mercoledì 13 ottobre 2010

MEDITERRANEO : Ridisegnare uno sguardo

MEDITERRANEO : Ridisegnare uno sguardo

Ci furono nelle storie d’un tempo ,guerre, cataloghi di navi, donne rapite, guerrieri e semidei, amicizie struggenti e passioni travolgenti. Fu tutto questo l’inventario di una sola parola : mare, che le declina tutte, una alla volta o tutte insieme in quelle sue onde grandi o piccole . E ogni onda è una parola detta da sola o in compagnia con il suo pacato e semplice suono con il suo rombo : un assillo dell’orecchio spaventato da tutto questo “ udire”.

“Oltre la riva” poi lo sguardo si perde in una deriva per i comuni mortali . Il mare diventa orrido , lucente, profondo e grande. Per loro c’è anche un mare di guai o un bene grande come il mare.

Per Omero e gli altri poeti invece il mare è fonte di ricordi , ispirazione, sensazioni di cui è piena la letteratura di questo pianeta.


Per Virgilio dal mare venne il fondatore della civiltà di Roma , l’antenato . Dante naviga nel mare reale e metaforico della sua Commedia alla ricerca della conoscenza. Quella conoscenza che Ulisse cerca nella grande sfida contro l’oceano.

E c’è somiglianza tra l’uomo e il mare in Baudelaire mentre c’è lotta nel Vecchio e il mare di Hemingway.

E poi c’è il mare di Achab e di tutta la letteratura americana. Al centro della poesia inglese c’è il naufragio del Deutschland di G.M. Hopkins e all’avvio della letteratura portoghese il naufragio di Camoes.

Conrad, Stevenson, London e i loro viaggiatori per mare, i loro naufraghi ,le loro terre emerse e sommerse .

E poi Colombo , Magellano, Cortez andarono per mare e scoprirono nuove terre dando l’opportunità di nuove conquiste e la loro brutalità disse che oltre il mare , oltre la riva, epopee di lotta dell’uomo contro la natura, di intelligenza , libertà e irrazionalità della sua intelligenza contro la paura ,divennero “ rozze conquiste”. Anche se dalle terre da loro scoperte è venuta la poesia e la narrativa di Mutis , di Marquez,di Cortazar di Alliende e di altri speleologi dell’animo umano.


Insomma dal mare vengono gli accordi quelli che ascoltano Magris, Baricco , Doninelli, Biamonti. E che cerca Buzzati ne Il colombre e perché Leopardi sente la dolcezza del naufragare il quesl mare mentre Pavese resta immobile sulla riva dell’alba.

Insomma in fondo al mare c’è il Bar di Benni e poi oceani e pianisti , boat.people e sponde di popoli che ridisegnano il loro sguardo davanti ad un cuore in movimento che è il loro mare : il Mediterraneo.

E proprio al mare e al mar Mediterraneo io penso quando riapro le pagine di BREVIARIO MEDITERRANEO di Matvejevic che vorrei che tutti leggessero. Per questo sono arrivato a scrivere fin qui di mare e da qui voglio partire per parlare in questo blog di MEDITERRANEO.

Se ne sente un piccolo accenno nella prefazione al libro scritta di Claudio Magris che dice :”

Breviario mediterraneo «è un racconto che fa parlare la realtà e innesta perfettamente la cultura nell'evocazione fantastica... È un libro geniale, imprevedibile e fulmineo».

Parla di I traffici dei mercanti, le migrazioni delle anguille, fughe di popoli e nascita di idee, leggende, architettura, storia, paesaggi. E’ un

«Trattato poetico-filosofico», «romanzo post-moderno», «portolano», «diario di bordo», «libro di preghiere», «midrash», «raccolta di aforismi», «antologia di racconti-saggio», «cronaca di un viaggio»: definizioni che Breviario Mediterraneo accetta tutte e insieme le trasgredisce, in una sfida ai generi letterali che affonda le sue radici nel saggismo classico. In pagine sempre dense e appassionanti, Predrag Matvejevic ricostruisce la storia di una parola -«Mediterraneo» - e rievoca gli infiniti significati che essa include, guidando il lettore verso mille scoperte: lo stile dei porti e delle capitanerie, l'addolcirsi dell'architettura sul profilo della costa, i concreti saperi della cultura dell'olivo e il diffondersi di una religione, le tracce permanenti della civiltà araba ed ebraica, i destini e le storie nascosti nei dizionari nautici e nelle lingue scomparse, i gerghi e le parlate che cambiano lentamente nel tempo e nello spazio.




Lo scrittore Predrag Matvejevic, nato a Mostar da padre russo e madre croata e vincitore, tra l'altro, del Premio Strega Europeo, è autore di numerosi romanzi e opere letterarie di vario genere tra cui spicca il Breviario Mediterraneo tradotto in una ventina di lingue. Era docente di letteratura francese all'Università di Zagabria che ha lasciato nel 1991, distanziandosi dai regimi autoritari arrivati al potere e denunciando i nazionalismi balcanici. Ha poi insegnato a Parigi e dal 1994 a Roma, dove vive e lavora da oltre dieci anni. Insegna letterature slave all'Università La Sapienza.

La vicenda della condanna Nel 2006 è stato condannato a Zagabria a cinque mesi di carcere per aver definito talebano un suo collega bosniaco, che avrebbe incoraggiato l'odio interetnico nella ex Jugoslavia durante il conflitto degli anni Novanta. Nel testo incriminato, un resoconto di viaggio nostalgico, scritto dopo una visita in Bosnia e pubblicato sul quotidiano di Zagabria Jutarnji list con il titolo I nostri taleban, Matvejevic aveva annoverato tutta una serie di scrittori e intellettuali dell'ex Jugoslavia accusandoli di aver contribuito alla propagazione dell'odio etnico e dei crimini di guerra. "Per tutto quel che è successo i letterati portano una grande parte di colpevolezza" aveva scritto.


L'affetto che lo circonda In Italia. Tahar Ben Jelloun, Claudio Magris, Dacia Maraini, Vincenzo Cerami, Erri De Luca, Raffaeele La Capria, Francesca Sanvitale e Enzo Siciliano furono tra i primi firmatari dell'appello contro la condanna dello scrittore. Il documento spiegava : "La sua visione del Mediterraneo, nel Breviario mediterraneo e in altri suoi saggi, ci ha immediatamente colpito e ci ha arricchiti tutti. Gli siamo riconoscenti per quello che ci ha portato e che continua di offrirci". Lo scrittore ha dichiarato ai media locali che non intendeva presentare appello e che era pronto ad andare in prigione. Ma il primo ministro croato Ivo Sanader definì inaccettabile la condanna.


Eremo Via vado di sole , L'Aquila, mercoledì 13 ottobre 2010

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