mercoledì 2 giugno 2010

CANZONIERE . Francesco Guccini : Dio è morto

CANZONIERE . Francesco Guccini : Dio è morto

Ho visto,/la gente della/mia eta' andare via/lungo le strade/che non portano/mai a niente/cercare il /sogno/che conduce/alla pazzia/nella ricerca/di qualcosa/che non trovano/nel mondo/che hanno gia'/
lungo le notti/che dal vino/son bagnate/dentro alle stanze/da pastiglie/trasformate/lungo le/nuvole di fumo/nel mondo fatto/di citta'/essere pronto ad/ingoiare/la nostra/stanca civilta'/e' un Dio che e'/
morto/ai bordi delle/strade Dio e' morto/nelle auto prese a/rate Dio e' morto/nei miti dell'estate/
Dio e' morto./Mi han detto,/che questa mia/generazione ormai/non crede/in cio' che/spesso han/mascherato/con la fede/nei miti eterni/della patria e/ perche' e'/venuto ormai il/momento di /negare/tutto cio' che e'/falsita'/le fedi fatte/di abitudini e/paura/una politica/che e' solo far/carriera/il perbenismo/interessato/la dignita' fatta/di vuoto/l'ipocrisia di chi/sta' sempre/con la ragione ma/
mai col torto e' un/Dio che e' morto/nei campi di/sterminio/Dio e' morto/coi miti della razza/Dio e' /morto/con gli odi di/partito/Dio e' morto./Io penso,/che questa mia/generazione e'/preparata/a un /mondo/nuovo e a una/speranza/appena nata/ad un futuro/che ha gia' in mano/a una rivolta/senza /dirmi/perche' noi/tutti ormai sappiamo/che se Dio muore e'/per tre giorni e poi/risorge in cio' che noi/vediamo/Dio e' risorto/in cio' che noi/vogliamo/Dio e' risorto/nel mondo che faremo/Dio e' risorto/Dio e' risorto/Dio e' risorto.

Scrive Alberto Bertone in un contributo dal titolo “Vita e opere di Francesco” apparso in “ Non so che viso avesse “ quasi un’autobiografia firmata dallo stesso Fratesco Guccini e pubblicata da Mondadori nel 2010 :

“censurata dalla Rai nonostante il sottotitolo imposto alla versione in 45 giri /se Dio muore ,è per tre giorni poi risorge ) fu invece trasmessa dalla Radio Vaticana , con l’avallo addirittura di Paolo VI. Oltretevere , si era riconosciuto nel testo un ‘ lodevole esempio di esortazione alla pace e al ritorno a giusti e sani principi morali’ : e giustamente la canzone venne diffusa negli oratori non meno che al Festival de L’Unità , a dimostrazione della capacità di Guccini di parlare – smuovendole- a coscienze di differente orientamento ideologico o politico, nel nome di un’etica intessuta di senso di giustizia e di autentica sensibilità umana.

E’ lui stesso ad ammettere questa peculiarità , che ottiene proprio grazie a ‘Dio è morto’ un riconoscimento di portata nazionale. ‘ Fu allora, credo, che il mio nome divenne ben accolto sia in ambiente religioso che in quello comunista , e questa fortuna dura ancora oggi. Credo che i cattolici apprezzino le mie canzoni perché dietro vedono solo me stesso , nessuna sovrastruttura, nessuna strumentalizzazione o polemica fine a se stessa. ; l’ambiente di sinistra suppongo mi stimi per la mia coerenza e per il mio rimanere il più possibile lontano da atteggiamenti divistici’.
Un poco derivata dalle suggestioni generazionali delle Tecniche da difendere ,il poemetto scritto sui banchi dell’università nello stile di T.S. Eliot,un poco suggerita da un titolo occhieggiato sulla copertina della rivista Time , Godi s Dead, un poco ancora ispirata all’attacco dell’urlo di Allen Ginsberg, la sintesi mirabile del testo di Dio è morto è debitore in modo più esplicito di una formula

cara al filosofo tedesco Friedrich Nietzsche che ave anticipato nei suoi toni e modi sulfurei il tema attualissimo della morte di Dio Basti pensare alle battute introduttive della Nascita della tragedia o a un simile aforisma della Gaia scienza :’ Non siamo ancora capaci di sentire il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dei si decompongono! Dio è morto? Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Quanto di più sacro e di più possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli. Guccini naturalmente parte da questo presupposto filosofico altissimo ,lo riadatta alla situazione degli anni settante (capovolgendone il dettato totalmente negativo) e lo divulga nella forma a tutti accessibile e memorabile della canzone. Il dio di Guccini, rigorosamente minuscolo è stato ucciso dall’involuzione storica del Novecento dei totalitarismi e delle ipocrisie , e potrà essere fatti risorgere da una volontà giovanile di riscatto.
Rimane derivato da Nietzsche , il bisogno di demistificazione e – si sarebbe detto di lì a poco - di controcultura ,per poter tornare alla fase innovativa della resurrezione.

Nella struttura complessiva del testo spicca la sequenza degli attacchi alle tre strofe ‘Ho visto’, ‘Mi han detto’ ,’Ma penso’. Si passa da una diretta percezione visiva a ciò che si apprende attraverso il processo di acculturazione e di diffusione dell’informazione entro una comunità , fino all’avversativa ‘ma’, che introduce il pensiero ,vale a dire la forma più alta di elaborazione e di sintesi del dato percettivo e di quello informativo , fino alla fase del giudizio critico.”


Foto Album Francesco Guccini
Francesco Guccini in concerto
Friedrich Nietzsche
Foto di Romeo Fraioli

Eremo Via vado di sole, L’Aquila, martedì 1 giugno 2010

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