mercoledì 10 novembre 2010

SILLABARI : Biomasse

SILLABARI : Biomasse

“Dicono che inquinino meno, ma non è così” di gingerino_2086, 09/11/2010 16:49

(In merito alla proposta di realizzare sul territorio di Paganica L'Aquila una centrale per biomasse forse inutile e inservibile )

Articoli comparsi su riviste scientifiche prestigiose e sulle pagine di cronaca quotidiana hanno svelato la verità su quando sta accadendo: dalla fine degli anni settanta, milioni di tonnellate di rifiuti tossici continuano ad essere sversati nelle nostre campagne, nei pozzi di irrigazione, nelle cave, in discariche abusive o, addirittura in mare, a poca distanza dalle nostre coste. Una delle conseguenze più terribili di questo disastro ambientale, come già ricordato, è l’aumento considerevole nella nostra regione delle patologie tumorali e degli aborti spontanei.

Tumori al polmone, del fegato, della vescica e del pancreas hanno superato di gran lunga la media nazionale. Una Centrale a Biomasse, altro non è che un inceneritore camuffato, come è stato evidenziato da tecnici specializzati, un impianto assolutamente non necessario per le nostre comunità. L’inganno di questi impianti, nati per produrre energia elettrica, sta nel fatto che sulla carta dovrebbero funzionare utilizzando solo materiali vegetali, ma nella realtà funzionano bruciando rifiuti tossici in percentuali alte, come è già successo in altre centrali a biomasse localizzate in Italia. La centrale a biomasse di Termoli nel Molise, doveva bruciare solo prodotti vegetali, dopo un controllo, si è scoperto che venivano utilizzate sostanze altamente cancerogene (dalla rivista “Ambiente” n.65./2007).

Va ricordato che negli inventari europei delle emissioni di diossine e idrocarburi policiclici aromatici, il primato assoluto spetta proprio alla combustione di biomasse. L’impianto che si vuole realizzare tra l’altro ha bisogno di oltre 120.000 tonnellate/anno di combustibile (biomassa), cosi come riportato nel progetto, una quantità che mai potrà essere prodotta nelle immediate vicinanze (la Provincia di Caserta può garantire appena 15.000 tonnellate/anno il 10%, in tutta la Regione Campania la biomassa d.o.c. arriva ad un massimo di 60.000 tonnellate/anno, il 50%), quindi, la restante parte dovrebbe provenire da luoghi di produzione distanti anche centinaia di chilometri, con una spesa enorme per il trasporto. La soluzione più semplice diventa allora, come già detto, quella di bruciare rifiuti tossici in quantità di gran lunga superiore a quelli meno tossici. Noi viviamo nel paese del solo e paesi meno privilegiati di noi, come la Germania, stanno promovendo e investendo sull’energia solare. In ogni caso, crediamo che non si possono predente decisioni senza coinvolgere i cittadini, soprattutto per quando riguarda la salute, l’ambiente in cui viviamo, la qualità della vita (Convenzione di Arhus).

Un coinvolgimento della nostra collettività, la partecipazione del popolo alle decisioni del proprio territorio è un principio imprescindibile e un diritto che ci viene dalla nostra Costituzione e dal voto. Chiediamo a tutti di attivarsi per poter dare la necessaria informazione e sensibilizzazione a tutta la cittadinanza su questo gravoso problema. Solo la condivisione e la cooperazione tra le parti può garantire la difesa dei beni comuni. Non lasciamoci bruciare il futuro!!! In merito, è intervenuto Giovanni Di Lillo, presidente del Movimento Civico “Uniti per Vitulazio” e promotore del Comitato che dice no all’impianto che servirà a bruciare rifiuti. “Così come si evidenzierà che una centrale a biomasse – ci dice Di Lillo - altro non è che un inceneritore, una vero inganno per la popolazione costretta a respirare sostanze tossiche estremamente pericolose per la salute. Le nostre denunce e preoccupazioni purtroppo non sono infondate.

L’opposizione alla centrale a biomasse nasce dalla consapevolezza che dietro queste parole innocue dal punto di vista ambientale si è scatenato un giro d’affari colossale, favorito da leggi in apparenza positive ma con ritocchi evidentemente dettati da poteri forti che usano la politica per fare affari. La nostra legge che assimila il CDR (combustibile da rifiuto) a biomasse ne è un esempio lampante e spiega il fiorire di tanti cosiddetti termovalorizzatori di biomasse. La centrale a biomasse è un inceneritore dei rifiuti, tant’è che l’esercizio è disciplinato dal Decreto Legislativo dell’ 11 maggio 2005, n. 133, attuazione della direttiva 2000/76/CE, in materia di incenerimento dei rifiuti.

L’incenerimento dei rifiuti, fra tutte le tecniche di smaltimento, è quello più dannoso per l’ambiente e per la salute. E’ opportuno che si incentivi una politica di raccolta differenziata, riciclaggio, recupero dei rifiuti, anche perché l’incenerimento dei rifiuti è il sistema più costoso per lo smaltimento dei rifiuti e che tutti noi, all’insaputa, paghiamo con generosi incentivi. L’Italia è l’unico paese europeo che finanza l’incenerimento dei rifiuti! Tutti gli altri stati membri (Austria, Belgio; Danimarca, Germania) impongono ai gestori di inceneritori di pagare una tassa per ogni tonnellata di rifiuti bruciati, disincentivando l’incenerimento. Bruciare biomasse per produrre energia produce inquinamento, aumenta le emissioni di gas serra, aumenta l’inefficienza energetica del Paese. Gli usi energetici delle biomasse sono meno ecologici di quanto si crede ed hanno tra l’altro un potere calorifico troppo basso per rendere conveniente il loro uso per produrre elettricità. Purtroppo le scelte che i nostri amministratori fanno sono guidate da motivi che niente hanno a che fare con i bisogni della gente e che non sempre tengono conto di problemi importantissimi come la salute, l’ambiente, la qualità della vita. Eppure, riteniamo che un coinvolgimento della collettività, la partecipazione del popolo alle decisioni del proprio territorio, in particolare in tema di salute ed ambiente, è un principio imprescindibile e un diritto che ci viene dalla nostra Costituzione e dal voto. Un’ultima perplessità: dal sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, viene rilasciato un parere favorevole all’installazione della centrale di fronte ad un Istituto Sperimentale di Frutticoltura del Ministero dell’Agricoltura, ad una Scuola Rurale ad un immobile destinato ad accogliere gli ex utenti dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG) di Aversa, saremmo contenti di sapere come è possibile questa convivenza!


Eremo Via vado di sole , L'Aquila, mercoled' 10 novembre 2010

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