martedì 12 ottobre 2010

ET TERRA MOTA EST : Terremoti,frane,alluvioni

ET TERRA MOTA EST : Terremoti, frane, alluvioni

Il bollettino delle catastrofi naturali nel nostro paese segnala ogni giorno una emergenza che dal dopoguerra ad oggi ci è costato 213 miliardi di euro attualizzato ai valori del 2009. Soldi spesi per “ rincorrere” ossia intervenire dopo che si erano verificati accadimenti naturali a volte delle dimensioni della catastrofe per tamponare e rincorrere le mille fragilità del suolo italiano , dai terremoti , alle frane, dalle alluvioni alle esondazioni .

Pensiamo per esempio ai finanziamenti statali per gli ultimi terremoti :

1968 Valle del Belice ,370 morti,70.000 senzatetto,8438 milioni di euro dal 1968 al 2018

1976 Friuli Venezia Giu1ia ,989 morti ,45.000 senzatetto,17.043 milioni di euro dal 1976 al 2006

1980 Irpinia ,2.914 morti, 280.000 senzatello, 47.826 milioni di euro dal 1980 al 2023

1997 Marche Umbria .11 morti, 32.000 senzatetto, 12.376 milioni di euro dal 1997 al 2024

2002 Molise e Puglia 30 morti, 5.700 senzatetto 1.310 milioni di euro dal 2002 al 2023

2009 Abruzzo 308 morti,67.500 senzatetto,11.519 milioni di euro dal 2009 al 2033

che al conto finale mettono sul tavolo 213 miliardi per la ricostruzione e il risanamento dopo le emergenze spesi dal 1944 al 2009. Di questi , 161 a coprire ui danni dei terremoti ( il 48%, pari a 48 miliardi solo per l’Irpinia e 52 a riparare i danni del dissesto.

Sono questi i dati che ha fornito L’ordine dei geologi che ha aggiornato la mappa delle emergenze nel nostro paese incrociando per la prima volta i dati statistici delle presenze sul territorio con le carte del rischio sismico e del dissesto idrogeologico

Il dossier Terra e Sviluppo - Decalogo del territorio 2010 – messo a punto con la collaborazione scientifica del Cresme, segnala alcune informazioni circa quanto nel nostro paese è stato speso per la protezione dell’ambiente (difesa del suolo, riduzione dell’inquinamento e assetto idrogeologico . Sono stati spesi circa 58 miliardi nel decennio 1999-2008 ma bel 31 ( ovvero il 54%) sono serviti per pagare spese correnti ( stipendi soprattutto) mentre solo 26 miliardi sono stati impiegati per la prevenzione dei rischi.

La relazione dei geologi offre una mappatura dettagliata del rischio che è già un grosso risultato in quanto negli ultimi cinquant’anni non si è fatto alcuna pianificazione. Si comincia a parlare di queste emergenze in modo più attento e costruttivo dalla tragedia di Sarno.

Un aspetto particolare che emerge dalla relazione dell’Ordine dei geologi è la necessità di porre un freno al consumo del suolo. Attraverso , per esempio una repressione dell’abusivismo da parte dei sindaci che hanno competenze e poteri in materia di controllo, sorveglianza e gestione del territorio La manutenzione del territorio risulta importantissima esempio ne è l’ultimo episodio di allagamento di un sottopassaggio a Prato dove sono morte tre donne mentre vi transitavano in auto.

A questo proposito il rapporto parla chiaro : l’89% dei comuni è a rischio idrogeologico. Vivono in questa minaccia 5,8 milioni di italiani che abitano dentro, 1,3 milioni di edifici in zone pericolose. E invece 2,4 milioni di italiani e 6,3 milioni di edifici si trovano in zone ad alto rischio sismico con il record di Napoli in cui il 92% della popolazione corre pericoli. Quello che è più grave ancora è che si spende male con interi capitoli di spesa dirottati dalla prevenzione all’emergenza.

Una emergenza lunga che può durare anche cinnquant’anni. Ne è un esempio la spesa per il terremoto della valle del Belice (verificatosi nel 1968) che dura da 42 anni. Anche quest’anno pagheremo 168 milioni ( 8,4 miliardi in tutto ) e pagheremo fino al 2018.

Eremo Via vado di sole, L'Aquila, martedì 12 ottobre 2010



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