venerdì 8 ottobre 2010

INCIPIT : Centuria

INCIPIT : Centuria


Centuria è il titolo di un’opera di Giorgio Manganelli che nel risvolto di copertina dice : “ Il presente volumetto racchiude in breve spazio una vasta e amena biblioteca; esso infatti raccoglie cento romanzi fiume, ma così lavorati in modi anamorfici, da apparire al lettore frettoloso testi di poche e scarne righe. Dunque, ambisce ad essere un prodigio della scienza contemporanea alleata alla retorica, recente ritrovamento delle locali Università Libricino sterminato , insomma; a leggere il quale il lettore dovrà porre in opera le astuzie che già conosce, e forse altre apprenderne: giochi di luce che consentono di leggere tra le righe , sotto le righe, tra le due facce di un foglio , nei luoghi dove si appartano capitoli elegantemente scabrosi , pagine di nobile efferatezza e dignitoso esibizionismo , lì depositate per vereconda pietà di infanti e canuti.

A ben vedere, il buon lettore vi troverà tutto quello che gli serve per una vita di letture rilegate : minute descrizioni di case della Georgia , dove sorelle destinate a diventare rivali hanno trascorso un’adolescenza prima ignara poi torbida ; ambagi sessuali , passionali e carnali , minutamente dialogate; memorabili conversioni di anime travagliate; virili addii, femminesca costanza , inflazioni, tumulti plebei ,balenanti apparizioni di eroi dal sorriso mite e terribile; persecuzioni, evasioni e dietro una vocale che non nomino , in tralice si potrà scorgere una tavola rotonda sui diritti dell’Uomo”.

E’ certo un invito al lettore a leggere tra le righe , sotto le righe , tra le due facce di un foglio e via dicendo . Ma proviamo a prendere questo invito dalla parte dello scrittore, di chi scrive , di chi tenta di gettare sulla carta delle trame, delle descrizioni, delle storie . Ciascuno di noi ci ha provato almeno una volta. Ebbene allora partiamo dalle storie di Manganelli e consideriamole un INCIPIT. Appunto un inizio . Come lo stesso Manganelli dice nel suo Discorso dell’ombra e dello stemma: “ Quel che sto scrivendo - libro ? - ha la rara qualità di poter procedere in qualunque direzione ; e talora penso che questo sia modo di gioia,talora divaricato dolore. Divaricato: refuso; scrivo male a macchina ma ‘ divaricato dolore’ non mi spiace, anche se mi da il sospetto che la macchina abbia nascostamente letto troppi poeti neoclassici. …”

Un INCIPIT dunque dal quale la storia può prendere qualunque direzione o la descrizione può affrontare giochi di luce che consentono di scrivere tra le righe , dotto le righe, tra le due facce di un foglio.

E proprio per cominciare dunque ricopio qui l’incipit numero cento di Centuria che conclude le storie di quel volumetto ma le apre in realtà all’infinito come cento può diventare elevato all’ennesima potenza. Sotto il titolo incipit , ma lo segnalerò di volta in volta voglio riportare anche le storie quattordici, quarantanove, settantacinque, ottanta pubblicate in Centuria per passare poi ad altri incipit che mi sembreranno interessanti, avvincenti, significativi, repellenti in una parola degni di poter essere continuato da me e da voi che leggete. Ognuno per proprio conto . Se poi troviamo un mezzo per condividerle queste storie penso ne verrà fuori una unica storia , picola o grande che sia ma una storia della storia e poi ancora una storia della storia e ancora….

Ma leggiamo la numero cento : “ Uno scrittore scrive un libro attorno ad uno scrittore che scrive due libri, attorno a due scrittori, uno dei quali scrive perché ama la verità ed un altro perché ad essa è indifferente . Da questi due scrittori vengono scritti complessivamente ventidue libri nei quali si parla di ventidue scrittori, alcuni dei quali mentono ma non sanno di mentire , altri mentono sapendolo , altri cercano la verità sapendo di non poterla trovare , altri credono di averla trovata , altri ancora credevano di averla trovata ma cominciano a dubitarne.

I ventidue scrittori producono complessivamente trecentoquarantaquattro libri , nei quali si parla di cinquecentonove scrittori giacchè in più di un libro uno scrittore sposa una scrittrice ed hanno tra tre e sei figli, tutti scrittori , meno uno che lavora in banca e viene ucciso in una rapina , e poi si scopre che a casa stava scoprendo un bellissimo romanzo su uno scrittore che va in banca e viene ucciso in una rapina ; il rapinatore in realtà è figlio dello scrittor protagonista di un altro romanzo , ed ha cambiato romanzo perché gli era intollerabile continuare a vivere insieme a suo padre , autore di romanzi sulla decadenza della borghesia , e in particolare di una saga familiare , nella quale figura anche un giovane discendente di un romanziere autore di una saga sulla decadenza della borghesia , il quale discendente fugge di casa e diventa rapinatore , e in un assalto ad una banca uccide un banchiere , che era in realtà uno scrittore ,non solo, ma anche un suo fratello che aveva sbagliato romanzo e cercava con raccomandazioni di farsi cambiare romanzo.

I cinquecentonove scrittori scrivono ottomiladue romanzi nei quali figurano dodicimila scrittori in cifra tonda i quali scrivono ottantaseimila volumi , nei quali si trova un unico scrittore un ballbuziente maniacale e depresso , che scrive un unico libro attorno ad uno scrittore , ma decide di non finirlo, gli fissa un appuntamento , e lo uccide , determinando una reazione per cui muoiono i dodicimila,i cinquecentonove, i ventidue, i due e l’unico autore iniziale , che ha così raggiunto l’obiettivo di scoprire , grazie ai suoi intermediari , l’unico scrittore necessario, la cui fine è la fine di tutti gli scrittori , compreso lui, lo scrittore autore di tutti gli scrittori.”

Che brivido a leggere tutto d’un fiato questo romanzo o questo incipit del romanzo degli scrittori. Sembra la ricapitolazione dell’intera storia della letteratura dell’umanità. Ah, scherzavo su non prendete questa esagerazione per ….Forza allora … si continua


Eremo Via vado di sole ,L’Aquila,venerdì 8 ottobre 2010




·

Nessun commento:

Posta un commento