giovedì 27 gennaio 2011

OSSERVATORIO DI CONFINE : Bellezza Uno

OSSERVATORIO DI CONFINE : Bellezza Uno

“Bellezza che cos’importa /(…) che tu venga dal cielo o dall’inferno ?” disse Baudelaire. Bellezza non come proporzione , io non ti do come proporzione ma come contraddizione. Contraddizione, bellezza tra sublime e condizionato.

Il tuo volto infranto o bellezza, il tuo ritratto incompiuto o bellezza ha bisogno di ripristinare un equilibrio. E si strugge il mio cuore più che la mia mente per donarti ancora quella continuità d’armonia che la geografia, la nostra geografia delle interruzioni vuole negarti.


Bellezza non farti interrompere, non farti interporre, non farti ridurre al silenzio. Bellezza urgenze e tensioni abitano la tua archeologia che si catapulta nel presente dal passato, dal lontano passato per proiettarsi nel futuro e fuggire dal presente e dal passato.

O bellezza, atto del mondo che ti aggiri tra le stanze della memoria alla ricerca di vita con passo lieve e leggero, con sapienza dunque e leggerezza.


Tu alla ricerca di ricordi, barlumi di ricordi dal fascino custodito nella simmetria e disimmetria del mondo. Bellezza io so che l’unità non può essere più ricostituita perché si sgretola. Irrimediabilmente sgretolata in un mondo ormai fatto a puzzle. Ora le tue mutilazioni mi chiedono di recuperare i pezzi della tua grandezza mutila.

Ma oggi il bello è un’utopia indispensabile. Ho cercato un passaggio a livello che lascia passare una parte della storia, delle storie della bellezza. O visioni , visioni di storia che si sono date appuntamento , epidermidi di fatti con lacci e rattoppi, treni sui binari morti e treni che sfrecciano lungo direttrici inimmaginabili .


Bellezza le tue narrazioni sembrano essersi date appuntamento e certi eroi privi di identità ora affiorano dettagli di un’architettura del mondo visibile e invisibile .

Allestisci bellezza un’utopia indispensabile che faccia vivere questo nuovo secolo. Perché altrimenti è morto. E’ già morto fin dalla sua infanzia e doveva comunque nascere . Allestiscila come un omaggio a quello che è stato già visto, all’interno della tradizione e della salvaguardia del tuo valore per uno sguardo di una parte e del tutto da un altro punto di vita. Un altro punto di vista.


Bellezza io sono un ladro che vaga per stanze fatte di mattoni e calce e stanze fatte di hardware e software dove faccio il guardone di figure immagini dipinte su tele, dipinte sui muri, dipinte sui soffitti. E sono un ladro perché in quelle stanze rubo quello che hanno lasciato i maestri. O maestri, maestri, buoni maestri Lacerati e feriti io provo a ricomporre la bellezza delle vostre figure, dei vostri colori , delle vostre luci, delle vostre ombre. Rubo e non riesco però a parlare di nuovo con le vostre parole un linguaggio di bellezza e di soavità come soavi sono i vostri dipinti. Mi viene tutto sgrammaticato, dislessico, afono . Quante icone pop posso fare con le steste di Afrodite nel marmo, nella pietra, nel legno e con le teste e i colli di Modiglioni. Ho bisogno di stare dentro quelle stanze per stare dentro la Storia . O se la nostalgia è la radice dell’appartenenza io vi appartengo. Bellezza io ti appartengono . Appartengo ai racconti pittorici, fermi , stabili, eppure sincopati per la loro capacità visionaria che ha anticipato il presente e che richiama il futuro.

Ecco bellezza dunque tu sei territorio di confine .

Ed è per questo che a me non interessa in questo confine la perfezione e la purezza. Voglio vedere l’errore, il delitto, il capriccio .

Blade Runner io replicante ora prelevo immagini familiari per salvarmi. Per salvare la mia identità così che tutta le vestigia della tradizione mi diano continuità. La bellezza allora non vive più solo nei musei , si è disseminata ovunque. E dice Luca Pignatelli “ è come uno schiaffo che scuote e disorienta. “Ecco il rattoppo che mi aiuta a recuperare con ago e filo le schegge di questa oscillazione del tempo e dello spazio in cui la bellezza si è fatta barlumi di ricordi .

Occhio che abusa nel guardare , bellezza che abusa nel prorompere, bellezza filosofia dell’arte di agevolare l’inatteso , insensato gusto di guardare e vedere e sospirare la prospettiva unica , trasgressiva di amare un dipinto d’arte.


Eremo Via vado di sole , L'Aquila, giovedì 27 gennaio 2011

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