sabato 15 gennaio 2011

BIBLIOFOLLIA : Biblioteca della Manica Lunga

BIBLIOFOLLIA : Biblioteca della Manica Lunga


La Fondazione Cini a Venezia ha trasformato l’ex dormitorio benedettino sull’isola di San Giorgio in una grande biblioteca con 1400 metri di scaffali che accolgono centomila volumi. Sarà la Libraria di Manica Lunga Quando l’architetto luganese Giovanni Buora ideò l’edificio d del monastero di S. Giorgio vi fece costruire un corridoio lungo 130 metri con volte a botte sulla quale si affacciavano le 56 celle dei monaci in un’atmosfera di luminosità e sobrietà del tutto rinascimentale. Poi il fronte nord della Manica Lunga che prospetta sul bacino di S. Marco con una impareggiabile veduta venne impreziosito da un rilievo in pietra d’Istria di Giovanni Battista Bregno raffigurante appunto S. Giorgio che uccide il drago.

Dal 2005 l’architetto Michele De Lucchi lavora alla riqualificazione di quest’area del dormitorio . In questo spazio ha fatto costruire quasi 1400 metri di scaffalature in metallo ( di cui mille a scaffale aperto ) per contenere centomila volumi ovvero circa un terzo dell’intero patrimonio librario della Fondazione circa che possiede circa 399 mila volumi.

Dunque nella nuova Libraria della Manica Lunga sono stati collocati i libri di storia dell’arte, la microfilmoteca ( un milione di fotogrammi), i carteggi e i fondi fotografici a tema artistico , i documenti di interesse musicale.

La biblioteca si insinua anche nelle celle che si affacciano su questo corridoio e trovano nelle stanze dunque ambienti per ospitare raccolte di stampe e miscellanee, cataloghi d’asta, ,libri antichi e miniature per le quali la Fondazione Cini si è resa celebre insieme ai Fondi di Antonio Vivaldi .Continuerà a funzionare e quindi non l’abbandoneranno i volumi dedicati a Venezia , Padova e al Veneto in generale la Biblioteca del Longhena . La caratteristica più evidente della Manica Lunga è la prospettiva del lungo salone visto soprattutto verso la trifora che affaccia il bacino di San Marco. E’ uno spazio ascetico e totalmente inaspettato nella nostra cultura di standardizzazione e gretta praticità. E’ anche disorientante perché le dimensioni sono difficilmente comprensibili a causa dell’inganno visivo prodotto dalle porticine delle celle, che giocano con le reali proporzioni dello spazio.


La Manica Lunga di oggi è passata attraverso talmente tante vicende architettoniche che il suo attuale aspetto non può più essere riportato alla mente di un autore, bensì al talento della storia, che ha fatto sì che questi spazi passassero da celle conventuali, a caserme, a rovine, a dormitori pubblici, ad aule, a fulcro del complesso bibliotecario della Fondazione Cini dei nostri giorni. Trovargli una nuova funzione è quindi parte della sua esistenza e il destino di polo bibliotecario quanto mai pertinente e adatto.

La fruizione bibliotecaria è la funzione più adatta per spazi di questa conformazione, dove è necessario ottenere un orientamento visivo diretto sia a beneficio degli studiosi per un’immediata lettura delle aree tematiche, sia dei bibliotecari per una più facile gestione e un più efficiente controllo.

La soluzione adottata prevede di non intervenire sulle strutture murarie e di risolvere i problemi impiantistici con criteri di economia e semplicità.


Il grande salone si trasforma in biblioteca prendendo ispirazione dal Longhena, con le scaffalature aperte in tutta l’estensione delle pareti con tavoli per la consultazione al centro. Un secondo livello è realizzato con una balconata alla quale si accede da scalette a rampa diretta sistemate sulle testate del lato Nord e Sud e del transetto centrale.

L’organizzazione dello spazio permette così di contenere oltre 100.000 volumi e prevede l’espansione del patrimonio negli anni a venire. La struttura portante e le scaffalature sono in metallo. L’effetto prospettico è così accentuato dal raddoppio delle linee che portano all’orizzonte senza modificare l’impatto scenografico della sala.

