martedì 25 gennaio 2011

EDITORIALI : Lettura dei libri e sviluppo economico

EDITORIALI : Lettura dei libri e sviluppo economico

di Rosalba Miceli da La Stampa 24 gennaio 2011


La dimensione culturale è particolarmente significativa in tutte le economie avanzate poiché è associata positivamente alla crescita del reddito pro capite. Tuttavia, ben oltre l’aspetto esclusivamente economico, l’esame dei comportamenti dei cittadini di una nazione nell’ambito culturale può offrire un contributo fondamentale nel delineare una misura del benessere personale e del grado di coesione sociale. Il rapporto dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” offre un quadro d’insieme di diversi aspetti della realtà economica, sociale, culturale. Dal dossier emerge che le famiglie italiane destinano ai consumi culturali (spese per ricreazione e cultura) in media il 6,8 per cento della spesa complessiva per consumi finali (2008). La quota è leggermente diminuita rispetto all’anno precedente quando l’Italia si collocava al quintultimo posto nell’Ue.

I dati sulla lettura mettono in luce altre problematiche. In Italia ogni anno vengono stampate in media 3,6 copie di opere librarie per ogni abitante, ma nell’arco di un anno meno del 47 per cento degli italiani legge almeno un libro nel tempo libero (dati aggiornati al 2010). Poco più di un italiano su due (55 per cento) legge un quotidiano almeno una volta a settimana, circa il 40 per cento almeno cinque giorni su sette. Poco più di un italiano su cinque utilizza Internet per leggere on line o scaricare da Internet giornali, news o riviste.


Da alcuni anni diversi studi in campo socio-economico segnalano la lettura dei libri tra gli indicatori di sviluppo economico di un Paese. Già i dati ISTAT del 2006 avevano messo in evidenza una stretta correlazione tra genitori lettori-narratori e l’amore per la lettura dei figli. I bambini e ragazzi che vivono in famiglie dove ci sono più di 200 libri hanno 3,5 possibilità in più di essere a loro volta lettori. Chi vive in una famiglia dove entrambi i genitori leggono ha 2,8 probabilità in più di essere lettore. Sembra quasi che il vedere e accedere ai libri sia in grado di condizionare la lettura.


Per esempio, relativamente alla situazione italiana, i ragazzi che possono usufruire in casa di una pur modesta biblioteca - almeno 50 libri - registrano performance scolastiche di 15 punti superiori rispetto a quelle dei loro coetanei che vivono in una casa e in una regione carente di libri o con biblioteche o librerie scarsamente dotate o assenti dal territorio. Significa che i primi avranno titolo di studio più elevato, maggiori opportunità di inserimento nel mondo del lavoro, ed in ultima analisi, redditi più elevati.

Un altro aspetto riguarda l’influenza, sul processo di crescita economica, della “quota” di lettori” presenti nelle diverse regioni italiane (facendo riferimento alla lettura “informale” effettuata nel tempo libero, motivata dal semplice piacere di leggere, che si affianca a quella connessa all’istruzione formale scolastica o alle necessità di aggiornamento professionale). I modelli statistici mostrano come incrementi significativi nei tassi di lettura siano associati a crescita della produttività, modificando a medio e lungo termine le capacità competitive delle regioni in cui si realizzano. (Fonte: Annali della Pubblica Istruzione. Il progetto “Amico libro”).


Se è vero che la lettura concorre in modo determinante alla sviluppo delle competenze linguistiche, all’attivazione delle capacità organizzative ed espressive del pensiero, leggere è anche uno strumento di democrazia e di pari opportunità formative. Don Milani sosteneva che chi conosce duemila parole opprimerà sempre chi ne conosce duecento e si rivolgeva ad i suoi allievi con uno slogan: è solo la lingua che ci rende uguali. Uguale è chi sa esprimersi e intendere l’espressione altrui. (Da “Lettera ad una professoressa”).


La scuola ricopre una funzione privilegiata per il potenziamento delle prime esperienze di comunicazione e apprendimento in ambito familiare. Ma non è da sottovalutare il ruolo delle infrastrutture per la lettura come biblioteche o “reti” di biblioteche, collegate virtualmente, con cataloghi disponibili on line, fiere e saloni del libro, librerie indipendenti e di catena, librerie on line, ed in primo luogo, l’accesso alle informazioni. La promozione della lettura, l’allargamento della base di lettori, appare dunque come un fenomeno articolato, un insieme di politiche ideate e messe in atto da soggetti diversi, pubblici e privati, locali e centrali.

Solo chi è “educato a leggere” continuerà a sentire il bisogno di farlo per il resto della vita e quindi a continuare ad auto-educarsi, in un processo di educazione permanente, indispensabile per mantenere aggiornate, efficienti e flessibili le proprie conoscenze, informarsi ed interpretare i molteplici e spesso contradditori segnali che provengono dal mondo esterno.


Eremo Via vado di sole , L'Aquila, martedì 25 gennaio 2011

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