martedì 30 novembre 2010

VERSI D'ALTRI E ALTRI VERSI : Kikuo Takano ( II )

VERSI D'ALTRI E ALTRI VERSI : Kikuo Takano ( II )

Da dove?

Da dove? chiede il vento.

Si scuote solo il grappolo dell'uva,

perché non sa rispondere: da dove?

Quando s'è reso conto, era già qui.

Potrebbe esser venuto dalla nebbia,

forse dalla roccia,

oppure forse dal cielo senza fine.

Non può rispondere

alla domanda: da dove?

Però comincia a chiedere: da dove?

In seguito a giorni d'insonnia

il grappolo è cresciuto di peso,

e ha cominciato a formarsi

come gocce di lacrime.

Chiunque potrebbe sbagliarsi

nel porre la domanda, ma occorre domandarsi:

da dove arriva 1'essere lontano che irradia la terra?

Finché t'accorgerai che quello è un dito,

chiedilo con intensità pur sbagliando.

Finche t'accorgerai che è un incontro...

Toccato dalle dita di luce

il maturare abbondante è frutto d'uva,

il dormire alla fine è frutto d'uva.

Quasi sabbia

Chiudere gli occhi perché

ha compreso la colpa del guardare.

Aprire gli occhi perché stessa colpa

gli é parso non vedere.

Sulla spiaggia deserta

con occhi distratti guardo il mare aperto.

Ma non lo vedo affatto.

Intanto guardo me

che penso di vederlo,

convinto sia così ma nemmeno

sicuro di questo. Forse questo lo vedo?

Guardo invece L´infranggersi dell´onda

e un legno gettato sulla spiaggia.

Chissà perché mi sento sollevato,

mesto e contento nello stesso tempo:

sto quasi per diventare sabbia.

Il vento e la duna

In una notte bianca cerca il vento,

intenso, il concavo e il convesso di una soffice duna,

sognando una carezza lieve

in cui tentare quello che ha perso.

La duna tormentata torce il suo corpo e chiama la stella.

Nella notte bianca, abbracciando l'arpa turbata

, il vento rende un fresco risveglio alla duna placata,

mutata di forma, come avesse ricevuto la grazia di Dio

sotto il bagliore mattutino.

La vita

La vita non è solo attendere invano?

Non è aspettare dolcemente qualcosa

che è troppo grande e che mai verrà?.

Il gyrinus nel suo volteggiare, la giraffa col suo collo,

con le spine la rosa, con le parole l'uomo,

il girasole con lo stame e il pistillo, non aspettano soltanto?

MARE


Desiderando rispecchiare il cielo, plachi, tu mare,

il vento e resti senza onde.

Non protendo accoppiarti alla scogliera

giorno e notte ululando insisti ad infuriarti.

Pure ogni fiume si è versato in te,

tutto chò che è del fondo lo hai affondato,

tutto ciò che è del cielo gliel'hai reso.

Perfino l'uomo, se arriva a disperare,

a te viene per cercare la madre che hai in te.

Poi, gli anni fuggiti,

portando In silenzio una morte quieta

Sulla riva, vorresti dirci: "Guardàtela, oh! Guardàtela!".

A te (1)

Al mio risveglio anche questa mattina

mi trovo come se mi andassi un po' consumando.

Durante il sonno non sarà forse che,

mutato in macaone invisibile,

sia andato pian piano volteggiando?

Volo consumandomi, mutandomi in masso,

in graminacee, in cigno in rampone rugginoso,

in grondaia.

Lo crederesti? A ogni risveglio mi trovo trasformato

realmente in un altro impensabile.

Sono cambiato, ormai irriconoscibile dopo che ci siamo lasciati.

Fior di loto

Fior di loto è fiorito,

vorrebbe dirci che pure nel limo

son nascoti colori e sembianze così puri.

Fior di loto è fiorito,

vorrebbe dirci che va ricordata la lontananza

di chi è caduto nell'oblio; quella lontananza e grandezza.

Fior di loto è fiorito, v

orrebbe dirci che la goccia caduta sulla foglia

diventa una gemma d'argento e brilla di più

Fior di loto è fiorito,

vorrebbe dirci che s'arrende a una domanda

così grande da non saper altro che fiorire.

Naturalmente

Naturalmente non potevo non desiderare che,

pur essendo una piccola lampada,

s’alzasse più forte la fiamma,

ardesse fin troppo lo stoppino.

Naturalmente – non l’ho forse meritato? –

il globo del mio lume si è annerito,

è tutto fuliggine, adesso.

Non può dunque far passare la luce.

Ma nulla rimpiango, né mi pento di quel mio desiderio.

Ripeto ancora: “Mondo, tenebre, mia ombra!”

Non ho bisogno di una semplice ombra:

son venuto a ricevere la luce,

la luce che ho in me naturalmente.

[Le foto sono di Laura Mohena]

Eremo Via vado di sole, L'Aquila, martedì 30vnovembre 2010 

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