giovedì 21 ottobre 2010

La versione di Barley


La versione di Barley


Giuseppe Grimaldi e Giorgio Grossi non abitano più qui. E neppure Alfredo,Pasqualino e Gianni ,amici reali e immaginari di Grimaldi e Grossi. Parlavano sempre di quel Gianni che non ho mai potuto conoscere e che , secondo me non esiste, e se l’erano inventati chissà perché anzi si , riesco a capire, perché avere un Gianni come amico faceva classe.

Sono andati tutti via Giuseppe , Giorgio e i loro amici il sei aprile. Non riescono a ritornare. Vorrebbero entrare in qualche film o documentario che parla della loro città per tornare dentro quelle strade e quelle piazze di celluloide, belle colorate, variopinte, affollate di giorno appena frequentate di notte . Perché non possono entrarvi realmente oggi nella zona rossa chiusa e sorvegliata da sentinelle chesi danno l’allerta ogni ora : “sono le tre e tutto va bene. All’erta.” “ All’erta sto”.Il cantore del quartiere della Santa Giusta tra la Costa dei Masciarelli e la passeggiata ai Quattro cantoni non riesce a darsi pace di queste grida in pieno giorno e in piena notte. Un all’erta come il grido di un’aquila, come il borbottio di un gufo.

Il suo mondo era fatto di cinque strade. “Ad ogni angolo un negozio di tabacchi, una drogheria, un bar e una lavanderia” Lo dice a tutti, lo ripete sempre . Il suo mondo erano cinque strade. Ora chiuse, ora deserte, con le tabaccherie chiuse, con i bar chiusi, con le drogherie chiuse, con le lavanderie chiuse.

Accanto a quelle strade, ma con un giro più lungo passa sempre la stessa navetta bus , continua da tempo immemorabile a fare la spola tra i due capolinea .L’autista sempre più vecchio si è fatto crescere la barba, il respiro sa di sigaro toscano e molte volte deve inventarsi le strade che percorre perché sono scomparse con tutto quello che vi era costruito ai lati. Poi quando arriva in aperta campagna prende un sospiro di sollievo che gli alberi e le siepi gli piacciono e da lì può anche vedere la montagna. In campagna si ferma a volta a raccogliere qualche passante che fa un breve tratto di viaggio sul predellino, aggrappato al passamano della porta aperta e rientrata all’interno. Poi arrivato alla sua destinazione scende a volo per non farlo fermare e lui per cortesia rallenta.

Ne succedono ora di cose strane in questa città , come il tragitto della navetta bus . Prima non succedeva niente. Nelle strade di quella città si bevevo quello che potevano chiamare il nettare e nessuno pensò mai di ricavarne il copyright.

E qualche bottiglia di quel nettare poi Barley, che dava una sua versione dei fatti che avevano interessato negli ultimi tempi quella città, la portava sulla tomba della “povera” moglie quando le parlava di come le cose continuavano ad andare quaggiù. Ogni tanto un piccolo sorso anche per darsi coraggio . A volte rimaneva fino a quasi buio tra quelle tombe , specialmente d’inverno e e sentiva dei respiri, dei sospiri , dei fiati gelidi e poi si impressionava a tutte quelle luci che erano sempre accesiedi giorno e di notte ma che all’improvviso sul calare della sera , nell’avvicinarsi del buio apparivano.

Il profumo dei fiori e l’odore acre del tabacco delle sue sigarette che aveva ormai impregnato anche gli abiti si confondevano e gli davano il capogiro. O era quel nettare che sorso dopo sorso cominciava a dare qualche effetto .

Giuseppe e Giorgio non sono più tornati nella loro città da quando sono andati via . Ci vanno al loro posto file di turisti che comprano il torrone e l’odore della mostarda e dei cetrioli sotto aceto si spande per alcune strade e ti raccontano il segreto della drogheria che sta facendo l’esperimenti di riaprire ma è l’unica , la sola. Tutta quella roba conservata che tiene nei banchi e negli scaffali : niente chimica ,dieci giorni a marinare o sotto sale ed ecco il segreto, per esempio, delle spezie.

Giuseppe e Giorgio pensano che se tutto questo diventasse un musical ,chissà forse loro potrebbero ritornare in quella loro città. Non bastano le pagine dei libri e le scene di documentari e film e non bastano le foto. Ci vuole un musical con una storia analoga a quella leggendaria di altri giorni vissuti dalla città. Tanto, tanto tempo fa.
Ed è la storia di quel vecchio signore che ha ora 88 anni e fa accedere ai tavoli e al bancone della sua enoteca con una regia sapiente e una sceneggiatura che purtroppo è sempre la stessa. Da ottanta anni la ripete come una marionetta e qualche volta , come nella commedia dell’arte, ha cambiato la parte. Ma lui non se n’è accorto perché è stata la vita a scrivere quelle scene. Lui non tollera chi alza il gomito tra quelle bottiglie e quei bicchieri e quei colori così diversi tra vino e vino. Egli ha nella testa un ordine che è quello che non ammette il piacere e l’ebbrezza che si può ricavare dalle sue bottiglie, Per lui bere è fortificare il cuore e l’anima, attingere la forza per stare in piedi non per barcollare. E quindi la sua idea è la parsimonia. Egli è un vecchio che ha vissuto , d’altra parte, i suoi 88 anni con parsimonia. E’ questo il suo verbo.

Ascolta quello che si racconta a quei tavoli mentra si sorseggia quel liquido bruno, bianco, rioato, rosso .

“Giacomo sa giocare bene a bowling ,quello che frequenta a Sassa . Lo hanno soprannominato Beauty”. Questo dicevano l’altra sera e lui sapeva che il suo amico Giacomo Beauty si è deciso ad aprire un ristorante e lo ha chiamato appunto Beauty. Serve un panino con il sesamo , un bagel , così a volte lo chiama con un vezzo all’americana, con salmone affumicato , crema di formaggio, cipolla e pomodoro.

Niente a che fare con pecorino e zafferano che si mangiava una volta in piazza o con quella benedetta porchetta mezza calda a e mezza fredda. E’ vero sembra questa una cucina raffinata che prima potevi andare solo da Tre Marie .

A quei tavoli dunque ascolta storie di cibo e di alcool e si scorda che Giuseppe Grimaldi e Giorgio Grossi e i loro amici veri o immaginari non abitano più qui.

Il negozio di casalinghi è stato rimpiazzato da un parrucchiere unisex , un negozio di video ha ceduto il posto ad una tavola calda. Il mio quartiere non ha più quella vecchia libreria dove si beveva caffè e si leggevano poesieo forse no , là proprio non si beveva caffè ma al bar più sopra nella piazza . Forse apriranno in questa città uno spaccio di medicine solistiche e una specie di tempio buddista o una sinagoga che le chiese ce ne sono tante anche se ora sono tutte chiuse.

Ci sono nel centro commerciale fuori della città librerie e alle vetrine ho visto libri dal titolo “ Battito di polvere” , e mi è venuto da ridere. Barley ha pubblicato finalmente la sua versione in un libro , come altre versioni in altri libri. Spero che la versione di Barley diventi un best seller anche se per il momento va molto molto forte “ Eat – Pray- Love-but -no-love ” che è un libro che racconta in tempo reale la faccenda del terremoto della città. Ma credetemi non ci si capisce niente ed è per questo che preferisco la versione di Barley .

Eremo Via vado di sole, L’Aquila, giovedì 21 ottobre 2010



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