domenica 7 novembre 2010

FRATELLI D'ITALIA : Le storie, le vicende...


FRATELLI D’ITALIA : Le storie, le vicende …


Le storie, le vicende , i gossip ( traduci pettegolezzi) sulle questioni di come va la politica nel nostro paese destano a prima vista un moto quasi di repulsione e una sensazione di malessere. Almeno stando a quanto ne riferiscono, ne parlano, ne riflettono i quotidiani, le tivvù con i loro talk show. Sembrano purtroppo segnali di fumo per addetti ai lavori, discorsi in linguaggio criptato , allusioni sulle allusioni, insomma la visione di un mondo nel quale è difficile orientarsi e che suscita il sospetto che proprio non esista . Anche se la spettacolarizzazione di quelle storie e di quelle vicende con l’interesse che provoca sembra voler dimostrare il contrario, in realtà c’è molta distanza tra politica e paese.

Probabilmente il cittadino non è più interessato a quelle vicende se non per la curiosità che suscita la loro parte malsana perché, in realtà esse attengono ad un mondo che da tempo ha fatto di tutto perché proprio il cittadino fosse il meno interessato. Quel mondo è diventato autoreferenziale , ha chiuso le porte ed esercita nel chiuso dei palazzi , nei salotti, nelle ville un neo potere teso a perpetuare “la specie”.

Perpetuare la specie di marziani completamente scollati dalla realtà di questa terra e di questo paese , interessati soltanto ad alcune categorie di affari che appunto destano ormai solo curiosità. La curiosità di vedere un ET impelagato in faccende terrestri quando in realtà ha la testa in tutt’altro.

D’altra parte queste riflessioni su cosa sia diventata la politica nel nostro paese mette in evidenza una serie di guasti dei quali però non bisogna meravigliarsi. Nella storia e nella storia del nostro paese molte volte si è arrivati a questo punto; è una storia che si ripete, è un dejà vu, è un punto basso dell’apogeo della politica, è un punto però dal quale alcune generazioni seppero ripartire per riconquistare una dimensione nuova e diversa.

Sicuramente accadrà di nuovo anche se per il momento non resta che riflettere sul presente per trovare i punti di forza per il futuro recuperando il passato.

Scrive Eugenio Scalari domenica 31 ottobre 2010 su La Repubblica a proposito di quello che sembra essere diventato un macigno nella vita di questo paese: “ Le recenti cronache dell’Italia berlusconiana che raccontano l’ennesimo scandalo ormai etichettato mi hanno lasciato al tempo stesso indifferente e stupefatto. L’indifferenza deriva dal fatto che conosco da trent’anni Silvio Berlusconi e sono da tempo arrivato alla conclusione che il nostro presidente del Consiglio rappresenta per molti aspetti il prototipo dei vizi degli italiani , latenti nel carattere nazionale, insieme alla virtù che certamente non mancano. Siamo laboriosi ,pazienti, adattabili, ospitali.

Ma anche furbi, vittimisti, millantatori, anarcoidi, insofferenti di regole, commedianti. Egoismo e generosità si fronteggiano e così pure trasformismo e coerenza, disprezzo delle istituzioni e sentimenti di patriottismo. Berlusconi possiede l’indubbia e perversa capacità ( ma ce l’aveva anche , mi permetto di aggiungere io , Garaibaldi, Vittorio Emanuele, Crispi Mussolini, e via dicendo) di evocare gli istinti peggiori di questo paese. I vizi latenti sono emersi in superficie ed hanno inquinato l’intera società nazionale ricacciando al fondo la nostra parte migliore. E’ stato messo in moto un vero e proprio processo di diseducazione di massa che dura da trent’anni avvalendosi delle moderne tecnologie della comunicazione e deturpando la mentalità delle persone e il funzionamento delle istituzioni. Lo scandalo bunga bunga non è che l’ennesima conferma di questa pedagogia al rovescio. Perciò non ha ai miei occhi niente di soprendente”


