sabato 19 febbraio 2011

ARTE FACTUM : La musa dei preraffaelliti . Storia segreta

ARTE FACTUM : La musa dei preraffaelliti . Storia segreta


Scrive Luca Leonello Rimbotti :“Erano artisti e poeti, amavano la bellezza struggente, il dettaglio prezioso, la cura raffinata degli ambienti. Rappresentavano una natura insieme fantastica e realistica, descrivendo con tratti forti e deliziosi le più sognanti espressioni del volto umano: i membri della Confraternita dei Preraffaelliti, associazione nata a Londra alla metà del secolo XIX, erano esteti colti, nemici della mediocre società vittoriana, ostili al quel volgare mondo degli affari e dell’arricchimento che stava assumendo intorno a loro i caratteri dell’ormai trionfante flagello capitalistico. Sognavano il ritorno al Trecento e al Quattrocento italiani: il Beato Angelico, Luca Signorelli,Filippino Lippi, la città medievale, una società ordinata e apparentemente serena, un mondo ritmato sull’uomo, l’amore per il bello…Volevano riandare a quelle madonne fiorentine delicate, di armonicissima proporzione e di aggraziatissimo tratto, che erano in fondo le donne di tutti i giorni, che i nostri antichi pittori potevano incontrare per strada, figure di popolo, ma di un popolo nobile, insieme severo e giocoso, gente come attraversata da un innato senso dell’armonia.

Erano artisti e poeti, amavano la bellezza struggente, il dettaglio prezioso, la cura raffinata degli ambienti. Rappresentavano una natura insieme fantastica e realistica, descrivendo con tratti forti e deliziosi le più sognanti espressioni del volto umano: i membri della Confraternita dei Preraffaelliti, associazione nata a Londra alla metà del secolo XIX, erano esteti colti, nemici della mediocre società vittoriana, ostili al quel volgare mondo degli affari edell’arricchimento che stava assumendo intorno a loro i caratteri dell’ormai trionfante flagello capitalistico. Sognavano il ritorno al Trecento e al Quattrocento italiani: il Beato Angelico, Luca Signorelli, Filippino Lippi, la città medievale, una società ordinata e apparentemente serena, un mondo ritmato sull’uomo, l’amore per il bello…Volevano riandare a quelle madonne fiorentine delicate, di armonicissima proporzione e di aggraziatissimo tratto, che erano in fondo le donne di tutti i giorni, che i nostri antichi pittori potevano incontrare per strada, figure di popolo, ma di un popolo nobile, insieme severo e giocoso, gente come attraversata da un innato senso dell’armonia.”

I principali esponenti furono Dante Gabriel Rossetti, William Hunt, Ford Madox Brown, John Everett Millais, William Morris, Edward Burne-Jones.

E fu Rossetti, figlio di un carbonaro italiano esule e appassionato di Dante, a coniare la definizione di "Pre-Raphaelite Brotherhood". L'immaginario preraffaellita mescola il romanticismo all'inquietudine interiore, all mondo onirico, all'estetismo raffinato, privilegiando la decorazione pre-Liberty.

La prima mostra in Italia sui preraffaelliti è stata realizzata nel 2009. Il progetto di mostra dedicato a I Preraffaelliti e il sogno italiano. Da Beato Angelico a Perugino, da Rossetti a Burne-Jones curato da Colin Harrison, Christopher Newall, Claudio Spadoni e promosso dal Comune di Ravenna, dall’Assessorato alla Cultura, dal Museo d’Arte della città e dall’Ashmolean Museum di Oxford con il generoso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, si è tenuto nelle sale del Mar dal 28 febbraio - 6 giugno 2010, e dal 15 settembre - 5 dicembre 2010 presso l'Ashmolean Museum di Oxford, anche con l’intento di indagare il ruolo artistico e culturale dell'Italia per quel movimento chiamato "Preraffaellita".


Dopo un quarto di secolo la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma fa il bis. E annuncia per il 24 febbraio 2011 l'apertura di una mostra dedicata al rapporto di fascinazione fra l'arte inglese del XIX secolo e la cultura artistica italiana, dal «gusto dei primitivi» al pieno Cinquecento, partendo dai paesaggi di ispirazione italiana di William Turner, attraverso gli studi di John Ruskin su cicli pittorici, monumenti e architetture. In buona sostanza i Preraffaelliti tornano a Valle Giulia 25 anni. La Galleria Nazionale d'Arte Moderna torna con una grande mostra sull'arte inglese del secondo Ottocento: “ Dante Gabriel Rossetti.Edward Burne-Jones e il mito dell’Italia nell’Inghilterra vittoriana “ curata da Maria Teresa Benedetti , Stefania Frezzotti e Robert Upstone ( Catalogo Electa ) in cui sono esposte più di 100 opere, provenienti da prestatori privati e musei internazionali, molte delle quali per la prima volta in Italia. Il nucleo principale della rassegna comprende i preraffaelliti Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones, William Morris e indaga la particolare declinazione del classicismo nell'ambito della Royal Academy operata da artisti come Frederic Leighton e da rappresentanti della cultura estetica e simbolista come George Moore , George F. WatteeJohnWilliamWaterhouse.

