domenica 14 novembre 2010

SILLABARI : Sessualità

SILLABARI : Sessualità


“Un grande libro dello scurrile poetico”. A questo mira Dario Fo nel suo ultimo lavoro. L’osceno è sacro , curato da Franca Rame per Guanda e arricchito da centotrentatrè disegni dell’autore. Spaziando dalla letteratura classica a Shakespeare, da Ruzzante a Molière , dalla tradizione giullaresca medioevale a Le mille e una notte ,questo bel volume multicolore rivendica auna visione giocosa e solare della sessualità . I veri protagonisti del testo e delle sue illustrazioni sono infatti gli organi maschili e femminili. , intesi però come pura fonte di piacere , e non come strumenti riproduttivi.

Sotto il segno del critico russo Michael Bachtin (non a caso studioso del Gargantua di Rabelais ), Fo si dedica ad una sorta di carnevalizzazione dell’esistente, lottando contro i poteri che da sempre censurano la libertà dei sensi . “E’ un filone continuo - ha dichiaratio- c’è il rito delle religioni e c’è uno spingere verso l’osceno , verso l’orgia, che è una costante sia fra i greci sia nelle antiche manifestazioni religiose popolari italiane , che esaltano gioia e sessualità con l’arrico della primavera e la rinascita di Cristo”.

Ma questo festoso elogio del turpiloquio , questo ricondurre l e pulsioni erotiche nella sfera del sacro hanno i loro presupposti in un’illustre famiglia di pensatori.

Con il Saggio sulla natura e sulla funzione del sacrificio (1899) Marcel Mauss e Henri Hubert furono tra i primi ad indagare tale dimensione , lo stesso anno in cui usciva L’intepretazione dei sogni di Freud . Le loro tesi furono riprese da Emile Durkheim con Le forme elementari della vita religiosa (1912) e soprattutto da Rudolf Otto con Il sacro del 1917.


Sotto il profilo antropologico le ricerche proseguiranno con Claude Lévi-Strauss ed Ernesto De Martino, mentre più tardi gli stessi temi porteranno a Il sacro e il profano ( 1956) del rumeno Mircea Eliade e a Homo sacer (1955) di Giorgio Agamben .

Tuttavia per individuare il laboratorio più estremo di simili indagini bisogna rivolgersi a Parigi.



Qui verso gli anni Trenta , Roger Caillois assiste alla conferenza di Marcel Mauss , oltre che dello storico delle religioni Gorge Dumézil . Da questi incontri nascerà il suo L’uomo e il sacro ( (1939).

L’evento più importante è però un altro : la fondazione nel 1938 del cosiddetto Collegio di Sociologia ( “ sociologia sacra era il titolo completo) Vi partecipano con Cailoos, l’etnografo e scrittore Michel Leiris e Gorge Battaille. Siamo così arrivati all’autore che forse più di ogni altro ha sondato gli inestricabili rapporti tra sacralità ed erotismo.


Il Collegio, che indagava il sacrificio cruento inteso come base dell’aggregazione sociale , si sciolse poco tempo dopo ., ma Bataille proseguì lo scavo dei rapporti tra eros e thanatos . Lo dimostra il racconto Madame Edwarda ( 1941) il cui protagonista viene sconvolto da una prostituta che gli si presenta come Dio in persona. Siamo di fronte alla vertigine della blasfemia. Adesso Dario Fo è davvero lontano , anche se il titolo del suo libro , L’osceno e il sacro , presenta più di un legame con Bataille . Potremmo allora dire che il maestro francese costituisce lo sfondo oscuro su cui l’attore italiano tesse le sue riflessioni, proponendo l’idea di una sessualità ridente e liberata.

(da Valerio Magrelli “ Lo scurrile poetico da Ruzzante a Bataille “ in La Repubblica 31 ottobre 2010)


Eremo Via vado di sole, L'Aquila, domenica 14 novembre 2010

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