martedì 8 giugno 2010

AD HOC . Macerie : bluff, confusione e demagogia

AD HOC. Macerie : bluff,confusione e demagogia


Terremoto , macerie e ricostruzione . Parole sulle quali spesso abbiamo riflettuto e che di volta in volta hanno assunto significati diversi. In particolare macerie, sulla parola macerie a lungo negli ultimi mesi abbiamo avuto modo di discutere, proporre, riflettere, ipotizzare, polemizzare.
Sono molte le parole magiche a cui gli aquilani di questi tempi si aggrappano di fronte ad una realtà molto molto dura . Parole come fossero salvifiche e che a volte diventano ironiche nel senso dell’ understatement degli inglesi. Abbiamo migliaia di parole da poter usare oggi che dobbiamo ricostruire tutto non solo la città nei suoi edifici ma la vita stessa all’interno della città. Ci servono parole per una vita nuova e ce ne sono tante . Eppure siamo fermi a poche parole che tornano continuamente nei nostri discorsi e nella vita di ogni giorno. Una di queste è MACERIE ovvero l’abracadabra della nostra vita di sfollati, di terremotati, di assistiti in ogni senso.

Mi sembra che la parola macerie sia divenuta una parola magica ,un abracadabra della politica. E sta succedendo per le macerie del centro storico, dopo che sono state messe sotto i riflettori attraverso uno sforzo corale di attenzione e di indicazione da parte degli aquilani quello che succede in molti talk show televisivi. Ogni volta che la televisione prova a riunire una ventina di persone, come dice Giorgio Bocca per discutere un tema morale o sociale , il risultato è una confusione di voci che cercano di sopraffarsi non solo per la voglia di primeggiare ma anche per la capacità di esprimersi.
Il paragone non sembri “irriverente” ma una cosa viene continuamente in evidenza che tra bluff, confusione e demagogia il solo risultato visibile è che dei 4,5 milioni di tonnellate di macerie ne sono state rimosse da agosto 2009 a gennaio 2010 settantamila tonnellate e per giunta dagli “scariolanti” e appena diecimila tonnellate da febbraio 2010 ad oggi .

E’ Alfredo Moroni che esamina questa situazione in modo più articolato.Egli dice :
“..alla fine di gennaio erano state circa 70 mila le tonnellate di macerie che eravamo riuscite a rimuovere , per lo più nel centro storico.Poi il Ministero ha preso in mano la situazione con l’intento di sveltire il lavoro. Ma da allora , nonostante i proclami , i lavori di rimozione stanno procedendo ancora più lentamente. Sono appena diecimila le tonnellate di macerie , frutto di demolizioni e opere per la messa in sicurezza degli edifici danneggiati dal sisma tolte di mezzo.

Allora il Ministero quantificò in due anni il tempo necessario per completare il lavoro di rimozione di tutte le macerie. Ora si è molto più prudenti sui tempi e sui numeri. Certo è che quella accelerazione che si voleva dare non ci è stata.. Così come è venuta a mancare l’individuazione di altri siti per i depositi temporanei delle macerie che attualmente continuano ad arrivare solo alla ex Teges. E non si materializza neppure la situazione di Barisciano , individuata dal tavolo ambiente della regione. (…) Ora si sta predisponendo la rimozione dei detriti di Roio, Bazzano, Camarda ,Bagno e Filetto. Ma il problema più grande è quello delle macerie che saranno propdiotte dalle demolizioni. C’è bisogno di una diversa organizzazione, nonché di nuovi siti….”

Invece sono sette i siti in città e uno nella frazione di Poggio Santa Maria dove è possibile selezionare le macerie per conferire i residui poi alla Teges.
L’ordinanza che il commissario Gianni Chiodi ha firmato il 28 maggio scorso invece “ dà la possibilità alle ditte che eseguono le demolizioni e i lavori di messa in sicurezza di conferire le macerie nei siti disponibili. Le stesse ditte potranno muoversi nelle aree di lavorazione e chiedere all’ASM di L’Aquila cassoni ad hoc dove sistemare materiale selezionato..
Ma come avviene la rimozione delle macerie ora? Le ditte selezionano i “rifiuti mente i vigili del fuoco e l’esercito si occupano del trasporto, il tutto sotto il controllo dell’ASM.

E allora ? RIMOZIONE MACERIE sembrano parole magiche se la realtà non fosse quella che abbiamo riferito e se non fosse un’operazione legata a verbi al futuro. E lo stesso Moroni che non ce ne vorrà per questo che afferma in un intervista al Centro di martedì 8 giugno : OCCORRERANNO più uomini e mezzi , si DOVRANNO acquistare mezzi e si DOVRA’ disporre nuove assunzioni e tutto ciòAVRA’ bisogno di un coordinamento ,BISOGNERA’ definire al più presto la questione ex Teges che DOVRA’ essere bonificata, SARA’ necessario individuare nuovi siti .

Il vocabolario Garzanti della lingua italiana alla voce “futuro” dice :” che verrà in seguito, che sarà, gli anni futuri, la vita futura, ultraterrena . Pensare al futuro ovvero pensare a ciò che avverrà , in futuro dunque nel tempo a venire .”Senza dire che alla voce “futuro” si possono aggiungere una miriade di aggettivi come inconsistente, inutile, radioso, gioioso, o si può legare ad altre voci o modi di dire ,per esempio : “ un futuro di belle e buone speranze”. E allora quando parliamo di rimozione delle macerie possiamo dire “ VEDI ALLA VOCE FUTURO” di quale dizionario, forse quello dei bluff, della confusione e della demagogia. Che è poi un dizionario in cui chi si doveva occupare delle macerie non si sa che ha fatto e chi se ne dovrà occupare non è che deve venire dal futuro?


Eremo Via vado di sole , L’Aquila, martedì 8 giugno 2010

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