mercoledì 27 ottobre 2010

GRAMSCIANA : Servizi pubblici


GRAMSCIANA : Servizi pubblici

Servizi pubblici intellettuali: oltre la scuola nei vari gradi,quali altri servizi non possono essere lasciati all’iniziativa privata, ma in una società moderna devono essere assicurati dallo stato e dagli enti locali ( comuni e province)? Il teatro, le biblioteche, i musei di vario genere, le pinacoteche , i giardini zoologici, gli orti botanici , ecc. E’ da fare una lista di istituzioni che devono essere considerate di utilità per l’istruzione e la cultura pubblica e che tali sono infatti considerate in una serie di Stati, le quali non potrebbero essere accessibili al grande pubblico ( e si ritiene ,per ragioni nazionali,devono essere accessibili) senza un intervento statale. E’ da osservare che proprio questi servizi sono da noi trascurati quasi del tutto ; tipico esempio le biblioteche e i teatri. I teatri esistono in quanto sonoun affare commerciale ; non sono considerati servizio pubblico. Data la scarsezza del pubblico teatrale e la mediocrità delle città,in decadenza. In Italia invece abbondanti le opere pie e i lasciti di beneficenza : forse più che in ogni altro paese. E dovuti all’iniziativa privata. E’ vero che male amministrati e mal distribuiti. (Questi elementi sono da studiare come nessi nazionali tra governanti e governati, come fattori di egemonia. – Beneficenza elemento di “paternalismo”; servizi intellettuali elementi di egemonia, ossia di democrazia in senso moderno.

(da Note sparse . Problemi scolastici e organizzazione della cultura. In Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura Einaudi 1966 pag. 124)


GRAMSCIANA : La scienza e la cultura


Le correnti filosofiche idealistiche ( Croce e Gentile) hanno determinato un primo processo di isolamento degli scienziati ( scienze naturali e esatte) dal mondo della cultura. La filosofia e la scienza si sono staccate e gli scienziati hanno perduto molto del loro prestigio. Un altro processo di isolamento si è avuto per il nuovo prestigio dato al cattolicesimo e per il formarsi del centro neoscolastico. Così gli scienziati “laici” hanno contro la religione e la filosofia più diffuso: non può non avvenire il loro imbozzolamento e una “denutrizione” dell’attività scientifica che non può svilupparsi isolata dal mondo della cultura generale. D’altronde : poiché l’attività scientifica è in Italiastrettamente legata al bilancio dello Stato , che non è lauto, all’atrofizzarsi di uno sviluppo del “pensiero “ scientifico , della teoria, non può per compenso aversi uno sviluppo della “tecnica” strumentale e sperimentale , che domanda larghezza di mezzi e di dotazioni. Questo disgregarsi dell’unità scientifica, del pensiero generale, è sentita: si è cercato di rimediare elaborando anche in questo campo , un “ nazionalismo” scientifico, cioè sostenendo la tesi della “nazionalità” della scienza. Ma è evidente che si tratta di costruzioni esteriori estrinseche, buone per i congressi e le celebrazioni oratorie , ma senza efficacia pratica. E tuttavia gli scienziati italiani sono valorosi e fanno, con pochi mezzi sacrifici inauditi e ottengono risultati mirabili. Il pericolo più grande sembra essere rappresentato dal gruppo neoscolastico , che minaccia di assorbire molta attività scientifica sterilizzandola,per reazione all’idealismo gentiliano. (E’ da vedere l’attività organizzatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’efficacia che ha vuto per sviluppare l’attività scientifica e tecnologica, e quella delle sezioni scientifiche dell’Accademia d’Italia. )

(Da Note sparse. Funzione cosmopolita degli intellettuali italiani . In Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura. Eimaudi 1966 pag. 46)


 Eremo Via vado di sole, L'Aquila, mercoledì 27 ottobre 2010



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