lunedì 16 maggio 2011

ANIMALI VERI ANIMALI IMMAGINARI . Quello che un cane insegna al padrone

ANIMALI VERI ANIMALI IMMAGINARI . Quello che un cane insegna al padrone

“Ciondolino” era il titolo di un bel racconto di Vamba (quello di di Giamburrasca).che narrra la storia di un bambino che diventa formica e scopre così i segreti di quell'unìverso piccolo ma molto ben organizzato. Quella storia, una classica storia istruttiva destinata ai bambini. mi è tornata in mente d'improvviso leggendo il nuovo libro di Franco Marcoaldi, Baldo (Einaudi, pagg. 132, euro 13), perché in qualche modo anche quic' è una sorta di metamorfosi, anche se costruita in modo più raffinato.


Lo scrittore si fa cane e ne racconta le gesta e i pensieri, che poi equivale a dire che racconta anche se stesso attraverso gli occhi (e le considerazioni) del cane Baldo, un magnifi ¬co setter gordon che conosciamo da cucciolo e seguiamo fino agli undici anni di età.

In realtà cane e padrone (per riandare al vecchio racconto- idillio di Thomas Mann) non possono che agire in coppia e dunque, se mi si passa il verbo, interagire in una continua altalena di reciproci scambi.

Baldo insegna al suo Dio-Padrone, un tipo piuttosto nevrotico e inquieto, ad apprezzare la vita nella sua immediatezza, visto che per i cani quel che conta è ciò che avviene in questo momento e tanto meglio se è la ripetizione di ciò che è avvenuto ieri. Ancora: Baldo conosce bene gli effetti benefici del sonno e dunque decide di mostrare al proprio padrone com' è bello dormire senza pensieri. Per farlo si stende sul letto vicino a lui e lo tocca con una zampa, come a stabilire una circolarità rassicurante trai due corpi.


I cani cì guardano, dice il sottotitolo del libro: e noì, potremmo aggiungere, guar­diamo loro. I cani ci proteggono facendo la guardia, ma anche noi sentiamo il do­vere di proteggerli. Se il nostro cane si al­lontana da casa per qualche ora o addi­rittura per qualche giorno facendocì rnorire per il timore che non torni, è giusto che cerchiamo di limitarne i movimenti, magari facendo installare un recinto in­visibile, che il cane non potrà oltrepassa­re, pena una dìssuasìva scossa elettrica? È quanto accade in questo libro. Secon­do Uomo (che non tralascia occasione per denunciare la propria fragilità psi­chica) è indispensabile, secondo Donna è un.abuso bello e buono, siamo al lager. Ne nasce una discussione molto dura. Prevale Uomo, cioè prevale il timore del­la perdita e, se si vuole, l'egoismo di chi preferisce non soffrire, anche a danno della libertà altrui. Ma i cani vogliono poi questa libertà assoluta? Conoscendone molti, sono portato adire di no.

Affettivamente i cani si realizzano proprio nella simbiosi con il loro padrone, vissuto come un capobranco cui non si può dire di no, mala discussione ovviamente si può spostare su piani più larghi toccando anche i rapporti tra gli umani. Tra adulti e ' cuccioli di uomo, per esempio. O tra i partner di una coppia. L'affetto, sembra chiedersi Marcoaldi, che approfitta dei cani per indagare i comportamenti in ge nerale, è una limitazione di libertà?


Se fosse stato per Baldo, 'che divide i suoi affetti tra Uomo e Donna, cioè tra il suo padrone e la di lui compagna, nessuno sarebbe dovuto entrare a turbare l'armonia della famiglia, ma accade invece che prima arriva Nina, una cuccioletta che presto dividerà tutto con lui e poi, grazie a Nina, un figlio in tutto identico a lui che avrà per nome Pozzo. Di Pozzo finirà per essere insieme compiaciuto e geloso: sente che sarà il suo successore.


La vita di Baldo e degli altri due cani si svolge prevalentemente in campagna, nell' ambiente, ideale per un cane cacciatore come il setter gordon, della Maremma. Facendosi cane e prestandogli il computer, l'autore scopre che la vita in campagna è una meraviglia se si è capaci di riacquistare quella felice selvaticità propria appunto degli animali. Che amano seguire i propri impulsi, senza preoccuparsi troppo delle conseguenze. Le giornate di Baldo, la descrizione dei suoi rapporti con gli umani che arrivano in casa, le sue avventure e quelle di Nina e di Pozzo costituiscono la trama di un diario canino che mette allegria. Gli uomini, in fondo, le cose le hanno complicate.fìn troppo, perdendo di vista l'essenziale: questo mi sembra il senso ultimo, anche filosofico, di questo delicato referto sulla vita di coppia, la coppia cane e padrone, appunto. Una coppia che può contare su fedeltà e dedizione da migliaia e migliaia di anni.

Paolo Mauri Quello che un cane insegna al padrone recensione del volume di Franco Marcoaldi “Baldo2 Repubblica 5 aprile 2011 Il racconto di una sorta di metamorfosi dove l’uomo assume il punto di vista dell’animale per parlare anche di sè

Eremo Via vado di sole, L'Aquila, lunedì 16 maggio 2011


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