martedì 24 maggio 2011

BIBLIOFOLLIA : Editori e pirati. Battaglie di secoli.

BIBLIOFOLLIA : Editori e pirati. Battaglie di secoli.


E’il 17. ottobre 1502: Aldo Manuzio si rivolge al Senato di Venezia lamentando che la propria attività è messa a rischio da concorrenti sleali. Era successo che Aldo, qualche anno prima aveva ottenuto dal Senato le esclusive non solo sui titoli, ma anche sull'invenzione del carattere corsivo e del formato in ottavo, entrambi inaugurati dal Virgilio del 1501. Il privilegio concessogli impediva, sulla carta, a chiunque risiedesse nel territorio dèlla Serenissima dì replicare le sue «lettere cancelleresche sive corsive latine» e di stampare «in forma minor de quarto de foglio comun».


Tutto era rimasto lettera morta. A Brescia nel 1499 la consorteria dei Britannico assoldava Bernardino Misinta per stampare un'edizione pirata del Poliziano aldino celandosi dietro il colophon fasullo Firenze; LeonardoArigi . ALione, fin dal 1502, anonimi tipografi immettevano sul mercato contraffazioni dei richiestissimi enchiridia aldini, con comprensibile danno economico per l'officina veneziana. Ludovico Arìosto cercò inutilmente di tutelare l'investimento fatto per l'edizione 1532 del Furioso con una serie di privilegi che nulla valsero, alla sua morte, di fronte al diluvio di edizioni pirata: almeno 27 tra il 1533 e il 1544. Manuzio non è insomma né la prima né l'unica vittima della concorrenza sleale nel campo dell'editoria. È forse però la più nota. Peccato che di lui e dei suoi privilegi non ci sia "traccia nel ponderoso e pur dettagliatissimo volume (sbilanciato sulla realtà anglosassone) che al tema della pirateria, non solo editori ale, ha dedicato lo storico statunitense Adrian lohns: «Per trovare le origini della pirateria intellettuale bisogna partire dal cuore di Londra» afferma lapidario Iohns, alludendo con ciò ai registri dal XVII al XIX secolo conservati a Stationers ‘Hall, sede dell'antica associazione dei librai londinesi, nei quali il libraio registrava la propria intenzione di pubblicare un libro, rivendicandone perciò il diritto in modo che nessun concorrerite potesse pubblìcarne un'altra edizione. 'Fu l'aspirante stampatore inglese Richard

Atkyns, in pieno Seicento, a introdurre il neologismo"pirata nell'accezione oggi nota, nel tentativo di infrangere il sistema messo in atto dagli Stationers.


Da lì in poi la pirateria divenne argomento di dibattito e dél termine si impadronirono un po' tutti .Il vescovo di Oxford tuonava contro gli Stationers «pirati di terra» per difendere la sua nascente Oxford University Presso A sua volta lo Stationer John Haneock si scaglia va contro i «librai disonesti, chiamati pirati di terra, abituati a rubare le stampe dì titoli appartenenti ad altri. Eppure, come suggerisce Adrian Johns, le ristampe illecite ebbero un forte peso nel diffondere le idee, facendo da tramite tra autore e lettore,: «la conoscenza si diffondeva tramite reazioni a catena dì appropriazioni successive, generalmente non autorizzate, spesso denunciate». Laurence Sterne si affrettò ad autografare 12.000 copie del Tristram Shandy allorche venne a sapere che stava per esserne stampata un edizione pirata. L'edizione originale del Contratto sociale di Rousseau apparve ad Amsterdam, nel 1762, per i tipi di Marc-Michel Rey. Ne sono state censite undici pirata nel solo 1762, e due nel 1763, tutte, tranne una, col luogo distampa, ovviamente falso, Amsterdam per Marc-Mìchel Rey.


Locke vide le sue opere illecitamente ristampate in tutta Europa, da Dublino a Napoli. Lo stesso accadde al Werther di Goethe, avvantaggiatosi di una trentina di edizioni, quasi tutte abusive.

in questa logica la pirateria assume un ruolo addirittura propulsivo, non solo di plateale violazione del copyright. I luoghi più favorevoli all'attività editoriale clandestina erano quelli dotati di autorità territoriale ambigua. Perciò innanzitutto, dall'ottica di Iohns, la Scozia e l'Irlanda, autentiche terre di nessuno in cui si ristampavano libri inizialmente pubblicati a Londra per poi rivenderli a prezzo inferiore.

Anche l'Italia aveva le sue belle terre di nessuno, editorialmente anarchiche se non addirittura incentivate da logiche economiche protezionistiche. Fino all'Unità nel Regno di Napoli i tipografi sopravvivevano anche grazie alle ristampe non autorizzate, specie delle edizioni milanesi. Accadeva che l'autore più letto, Manzoni, non traesse alcun guadagno dalle decine di edizioni italiane e parigine dei Promessi Sposi. Le beghe giudiziarie con Le Monnier per un'edizione non autorizzata del 1845 si trascineranno addirittura fino.al 1864. In cassazione Le Monnier fu costretto a pagare all'editore Redaelli, che ne deteneva i diritti, lire 34.000 di risarcimento. Ma nel frattempo aveva già venduto circa 24•000 copie dell'edizione incriminata.

PIRATERIA. STORIA DELLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE DA GUTENBERG A GOOGLE Adrianjohns Bollati Boringhieri, Torino , pagg, 718 euro 39,00

Fonte Il Sole 24 Ore 8 maggio 2011


Eremo Via vado di sole , L'Aquila,
martedì 24 maggio 2011


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