martedì 16 novembre 2010

SILLABARI : Spreco ( I )

SILLABARI : Spreco ( I )

[ Leggi anche SILLABARI : Spreco ( II ) SILLABARI : Spreco (III) e SILLABARI : Consumismo ]

Nella storia dell’uomo il cibo ha avuto svariate e importanti funzioni tra cui per esempio quello della comunicazione. Così per esempio esiste il cibo rituale che è quello della festa, delle nozze , come messaggio di gioia , che viene consumato dopo le esequie come messaggio di consolazione. Esiste anche un cibo sacramentale come nella cultura giudaico cristiana di cui il pane e il vino sono le espressioni più importanti.

Questa cultura così costruita nei millenni come sostanza dell’essere e dell’esserci viene oggi sempre più contraddetta attraverso alcune forme disarmoniche di consumo che sono espressione solo della animalità, del bisogno corporale, della compensazione psicologica della nutrizione fatta male .

Tra le forme di negazione del cibo e della sua funzione tra quelle che abbiamo già menzionato ce n’è una importantissima e mai abbastanza esaminata : lo spreco delle sostanze alimentari.

Susanna Tamaro sul Corriere della Sera ha scritto un lungo articolo su questo argomento dal titolo “Le tonnellate di cibo sprecato e l’ingratitudine verso la Terra.”

L’articolo prende le mosse dalla pubblicazione del primo libro sullo spreco alimentare condotto da Last minute market a cui appartengono dei ricercatori della facoltà di agraria dell’Università di Bologna.

Scrive Tamaro : “ In agricoltura c’è una dispersione di 17.700.586 tonnellate di cibo , un peso cioè uguale a quello che consuma l’intero paese in un anno . Le organizzazioni di produttori ritirano ogni anno 75.000 tonnellate di cibo non scaduto e di questa quantità solo il 4,4% viene usata per chi si trova in stato di bisogno. L’industria butta via 2.161.312 tonnellate di prodotti merntre la distribuzione al dettaglio, la più modesta,ne getta soltanto 244.252. Fanalino di coda sono le famiglie : 515 euro di spesa alimentare finita nei cassonetti.”

Continua la Tamaro “ La maggior parte di noi , ormai non ha molte occasioni di vedere un campo coltivato eppure è sempre e solo la terra a dare i frutti , sempre a lei siamo legati dal rapporto di maternità del nutrimento , sono sempre sue le montagne - letterali e non metaforiche , di cibo che schiacciamo con le ruspe.”

Ma perché sprechiamo così tanto cibo ? Perché probabilmente non siamo più capaci di alimentarci nel modo giusto e perché la politica dell’alimentazione la fanno oggi nel nostro paese alcuni distributori che ti costringono a mettere nel carrello quello che a loro piace. Ma anche se non piace a te è difficile mettere in piedi esperienze alternative di ricerca e di redistribuzione di prodotti alimentari , quelli per esempio a chilometri zero. Non tutti hanno tempo e possibilità di ricercare queste nicchie alternative nel mercato. Chi ci riesce è fortunato. La maggior parte dei consumatori è costretto, letteralemente costretto, a prendere quello che trova nei supermercati anche se con un occhio alle etichette e con un altro alle pagine di Altro consumo.


Susanna Tamaro ad un certo punto dell’articolo si interroga sulle conseguenze non tanto economiche di questo spreco ma “ di quelle che coinvolgono il nostro cuore , il senso più profondo e radicato del nostro essere . Una società che disprezza i frutti della terra , che ha rotto il progetto della cura , che ha cancellato la gratitudine dei suoi sentimenti , che società può essere? Si possono distruggere montagne di cibo e poi avere dei bravi figli , dei cittadini rispettosi , degli adulti responsabili e compassionevoli?”

A lungo Tamaro continua ad esaminare le ragioni di questo comportamento per concludere sconsolatamente “ I milioni di tonnellata di frutta e verdura maciullata e l’uomo ridotto a cosa sono le due facce di uno stesso problema. L’uomo ha bisogno di essere riportato al centro della sua complessità , quella complessità che idealmente si manifesta nel cuore. Quel cuore che soffre l’umiliazione dello spreco che è lo stesso cuore capace di provare amicizia e compassione , capace di dono e di attenzione , capace di riconoscere la bellezza e di emozionarsi per la sua gratuità. Gratuità!..”

Le ragioni del cuore così ben espresse dalla Tamaro in realtà non rendono però il lavoro che svolgono i volontari della Fondazione Banco Alimentare Onlus. Scrive il cui direttore generale Marco Lucchini così si esprime a commrento dell’articolo della tamaro :” ..il Libro nero dello spreco rappresenta poco la realtà o rappresenta , forse volutamente solo una parte perché va riconosciuto quello che in questo campo viene fatto giorno dopo giorno da 21 anni dalla Fondazione Banco Alimentare Olnlus per evitare che tonnellate di cibo finiscano nella spazzatura e divengano un pasto per i più poveri. Banco Alimentare dalla sua nascita ha recuperato 600.000 tonnellate di cibo e solo nel 2009 circa 70.000…. 1200 volontari praticano ogni giorno la gratuità regalando il loro tempo alla rete Banco Alimentare come tanti altri volontari in atante altre associazioni perché il cibo sia salvato dallo spreco e consegnato a più di 8.000 strutture caritative che aiutano a sfamare 1 milione e cinquecentomila poveri in Italia . Il 27 novembre si terrà la giornata della colletta alimentare.”.

Dunque nella spazzatura c’è un tesoro e di questo si parlerà in “ Spreco ( II )”


Eremo Via vado di sole , L’Aquila , sabato 6 novembre 2010



Nessun commento:

Posta un commento