martedì 15 giugno 2010

DIARIO DI UN TERREMOTO. Diario per certi versi in prosa e per certi versi in poesia. 13 - 14 e 15 luglio 2009

Diario di un terremoto. Diario per certi versi in prosa e per certi versi in poesia. 13 - 14 e 15 luglio 2009

L’Aquila 13 Luglio 2009

Una poesia da tempo abituata al senso comune e alla luce urbana. Una poesia del dettaglio , del concreto, venata di sociologia elegiaca, dell’ovvietà registrata in maniera ovvia. Oggi ho voglia di una poesia sola e lontana da queste cose, arcaica e con la forza di mostrare che tipo di spazzatura siamo di fronte al creato anche se lo abbiamo a nostra disposizione. Il creato. Ampiezza massiccia, ecologia disperata. Ma non è una cattedrale scoperta. Luogo di contemplazione o di terrore? Benigno sacrario di una patetica menzogna ?
Spero ci sia quella nudità essenziale per dire che la terra sta sparendo, i corsi d’acqua sono ammalati, il mare è ammalato. Tutte queste cose ci scordiamo quando ci ripieghiamo sul quotidiano e ci concentriamo su cose piccole e consolanti. Anche il terremoto che tutto ha devastato è per assurdo consolante di fronte ad un altro dramma per esempio quello della morte dentro e fuori di noi e di chi ci sta vicino.

Anche stanotte avrà stelle precarie
anche stanotte un’aperta fornace
di stelle
risplenderà. Come libellule sbocciate
di fresco.
Con vesti da ballo, con fanciullesche
vesti da ballo
si rincorrono le stelle da est ad ovest
del cielo sulla città.
Un ballo, un ballo e risa di bambini
per la mia città io voglio
guance splendenti e sorrisi, sorrisi come
fiori
narcisi e viole come un brivido del vento
del vento in fiore.
Dopo la pioggia di maggio, dopo l’inverno
peggiore che io ricordi questa notte
è una notte dal volto di farfalla
la farfalla della nostra estate
della nostra estate piovosa.
Tu dormi in silenzio ora dormi
in questa notte di stelle
e va bene che c’è anche un po’ di vento
un po’ di vento per cullare le stelle
fino a quando non si addormenteranno
come ti sei addormentata tu.

L’Aquila, 14 Luglio 2009

Come sei buffa oggi L’Aquila
tale e quale Ginger Rogers in Swingtime
col campanile di San Pietro che pende un po’
a sinistra
( o è solo una mia impressione ?).
Eccomi, eccomi, voglio solo una stanza
ad accogliermi laggiù a Sant’Anza
voglio solo una stanza là
dove la mia casa non sogna più
e spero poi che in questo deserto anche l’ingorgo
di auto è una maniera
per far incontrare per caso le persone tra loro.
Quanto resta del giorno ora in questo giorno
- a proposito dove è finita la Garbo ? – Dietro
le quinte del Massimo ?
Urlano di vittoria gli atleti rugbisti
e siamo tutti vincitori con loro
siamo vivi.
L’appartamento del palazzo accanto l’aveva
appena lasciato una coppia gay
fuggita in albergo per la paura
la paura di mesi
scappati un giorno in fretta e furia
e non so dove sono finiti
l’appartamento sbrindellato è rimasto solo
e anche lui non ha più sogni.
C’è una cassetta caduta sul marciapiede
la notte di lunedì
un vecchio ci si può sedere e riposarsi
ma non ci sono vecchi in giro
anzi non c’è proprio nessuno in giro
dio mio che dolore
bere troppe tazze di caffè
fumare troppe sigarette
uscire di testa per te
tu che sei un po’ più buffa stamattina
città dal campanile pendente.

L’Aquila 15 Luglio 2009

Il tostapane non dice “voglio tutta la verità”
e “ scusate mi avete frainteso”
alle cose io sono affezionato e gli oggetti
me li porto dietro come un vecchio peso
di desideri. Ho una gravata che non
metto mai
e un’impolverata bicicletta in soffitta
mi aspetta da non so quanto,
m’aspetta ma non è bello
attendere la morte
di ogni cosa che doveva toccarmi
per restare senza compagnia
ed attendere dietro le imposte socchiuse
anche la mia morte.
Non ho un piano b per la vita, questa
è tutta la vita che ho
e tu torna da me per un momento
ti prego fa finta – chessò per gioco –
ti prego torna anche per poco
ch’io possa affidarti i tuoi oggetti
quelli che sono rimasti,
una lista corta corta
che ci trovi dentro tutto
per non lasciare niente abbandonato
per non perdere quello che resta
una lista che è la nostra parte di ricchezza
ed è per me ora l’odore inquieto
della nostra vita passata.

(le foto sono di Romeo Fraioli )

Tenda n.2 Complesso "L. Ferrari" Via Acquasanta ,L'Aquila

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