venerdì 5 novembre 2010

DIARIO DI UN TERREMOTO . Diario per certi versi poesia e per certi versi prosa. 25-26 e 27 luglio 200910


DIARIO DI UN TERREMOTO . Diario per certi versi poesie e per certi versi prosa . 25-26 e 27 luglio 2009

L’Aquila, 25 Luglio 2009


Io l’adoro perché dice sempre di sì come me

però

che ci vuole a dire sempre di sì

e a dire no che è difficile e a volte

poi non duri

perché a questo punto quello che

conta

è durare. Ma che cazzo significa

allora ripetere continuamente

vorrei passeggiare per Parigi

piuttosto che passeggiare per L’Aquila

e poi per giunta così come l’ha ridotta

il terremoto

ma non ci sente,questa discussione

la facciamo spesso

a quel bar , il bar dello stadio lungo

il viale della Fontana Luminosa

con i tavoli , i giornali e i clienti

sotto gli ombrelloni in questo mese

di luglio per mangiare un gelato

quelli della coppa del nonno

perché per quelli più buoni devi attraversare

tutta l’Aquila e andare a l’Aquilone

e allora seduti a quel tavolo ci domandiamo

non se dura il sindaco o l’amministrazione

provinciale

ma se durerà a vivere così infelici

che certamente saremo di nuovo felici

e tutte queste menate che non ne posso più

ma non c’è altro da fare

tu continua ad essere te stesso io ti adoro

perché dici come me sempre di sì.

L’Aquila, 26 Luglio 2009

E vedo Fede, per Federico, che pensa

sicuramente ad Elizabeth Taylor

quella piccola bambina di Torna a casa Lassie

che sembrava pure antipatica

e chi l’avrebbe mai detto che sarebbe

diventata la più grande attrice del tempo

che Fede ci pensa ancora ,mi parla di L’Aquila,

uno sguardo a L’Aquila stasera L’Aquila

color terra e mattone color della storia

qualcuno progetta un grattacielo più alto

dell’Empire State

forse di stupidità, arroganza e malaffare

qualcun altro vuole solo risistemare

i muri delle Cancelle

e non sai mai a chi dare ragione

e quello che impari di primo mattino

se attraversi Piazza Duomo

tutta transennata è che ho sempre

voluto restare vicino a tutto questo

ma ho perso la pazienza e non ne posso più

mi tocca riordinare le carte, le idee e

mi recito in silenzio le poesie

come quando andavo a lavorare

e al mattino sentivo l’autoradio lungo

viale della croce rossa

che diceva sempre le stesse cose.

Sempre le stesse cose ascolto tra la gente

di questa città

sono sempre stato qui e ora so

tutte queste

che sono poi queste cose ? E sono quelle

cose per esempio rischia

di non prendere un granchio,di non trovare

più nessuno, che beve e basta, che

non ci si può più mettere in gioco in questa

città

perché altri decidono per te e nessuno

ti ascolta

che l’intreccio tra affari e politica è

all’ennesima potenza

che oddio non ne posso più davvero e se

devo continuare meglio

dire eccetera eccetera

ma lo dice pure Giorgio Bocca che lo leggo

sempre sul venerdì e a proposito

quanto a Daniel Rodan che ha vestito

Tina Turner e i Bee Gees

che ha abbandonato i lustrini e riporta

sui vestiti

i graffiti del muro di Berlino perché

non ci mette i ruderi di L’Aquila

che sono belli e belli resteranno

per un sacco, un sacco di tempo

ma basta, basta per oggi

per oggi abbiamo fatto abbastanza

penitenza.

L’Aquila 27 Luglio 2009

Tutti fatti ad immagine di Dio tranne

questa gente che vive nelle tende

loro no

a immagini di camionisti ,idraulici , muratori,

barbieri , lavapavimenti , fruttivendoli

di chi porta il cappello alle trentatrè

ma decisi e fieri al passo

nudi di ogni cosa come sono diventati

perché non gliene frega più di ogni cosa

ma solo di alcune cose

svagati però come un’attrice di

varietà

dietro i loro occhi si vede un secolo

due secoli, un millennio

di fatica, dolore e lotta per la libertà

di povera gente di campagna

di miseri artigiani di città

loro s’aspettano di far parte di questo secolo

ma no

loro appartengono al caro novecento

quando Duke Ellington suonava

nei palazzi in costruzione di New York

Hitler ossessionava l’Europa

e in Italia lui parlava dal balcone

e gli altri non facevano molto

tranne scopare e pensare ai soldi

che li ossessionavano e c’era chi li

faceva e ne faceva tanti ma tanti

tranne gli americani che sono venuti

con la velocità, i chewing gum , le noccioline

appunto americane

e la libertà

ma pure loro ossessionati dai metrò.

Che meraviglia il ventunesimo secolo

sotto le tende a L’Aquila terremotata

secolo ventunesimo

disceso in mezzo al buio di L’Aquila

che precipita

che ha mutato il mezzogiorno

in una notte.

Ventunesimo secolo a L’Aquila !

Tenda n. 2 del complesso "L. Ferrari" di Via Acquasanta , L'Aquila



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