Anche per me, lo accennavo all’inizio di questa riflessione non c’è nulla di sorprendente in quello che accade. Sono d’accordo con Scalfari ma per altri motivi .Ritengo che questa sua analisi , o meglio questo accenno di analisi sul carattere degli italiani, non sia un luogo comune come “ italiani popolo di poeti, santi e navigatori” oppure Italia “ paese del sole , degli spaghetti, della pizza e del mandolino” ma abbia bisogno di un esame più approfondito. Un esame seppure tra vizi e virtù ma un esame più stringente e documentato. Non tutto dipende da quello che Scalari chiama il processo di diseducazione. Il processo di diseducazione di massa ha avuto sì una accelerazione ma le sue ragioni esistenziali non stanno soltanto nelle moderne tecnologie di comunicazione. Sono il frutto di cattivi maestri da una parte e dall’altra degli schieramenti, sono il frutto per esempio della incapacità di uno schieramento di opporsi in modo serio e costruttivo ad una serie di guasti che i governanti (qualcuno dirà il governante degli ultimi venti anni ) hanno prodotto. Lentamente , a stratificazioni successive questi guasti si sono rappresi , hanno formato spessore, strato e hanno modificato la orografia della nostra società. Sono il frutto del vuoto appunto che ha fatto certa politica.

Un esempio. Nel clima infuocato di rissa che spesso contraddistingue le discussioni al bar, sull’autobus , nei luoghi di ritrovo, viene fuori che nel bene o nel male, teoricamente o in pratica alcune idee diciamo così “ berlusconiane “ ( che hanno detrattori e sostenitori capaci di litigare di brutto e di non parlarsi per una settimana quando tre minuti prima avevano preso il caffè insieme ) riescono ad emergere , a farsi strada. Ciò non accade per le idee dei suoi oppositori , di coloro che si pongono in una posizione di alternativa. Si fa fatica a capire ( e faccio finta io qui di farla a fini pedagogici) la sostanza degli argomenti per il modo con viene contrapposta al chiaro e accattivante modo del premier di promuovere consenso.

La pedagogia berlusconiana , come la chiama Scalfari è chiara (condivisibile o meno). In opposizione a questa pedagogia che cosa c’è di altrettanto chiaro? Ho qualche dubbio ad individuare altre idee, altri comportamenti che riescono a porsi alla ribalta che riescono a catturare l’attenzione . Certo esistono, ne sono convinto ma rimangono appannati, offuscati, impietosamente relegati nel mondo delle utopie ovvero sono parte della sofferenza di quegli uomini e di quelle donne che ogni giorno pur di non rinunciare a se stessi pagano in termini di povertà (perché non rubano) in termini di precarietà del lavoro ( perché non appartengono a cricche), di ideali (perché forte è netta in ogni istante è il valore della coerenza). Sono in sostanza situazioni e comportamenti che si reggono su valori ormai desueti , di nicchia, di minoranza.

Scalfari nel continuare la sua riflessioni esprime, se così possiamo dire una critica” ad personam “ sulle qualità e sui vizi del premier e gli esiti di quella riflessione possono essere letti in quell’articolo de La Repubblica e qui non interessano più di tanto.

Ho riferito quell’accenno di analisi di Scalfari sulle caratteristiche degli italiani solo perché è un’analisi che mi interessa e che lui riesce ad esplicitare in modo sufficiente ; cercherò di esaminare questi temi nei prossimi post. Tanto che, a questo proposito , sono forsetentato di chiudere questa rubrica “Fratelli d’Italia “ e aprirne un’altra dall’esemplare titolo “Vizi e Virtu’ “ . Ma continuerò con “Fratelli d’Italia”.

Da Scalfari prendo anche quel suo vago senso di indifferenza per le vicende ,le storie e i gossip che ci vengono raccontati tutti i giorni per esprimere, al momento , poche altre riflessioni .

