente livello di ripresa , che
potrebbe diventare come è apparso su qualche cartello, la “Pompei romana” del secondo millennio dopo Cristo. Anche se poi a pensarci bene quante Pompei si contano nel nostro paese in tutti i settori ?Scriveva ieri 3,32 sulla necessità della manifestazione
UN IPOTETICO EMENDAMENTO ALLA FINAZIARIA – CHE RINVIEREBBE DI SOLI SEI MESI LA RESTITUZIONE – SPACCIATO PER “SOLUZIONE DEL PROBLEMA TASSE” DA LETTA.UNA NUOVA “OPERAZIONE DI FACCIATA” CON LA QUALE ANCHE CHIODI E DE MATTEIS PROVANO A SALVARSI LA FACCIA.Il governo interviene con la solita strategia dell’ultimo minuto e dirama un comunicato stampa – peraltro nebuloso nel contenuto – in cui viene sbandierata come soluzione sul problema tasse quella che pare essere semplicemente una proposta di emendamento alla finanziaria per una proroga di sei mesi della restituzione.Riparte comunque il pagamento delle tasse per tutti, tranne per i lavoratori autonomi con fatturato inferiore a 200.000 euro ( e sulla base del 2008, anche se nel 2009 non hanno lavorato).E’ solo un finto provvedimento tampone (piuttosto un bluff di parola), pasticciato in tutta fretta con l’unico intento di
sgonfiare la protesta crescente all’Aquila e nei comuni colpiti dal sisma.
Protesta che ha avuto numerosissime adesioni: forze sindacali, politiche, associazioni, forze economiche, numerosi comuni del territorio e tutte le istituzioni locali.La proroga ipotizzata dal Sottosegretario Letta (sempre che diventi effettiva) ha una portata insignificante per l’economia del territorio e suona come una beffa e una presa in giro. Un misura propagandistica con la quale anche il Commissario Chiodi e il vice presidente della Regione De Matteis tentano di salvare in qualche modo la faccia. Uno specchietto per le allodole, che non potrà ingannare i cittadini, alle prese con problemi reali, al di là di ogni propaganda.Si vorrebbe dividere gli aquilani, che stanno invece trovando forza nell’unità.
Il governo agisce pensando di poterci comprare con un”tozzo di pane” e farci passare ancora una volta per lamentosi e ingrati.Vogliono continuare a tenerci per il collo, sottoposti al ricatto perenne delle concessioni date col conta goccia.Non è così che può rinascere l’economia di un territorio. Non è così che si può impedire lo spopolamento.Non è in questo modo che si potrà ricostruire la città dell’Aquila, i suoi tanti borghi e le decine di Comuni dell’enorme cratere del sisma.Chiediamo l’esenzione dalle tasse, che non è elemosina né assistenzialismo: è semplicemente darci gli strumenti veri per ripartire.Riguardo alla restituzione, chiediamo l’equità di trattamento rispetto agli altri territori colpiti
da calamità, come è stato per esempio in Umbria. CHIEDIAMO CERTEZZE : leggi chiare, soldi veri, tempi ragionevoli per una ricostruzione che non è mai cominciata.Chiediamo sostegno all’occupazione e all’economia del territorio.Non vogliamo concessioni, ma il trattamento che uno stato civile riserva ai suoi cittadini in difficoltà. Il governo continua a navigare a vista e dimostra mancanza di idee e di una strategia globale: di sei mesi in sei mesi, non si può programmare il futuro.
Il messaggio inviato con la manifestazione di ieri è forte e chiaro. Se ne terrà conto ?
(Il titolo è tratto da una frase del Sindaco di L’Aquila durante un’intervista . Le foto sono tratte da vari siti e pagine web a cui si esprime ringraziamento per l’opera di diffusione )

Eremo Via vado di sole L’Aquila, giovedì 17 giugno 2010

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