Un aspetto particolarmente significativo dell'esposizione verte sul rapporto tra le opere inglesi e i prototipi italiani che ne hanno costituito il modello iconografico e la suggestione formale: sono esposti dipinti di Giotto, Crivelli, Carpaccio, Botticelli, Sebastiano del Piombo, Palma il Vecchio, Bergognone, Luini, Tiziano, Veronese, Tintoretto - a testimoniare, pure nella diversità di clima culturale, la loro incidenza in area inglese. «Ciò consente - spiega Maria Teresa Benedetti, curatrice della mostra insieme con Stefania Frezzotti, Robert Upstone - anche di evidenziare singolari letture critiche, suscettibili di continue evoluzioni nel corso del secolo, come la predilezione di Ruskin per Luini, anche rispetto a Leonardo, e il suo rifiuto di Michelangelo, pure destinato ad avere una rilevante influenza in ambito tardo preraffaellita e simbolista». La passione per l'Italia ha un complesso fondamento critico negli scritti di Ruskin, nelle originali letture del nostro Rinascimento ad opera di Swinburne, insieme ai saggi di Walter Pater su Giorgione, Botticelli, Michelangelo e Leonardo, testi che hanno inciso profondamente nel diffondersi di un preciso orientamento su uno stretto cenacolo di letterati, artisti, critici e committenti.

Altrettanto importante è, infatti, il forte incremento in Inghilterra, fin dall'inizio del secolo, di un collezionismo pubblico e privato di arte italiana, che confluirà nella formazione del primo nucleo della National Gallery (1834), costituito da importanti acquisti provenienti dalla dispersione di patrimoni prevalentemente aristocratici del nostro paese.

Una sala della mostra è dedicata alla diffusione del «gusto dei primitivi» italiani, documentato attraverso una selezione di cromolitografie della popolarissima Arundel Society, di incisioni di Carlo Lasinio dagli affreschi del celebrato Camposanto di Pisa e da incisioni di William Young Ottley ispirate agli «old masters» della scuola fiorentina.

A chiusura dell'esposizione viene presentata una sezione di artisti italiani - Nino Costa, Giulio Aristide Sartorio, Adolfo De Carolis, Gaetano Previati - che negli ultimi decenni del XIX secolo, proprio attraverso la scoperta dei «preraffaelliti» inglesi, recuperano la tradizione artistica del Rinascimento come matrice culturale ed ideologica dell'identità italiana.

Ma la mostra di Roma in realtà celebra la musa segreta contesa dai pittori preraffelliti il cui volto diventa il simbolo del movimento inglese.


Scrive Antonella Barina : “ Era di una bellezza inconsueta Jane Burden, figura languida e malinconica – occhi immensi , labbra carnose , nuvola di capelli scurit - che nell’universo prerafaellita dell’Inghilterra della seconda metà dell’Ottocento divenne l’ideale della femminilità. Figlia di uno stalliere , di lei si innamorò Williams Morris, artista ed utopista, che la sposò nonostante la disapprovazione della sua famiglia , alto borghese. Musa sensuale e sfuggente, ispirò il pittore e poeta d’origine italiana Dante Gabriel Rossetti , che sempre più ossessionato da quell’attrazione senza speranza, la dipinse ridipinse nelle vesti della sposa infelice : Proserpina, Desdemona, Pandora, Pia de’ Tolomei .

Di fatto il prototipo femminile incarnato dalla misteriosa Jane - desiderio erotico inseguito e frustrato – arrivò a influenzare tanta cultura del tardo Ottocento , quell’eterno femminino regale che giungerà fino a Klimt e alle grandi dive del cinema muto. (…) Quando vede per la prima volta Jane , nel 1857, Dante Gabriel Rossetti è a Oxford a dipingere le storie di Re Artù e Lancillotto per la sede in costruzione di un sindacato. Accade una sera a teatro , Jane gli è seduta accanto appena diciottenne. Lui la convince a posare per il personaggio di Ginevra.”

Comincia così una storia che arriva fino alla convivenza. Racconta Maria Teresa Benedetti : “ Ne è subito attratto m anon può legarsi a lei perché nella sua vita c’è Elizabeth Siddal, giovane commessa di modista, modella per vari pittori preraffaeliti e “Beatrice” di tanti suoi lavori di soggetti danteschi che vive con lui sul Tamigi. Sfumata la passione iniziale Elisabeth è diventata oppressiva e invadente. Ma è difficile liberarsene anche perché è molto malata e quindi Rossetti favorisce il matrimonio di Jane con l’amico Morris “. Il matrimonio per un po’ Elizabeth funziona . Poi , continua a raccontare Benedetti “ Per un po’ Rossetti ritrae Jane solo ogni tanto . La sua modella preferita è Fanny Cornforth, amante abbordata per strada. Nel 1860 sposa Elizabeth che dà alla luce un bamibo morto e si suicida ingerendo una dose letale di Laudano. Divorato dai rimorsi Rossetti si trasferisce in una grande domora senza ricordi , che arreda con tende di chinz indiano . porcellani cinesi , quadri italiani Popolando il giardino di animali esotici e le sale di amici strani. Organizzando sedute spirtiche e letture di Sade e Baudelaire “

Rossetti in questa fase guadagna molto, spende di più è affetto da disturbi alla vista ed è stanco. Cloralio e whiscky sono per lui una droga fatale. In questa fase della sua vita rientra preponderante Jane . Siamo al 1866. Inizia un epistolario affascinante e addirittura rossetti affitta una villa insieme con Moreris marito di Jane. La ritrae ora sempre nella stessa posa e a lei dedica sempre le stesse poesie monocordi e ossessive. . Il marito Morris lascia per un’intera estate Jane insieme con Rossetti. E’ forse un’amicizia garbata, non ci sono prove che lei ricambi. Di fatto nel 1872 Rossetti tenta il suicidio e vive poi un tracollo drammatico fino alla morte avvenuta nel 1882 vivendo da recluso , vende gli arredi della casa . La moraltsica società vittoriana lo denigra con toni apocalittici : sta riducendo Londra ad una Sodomia e Gomorra. Jane continua a posare per lui e lui a dipingere. Muore a 54 anni . Lei a 75 nel 1914.



Eremo Via vado di sole , L’Aquila,
sabato 19 febbraio 2011

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