Esiste sicuramente in questo paese una doppia morale che deriva da una pedagogia farisaica , da un atteggiamento per il quale “ si fa ma non si dice” , con il gioco delle maschere che vanno indossate di volta in volta, una per la sfera pubblica, una per quella privata e via dicendo.

Un doppia morale che però ha elevato il puttanesimo alla sfera di filosofia di vita per cui diventa inevitabile l’affermazione: meglio correre dietro le donne che essere gay oppure l’affermazione di Lele Mora “ paese che vai zoccola che trovi “. Senza porsi minimamente il problema che forse in una società rispettosa e solidale con i problemi delle persone non occorre colpevolizzare il gay ma aiutare il contesto ad accettare il gay, come per tutta un’altra serie di problemi ( parlo del gay perché sembra di moda ma si potrebbe parlare della prostituta, dell’immigrato e da ultimo forse anche del disoccupato) . E ancora il narcisismo di cui parla per esempio Gadda nel suo Eros e Priapo che sembra informare molti , molti atteggiamenti di certi italiani che poi non è , per altro verso, che la sindrome di Dorian Gray. Narcismo frutto dell’eccessiva cura della persona veicolata da una tivvù deteriore e come espressione di una pancia del paese che insieme a molte altre manifestazioni caratterizza gli italiani, come bene spiega Beppe Severgnini .

Mettere l’accento dunque su questi aspetti per battere il capo del governo sul terreno politico non gli produce una scalfittura. Anche perché i sondaggisti raccontano, ed è il caso di dar loro credito ,che gli italiani che hanno dato il loro consenso al premier non vengono minimamente influenzati da giornali e tivvù . Mi viene da pensare che le discussioni sui giornali e nelle tivvù su questi temi sono cose per “addetti ai lavori” . Ne deriva una riflessione : una cosa sono i comportamenti, gli atteggiamenti e le espressioni personali , un’altra cosa è la politica del governo; altra cosa è per esempio la stagnazione dell’operato del governo, la presunta incapacità di governare e quindi di portare avanti il programma di governo,la trappola nella quale la Lega è caduta di un federalismo che viene continuamente promesso e sempre disatteso e rimandato.. E’ proprio la pancia del paese che condivide le espressioni personali del premier . E quindi non dico che c’è poco da fare ma è certo che occorre fare un lavoro serio ( riferito alle opposizioni ) per cambiare in modo” virtuoso “il paese (come continuamente da molte parti si invoca) . Ci si può anche chiedere se chi ha un ruolo pubblico ha il compito di dare l’esempio ; ci si può anche chiedere se l’ipocrisia è il tributo che il vizio paga alla virtù; ci si può anche chiedere se nella prima repubblica” si faceva ma non si diceva “. Si possono fare molte altre domande ma due mi sembrano fondamentali : la prima c’è una fetta di elettorato che condivide quello che dice e fa il premier ?; la seconda c’è una fetta di elettorato che afferma che ci sono scelte democratiche che sono state fatte dai cittadini eleggendo il premier e che quindi il premier si cambia solo nelle urne ? Sulle risposte c’è ancora da discutere a lungo.

Di una cosa sono certo (almeno per chiudere per il momento queste riflessioni ) . Certi comportamenti che informano la vita pubblica italiana che occupano decine e decine di pagine di giornali sullo stesso tema, che attraggono l’attenzione per giorni e giorni non sono altro che un esorcismo: l’esorcizzare l’angoscia della morte , del decadimento fisico che si avvicina da parte di un uomo ormai vissuto e navigato che dalla vita non si aspetta altro che allontanare il più possibile la morte. . In linea con certi valori che questa società ha prepotentemente affermato negli ultimi decenni. In linea con la paura della morte all’interno di una storia millenaria dell’uomo ( in quanto tale ) raccontata dalla letteratura , dal cinema, dalla musica .

Se poi non è così, se ne può riparlare .


Eremo Via vado di sole, L’Aquila, sabato 6 novembre 2010 .



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