 BIBLIOFOLLIA : Lussuria libraria
BIBLIOFOLLIA : Lussuria libraria 
Si  macchia dello stesso peccato Umberto Eco che  così formula la sua  biblioteca ideale “Messieurs les anglais, je me suis couchè de bornie  heure. Tu quoque, alea! Licht, mehr Licht uber alles. Qui si fa l’Italia  o si uccide un uomo morto. La guerra è una cosa troppo seria perché la  vecchia guardia muoia. Soldato che scappa, arrestati sei bello. Fratelli  d’Italia, ancora uno sforzo. L’aratro che traccia il solco è buono per  un’altra volta. L’Italia è fatta ma non s’arrende. Ben venga maggio,  combatteremo all’ombra. Allons enfants de la patrie, ma l’amore no.  Spesso è subito sera. Tre donne intorno al cor e senza vento. L’albero a  cui tendevi la nebbia agli irti colli. Non chiedere la parola impazzita  di luce. Dall’Alpi alle Piramidi andò in guerra e mise l’elmo. Fresche  le mie parole nella sera pei quei quattro scherzucci di dozzina. Sempre  libera sull’ali dorate. Addio monti sorgenti dall’acque, ma il mio nome è  Lucia. O Valentino, Valentino storno! Guido io vorrei che la ciel si  scoloraro. Conobbi il tremolar, l’arme, gli amori. Esterina, bocca di  sorgiva. De la musique, où marchent des colombes. Fresca e chiara è la  notte, e il capitano. M’illumino, pio bove.  Benché il parlar sia indarno, li ho visti a Pontida. Alle cinque della  sera mi ritrovai per una selva oscura. Settembre, andiamo dove  fioriscono i limoni. Sparsa le trecce morbide, una spronata, uno  sfaglio: questi sono i cadetti di Guascogna. Qui comincia l’avventura  del Pelide Achille. Aprile: ei fu. Tintarella di luna, dimmi che fai.  Gioia, figlia dell’Eliso, guai a chi me la tocca. In principio la terra  era siccome immobile. Eppure il dottor Livingstone si muove! Contessa,  cos’è la mia vita: tre civette sul comò”.
bove.  Benché il parlar sia indarno, li ho visti a Pontida. Alle cinque della  sera mi ritrovai per una selva oscura. Settembre, andiamo dove  fioriscono i limoni. Sparsa le trecce morbide, una spronata, uno  sfaglio: questi sono i cadetti di Guascogna. Qui comincia l’avventura  del Pelide Achille. Aprile: ei fu. Tintarella di luna, dimmi che fai.  Gioia, figlia dell’Eliso, guai a chi me la tocca. In principio la terra  era siccome immobile. Eppure il dottor Livingstone si muove! Contessa,  cos’è la mia vita: tre civette sul comò”.

 Il  libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di  cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la  pentola, la bicicletta. Il coltello viene inventato prestissimo, la  bicicletta assai tardi. Ma per tanto che i designer si diano da fare,  modificando qualche particolare, l’essenza del coltello rimane sempre  quella. Ci sono macchine che sostituiscono il martello, ma per certe  cose sarà sempre necessario qualcosa che assomigli al primo martello mai  apparso sulla crosta della terra. Potete inventare un sistema di cambi  sofisticatissimo, ma la bicicletta rimane quella che è, due ruote, una  sella, e i pedali. Altrimenti si chiama motorino ed è un’altra faccenda.
Il  libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di  cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la  pentola, la bicicletta. Il coltello viene inventato prestissimo, la  bicicletta assai tardi. Ma per tanto che i designer si diano da fare,  modificando qualche particolare, l’essenza del coltello rimane sempre  quella. Ci sono macchine che sostituiscono il martello, ma per certe  cose sarà sempre necessario qualcosa che assomigli al primo martello mai  apparso sulla crosta della terra. Potete inventare un sistema di cambi  sofisticatissimo, ma la bicicletta rimane quella che è, due ruote, una  sella, e i pedali. Altrimenti si chiama motorino ed è un’altra faccenda.L’umanità è andata avanti per secoli leggendo e scrivendo prima su pietre, poi su tavolette, poi su rotoli, ma era una fatica improba. Quando ha scoperto che si potevano rilegare tra loro dei fogli, anche se ancora manoscritti, ha dato un sospiro di sollievo. E non potrà mai più rinunciare a questo strumento meraviglioso. La forma-libro è determinata dalla nostra anatomia.”
 Ma  come scrive Roberto  Ridolfi i libri si amano o non si amano “Non credo  che nessuno possa sospettarmi di una bibliofilia esteriore e deteriore.  Amo i libri per il loro contenuto, e il loro contenuto so, forse,  gustare non meno di alcuno altro uomo; ma li amo di più se la veste  esterna dà loro un più degno e proporzionato castone. Se tutto ciò che è  bello è, per definizione, buono ed amabile, perché non dovrei io amare  pur questa forma e, direi, questa occasione di bellezza? Si ama una  donna per il suo spirito e la sua grazia, ma molto anche per la bellezza  del corpo e moltissimo per l’eleganza del vestire e dello adornarsi.  L’anima e la carne: siamo ancora a questo dissidio, ch’è armonia qualche  volta; e anche nella corporea veste di un bel libro è cosa rara e  stupenda goderne, quando accada, di tale armonia.
Ma  come scrive Roberto  Ridolfi i libri si amano o non si amano “Non credo  che nessuno possa sospettarmi di una bibliofilia esteriore e deteriore.  Amo i libri per il loro contenuto, e il loro contenuto so, forse,  gustare non meno di alcuno altro uomo; ma li amo di più se la veste  esterna dà loro un più degno e proporzionato castone. Se tutto ciò che è  bello è, per definizione, buono ed amabile, perché non dovrei io amare  pur questa forma e, direi, questa occasione di bellezza? Si ama una  donna per il suo spirito e la sua grazia, ma molto anche per la bellezza  del corpo e moltissimo per l’eleganza del vestire e dello adornarsi.  L’anima e la carne: siamo ancora a questo dissidio, ch’è armonia qualche  volta; e anche nella corporea veste di un bel libro è cosa rara e  stupenda goderne, quando accada, di tale armonia.Item, il mio cupido amore per certe prime edizioni non è, o è in minima parte, dovuto a mera avidità di bibliofilo; né tutte parlano ugualmente al mio spirito. Un’edizione originale del Poliziano, dell’Ariosto, del Montaigne, a me dicono molto più della editio princeps della Divina Commedia, sebbene neppure a questa possa accostarmi senza venerazione. Le prime edizioni che amo fino a soffrirne sono quelle che gli autori stessi curarono, vegliandone giorno per giorno i progressi; e su quei fogli videro primamente, con commosso animo, sciamare per il mondo i loro fantasmi di poesia e di bellezza. Io credo che le cose s’impregnino dell’amore e delle sofferenze degli uomini; e in nessuno altro modo, né altrove come su quelle pagine, mi sento altrettanto vicino all’anima di uno scrittore.”
 
 

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