Per mantenere la presenza delle porticine delle celle, le stesse sono ripetute sul fronte degli scaffali. La sorpresa dell’inusuale dimensione delle porte è sottolineata da questa incorniciatura realizzata da un ulteriore portale in legno che, oltre ad avere la funzione di sostenere la balconata del secondo livello, produce un nuovo effetto prospettico con una porta piccola dentro ad una porta più grande.

Lo spazio centrale può così rimanere vuoto ed essenziale, con i soli lunghi tavoli necessari per la consultazione: altri tavoli sono disponibili all’interno di alcune celle per incontri, riunioni, conferenze e attività multimediali.

Nelle celle verso il Bacino di San Marco sono invece sistemate le funzioni di servizio alla biblioteca: gli uffici dei bibliotecari e le salette di consultazione sono invece sistemate nell’area centrale per ovvie ragioni di controllo e sicurezza.

Le celle sono concepite tutte uguali ricostruendo l’originale effetto monastico anche dove i divisori sono stati abbattuti e sono state realizzate grandi stanze. Sono rivestite di scaffalature e utilizzate per il maggior contenimento possibile: le scaffalature ricoprono le intere pareti interne lasciando porte, grandi come quelle di ingresso, per connettere cella a cella, al centro delle pareti divisorie e tutte in asse le une con le altre.

Inoltre le celle possono essere unite a gruppi per Fondi di grande dimensione o per funzioni che richiedano spazi capienti, senza perdere la conformazione architettonica originale di celle di monastero, permettendo di rispettare eventuali suddivisioni per argomenti e per condizioni di conservazione con la flessibilità di poter essere facilmente riconvertibili.

La sistemazione delle scaffalature lungo le pareti del Salone Centrale mantiene la percezione storica dell’unitarietà dell’ambiente e non criticizza ulteriormente la condizione statica dell’edificio dato che il peso rimane addossato alle pareti.


L’illuminazione della Nuova Manica Lunga è pensata con i criteri di “territorialità”, per dare luce dove veramente serve ed evitare una diffusione di luminosità che preclude alla concentrazione e allo studio. Il corridoio centrale ha un’illuminazione dedicata all’uso delle scaffalature direttamente integrata nell’arredo, realizzata con lampade LED dotate di sistema di spegnimento, sistemate in alto per rendere più comoda possibile la consultazione e la lettura dei titoli illuminando solo la parte interessata. I sistemi antincendio sono integrati nei supporti per l’illuminazione e scompaiono completamente alla vista. Sui tavoli la luce è sistemata su apposite strutture fisse e direzionata direttamente verso il piano. Nelle celle è invece adottata una soluzione a soffitto con lampade a incasso con sorgenti luminose a basso consumo energetico.

Si inaugura anche con la Manica Lunga anche il Centro internazionale di studi della Civiltà Italiana “ Vittore Branca “ ( www.cin.it/centrobranca).

La nuova Manica Lunga dunque continua ad arricchire il patrimonio di storiche biblioteche italiane piene di volumi e di curiosità. Come la Libraria Malatestiana di Cesena , che non possiede alcun scaffale e ha i codici incatenati ai banchi della consultazione, alla Biblioteca Apostolica Vaticana dove al contrario non si vedono in giro libri perché sono tutti custoditi negli armadi. O per dire della Biblioteca Palatina di Parma che ha un singolare primato : quello dell’invenzione delle schede per reperire velocemente i libri da consultare. Come pure peculiarità come il fatto che molti scaffali delle biblioteche sono stati disegnati da grandi architetti : la Braidense a Milano porta la firma di Piermarini, e la Palatina di Parma quella di Petitot.

A proposito la Biblioteca della Manica Lunga appunto della Fondazione Cini sull’isola di S. Giorgio ha aperto l’altro giorno l’11 gennaio 2011


Eremo Via vado di sole, L'Aquila, sabato 15 gennaio 2011

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