“Al primo bicchiere l'uomo beve il vino, al secondo bicchiere il vino beve il vino, al terzo bicchiere il vino beve l'uomo" proverbio orientale
Per lo studio ogni sostanza è stata soppesata secondo sedici criteri , nove di carattere individuale – salute mentale, perdita di relazioni, salute fisica, di chi la ingerisce – gli altri sette di tipo sociale : violenza disturbo dell’ordine pubblico, tasso di criminalità .
“Il nostro studio – ha precisato Nutt – conferma quanto rilevato da studi in Gran Bretagna e in Olanda e rivela che il sistema attuale di classificazione della droga ha scarsi legami con la dannosità reale. La nostra ricerca evidenzia inoltre che una campagna aggressiva contro l’eccesso di alcol sarebbe una componente valida e necessaria della strategia per la sanità pubblica”.
Per quanto riguarda la graduatoria dello studio , su un punteggio massimo di pericolosità di 100 punti l’alcol ne ha realizzati 72, l’eroina 55 e il crack 54.
Dunque l'alcol per David Nutt è la peggiore delle droghe e per la società è più dannoso anche di eroina e cocaina. Da lungo tempo Nutt ha avviato una riflessione sulle sostanze e il loro uso e abuso. Infatti su Il corriere della sera del 26 marzo 2007 Gabriele De Palma riferiva di uno studio pubblicato su Lancet da David J. Nutt che così commentava :”L’attuale concezione delle droghe è mal concepita e arbitraria» (…)«l’esclusione di alcol e tabacco è dal punto di vista scientifico arbitraria». Il tabacco è infatti causa del 40 per cento di tutti i ricoveri ospedalieri – ne è quantomeno una concausa – e all’alcol viene attribuita oltre la metà delle emergenze da pronto soccorso. Inoltre l’alcol ha un alto tasso di pericolosità sociale (2,2 in una scala da 0 a 3) ed è secondo in questa classifica solo all’eroina. Il tabacco invece dà una dipendenza inferiore solo a eroina e cocaina.
Allo studio di Nutt pubblicato di recente da Lancet che mette in evidenza come l’alcol sia al primo posto nella classifica della pericolosità delle droghe rispondono nel nostro paese due opinioni . Quella di Riccardo Gatti della ASL di Milano e il presidenti della Federvini.
Riccardo Gatti afferma che “non dobbiamo dimenticare la storia: i morti per eroina negli anni Settanta e Ottanta, i disastri del crack che fa salire chi lo usa su un auto volante da cui è difficile scendere. Studi come quelli pubblicati su Lancet sono importanti ma non devono condizionare troppo né le azioni politiche di prevenzione né l’opinione pubblica. L’alcol ( consumato oltre i limiti ) ,l’eroina e il crack sono tutte sostanze pericolose . Ma deve essere chiaro che una inalazione di crack non è meglio di un brindisi con lo spumante. E’ vero che l’equazione droga-pericolo è immediata . Quella nei confronti dell’alcol no così come non sono immediati i suoi danni ( nell’immediato perita di controllo e a lungo andare cirrosi, aritmie cardiache ,neuropatie. Quindi le azioni di contrasto devono essere a tutto campo .
La Federazione italiana industriali produttori importatori ed esportatori di vini si schiera quindi con il fronte del"no all'uso di droghe, no all' abuso di alcol. Senza se e senza ma, e soprattutto senza classifiche, più o meno attendibili". Di fatto, ricorda Federvini, la stessa Oms ha adottato recentemente una risoluzione in cui si sottolinea che il problema non è l'alcol in sé, ma il suo abuso, ovvero uso scorretto.
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